Cina e Qatar siglano accordo di fornitura di gas a lungo termine

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La società energetica statale, Qatar Energy (QE), ha firmato un accordo per la vendita di 4 milioni di tonnellate/anno (t/a) di gas naturale liquefatto (GNL) a Sinopec, una raffineria statale cinese, per 27 anni. Segnando un record mondiale per il contratto di fornitura di GNL più lungo mai firmato. Ciò conferma l’opinione secondo cui la Cina svolgerà un ruolo centrale nella strategia di esportazione di GNL del Qatar e che i due Paesi continueranno ad approfondire i legami energetici.

Cina e Qatar siglano accordo di fornitura gas

E’ il primo accordo di fornitura del progetto di espansione North Field East (NFE) del Qatar, che supporta gli sforzi di QE per collocare oltre 70 milioni di t/a di GNL entro il 2027 da NFE. Finora nel 2022 il Qatar si è concentrato sulla conclusione di accordi a lungo termine sul mercato europeo, in risposta all’urgente spinta del continente a sostituire le importazioni di gas russo. Tuttavia, le trattative con gli acquirenti europei sono state finora afflitte da ritardi, a causa delle differenze su termini contrattuali importanti, in particolare la durata del contratto, le restrizioni sulla destinazione e gli indici dei prezzi. L’accordo a lungo termine da record con la Cina è stato anche collegato ai prezzi del petrolio (che è favorito dal QE), sottolineando l’accresciuta concorrenza globale per la fornitura di GNL. E’ quindi probabile che l’accordo cinese acceleri i negoziati del Qatar con i consumatori europei.

Gli obiettivi di Pechino

La Cina ha superato il Giappone come principale importatore mondiale di GNL nel 2021, ma negli ultimi mesi è scesa al secondo posto a livello globale dopo che i suoi volumi di acquisto sono diminuiti del 21%. Ciò è avvenuto quando i prezzi spot record del GNL hanno spinto la Cina a passare al carbone, assorbendo anche volumi maggiori di gasdotto russo. Le importazioni convogliate dalla Russia e dall’Asia centrale sono aumentate dell’11% su base annua. Sebbene le continue restrizioni cinesi legate al coronavirus stiano limitando il consumo di energia nel breve termine, si prevede che la domanda di GNL aumenterà quando la principale economia riaprirà, mentre i prezzi globali degli idrocarburi scenderanno nella seconda metà del periodo di previsione 2023-27. Con questo grosso accordo, il Qatar è ben posizionato per assicurarsi una quota importante del mercato cinese, il che aumenterà le ambizioni del Qatar di sostituire l’Australia come principale fonte di GNL della Cina. Gli obiettivi di Pechino invece, sono tre: incamerare risorse, alimentare l’economia russa affinché non collassi e accrescere la propria influenza nei confronti di Mosca. Ma il Cremlino resta un partner piuttosto inaffidabile agli occhi cinesi, come testimoniato dalle tensioni emerse tra Xi e Putin durante il famigerato vertice di Samarcanda. Tuttavia l’intesa con Qatar Energy potrebbe favorire lo sviluppo dei rapporti bilaterali sino-qatarini anche in altri campi, come quelli infrastrutturale, militare e finanziario. È su quest’ultimo punto che Pechino punta il mirino: l’internazionalizzazione dello yuan è un chiodo fisso. E nel 2015 a Doha è stato aperto il primo centro di compensazione delle transazioni in valuta cinese per potenziare la presenza economica della Repubblica Popolare nei paesi del Golfo.

 

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