La Commissione Ue chiede prudenza ai Paesi ad alto debito

Economia & Finanza

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Bruxelles detta i criteri con i quali esaminerà la manovra dei Paesi: “Limitare la crescita della spesa corrente primaria finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita del prodotto potenziale a medio termine”. E sull’Italia: “Valuteremo quando arriverà”

di Brahim Maarad

© Valeria Mongelli / Hans Lucas / Hans Lucas via AFP
– Valdis Dombrovskis

 

AGI – La Commissione europea punta i riflettori sui conti italiani, pur non pubblicando un’opinione dato che la legge di bilancio – approvata nella notte – sarà presentata a Bruxelles solo nei prossimi giorni.

“In Italia rimangono invariati i timori legati all’elevato rapporto debito pubblico/Pil. Le debolezze del mercato del lavoro potrebbero nuovamente aumentare. Nonostante i miglioramenti nel settore bancario, il rischio di cicli di retroazione è in aumento a causa del contesto macroeconomico e richiede un attento monitoraggio”, si legge nel capitolo del Meccanismo di allerta relativo all’Italia.

“Nella precedente tornata della procedura per squilibri macroeconomici, la Commissione ha effettuato un esame approfondito e ha concluso che l’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. Quest’anno, la Commissione ritiene opportuno esaminare la persistenza di squilibri eccessivi o la loro correzione in un’analisi approfondita“, si legge ancora nel documento della Commissione.

“La crescita del Pil reale è prevista al 3,8% nel 2022 e allo 0,3% nel 2023. L’inflazione è alta. Su base annua, è salita al 12,8% in ottobre, con un’inflazione core stimata al 4,5%. I prezzi sono destinati ad aumentare piu’ velocemente dei salari”, si legge ancora.

“La lettura del quadro di valutazione per l’Italia mostra che nel 2021 tre indicatori erano oltre le loro soglie indicative, vale a dire la variazione della quota del mercato delle esportazioni, il debito pubblico e la variazione del tasso di attivita'”, evidenzia l’esecutivo europeo.

Le preoccupazioni sulla competitività di costo sembrano essere limitate. I costi unitari nominali del lavoro sono rimasti invariati nel 2021, ma si prevede che aumenteranno in futuro. Il tasso di cambio effettivo reale basato sull’Ipca si è leggermente deprezzato nel 2021. Anno dopo anno, ha continuato a deprezzarsi fino ad agosto 2022. Al contrario, la crescita della produttività è rimasta indietro rispetto ai paesi dell’Ue per decenni”, si legge ancora.

“Il debito pubblico rimane elevato nonostante il suo rapporto con il Pil sia sceso al 150,3% nel 2021. Anche se si prevede che il rapporto debito/Pil continuerà a diminuire, dovrebbe rimanere ben al di sopra del livello del 2019. Il deficit pubblico rimane elevato, sebbene si sia ridotto al 7,2% nel 2021 e si prevede che continuera’ a ridursi. I differenziali di rendimento delle obbligazioni sovrane si sono discostati notevolmente dalla media dell’eurozona, il che fa aumentare i costi di finanziamento, anche se piuttosto gradualmente data l’aumento della scadenza media del debito in essere. I rischi per la sostenibilità fiscale sono elevati nel medio termine, mentre il previsto calo dei costi di invecchiamento riduce il rischio a medio termine nel lungo termine”.

E ancora: “Il settore bancario ha registrato miglioramenti sostanziali negli ultimi anni. È proseguita la riduzione del rapporto dei crediti deteriorati (Npl), che ha raggiunto circa il 3,5% nel 2021. Sebbene questo rapporto rimanga solo leggermente al di sopra della media dell’area dell’euro, dal 2020 i prestiti in sofferenza sono aumentati e il collegamento con alcune vulnerabilita’ del settore aziendale può aumentare il rischio di cicli di feedback”.

Infine, “le debolezze del mercato del lavoro continuano a destare preoccupazione. Il tasso di disoccupazione è salito al 9,5% nel 2021 e rimane relativamente alto sebbene sia inferiore alla soglia del 10%. Si prevede che diminuirà nel 2022 ma aumenterà nuovamente nel 2023. Il tasso di attività è molto basso, soprattutto per le donne, nonostante sia aumentato nel 2021. I tassi di disoccupazione giovanile e di lunga durata rimangono tra i più alti dell’Ue”.

Dombrovskis, in 10 Paesi spesa cresce troppo velocemente

Tra i Paesi con un debito basso o medio, la spesa corrente sta aumentando troppo velocemente in Austria, Lituania, Germania, Estonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Slovacchia. Per tutti questi Paesi sono necessarie misure aggiuntive”. Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nella conferenza stampa di presentazione del Semestre europeo 2023.

“In generale vediamo che gli investimenti stanno tenendo il passo e in molti casi i bilanci sono prudenti. Questa è una buona notizia. Ma ci sono alcuni Paesi dove la spesa corrente sta aumentando troppo velocemente. Tra i Paesi con debiti alti è il caso del Belgio e vediamo alcuni rischi per il Portogallo”, ha aggiunto. Su Italia e Lettonia la Commissione non si e’ ancora pronunciata perché le leggi di bilancio non sono state inviate a Bruxelles.

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