L’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente, Tor Wencesland, ha informato il Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla situazione nei Territori palestinesi occupati. Ha affermato che la situazione in Palestina è “molto deteriorata” e che “la situazione della sicurezza nella Cisgiordania occupata è bloccata in un ciclo di continuo deterioramento”. La crescente disperazione, la rabbia e la tensione sono nuovamente esplose in una spirale di violenza mortale che è sempre più difficile da contenere, ha affermato nel suo rapporto.
Cisgiordania: cosa accade?
La violenza e le provocazioni dei coloni sono aumentate, nella Cisgiordania occupata. Tuttavia la prolungata assenza di negoziati significativi e l’incapacità di risolvere le questioni chiave che alimentano il conflitto hanno creato un terreno fertile per tale dinamica. La tensione è in aumento tra Israele e Palestina da marzo. Dopo che l’esercito israeliano ha intensificato le sue azioni militari contro uomini armati palestinesi in Cisgiordania. La scorsa settimana, nella città di Nablus, un ragazzo di 16 anni, è morto per le ferite da schegge durante un raid israeliano. Portando il bilancio delle vittime palestinesi a più di 130. L’anno più mortale dal 2004. Tuttavia i commenti di Wennesland arrivano dopo che, la settimana scorsa, due bombe sono esplose alle fermate degli autobus a Gerusalemme, uccidendo un adolescente e 22 sono state ferite. La polizia ha detto di sospettare un attacco compiuto da palestinesi, tramite dispositivi controllati da remoto. Dunque, una situazione disperata ed incancrenita, alla quale il mondo – compresi i Paesi arabi – guarda ormai distrattamente. Ma dalla quale potrebbe partire la nuova scintilla che infiammerebbe il Medio Oriente in una nuova guerra disperata tra le vittime di una politica “realistica” e chi continua ad agire impunemente violando ogni norma internazionale.
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