Intervista a Loredana Dova, coautrice di “Io c’ero”.

Arte, Cultura & SocietàPiemonte

Di

«Io c’ero» (*), il libro pubblicato nel maggio 2021 da Laura Nosenzo (**) e Loredana Dova (***) , sarà presentato presso il Museo della Pietra di Vesime (AT), sabato  19 novembre 2022,  in occasione del Convegno “Alleati e Resistenza nelle Langhe”, con organizzazione da parte di Comune di Vesime, ISRAT Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Asti e AICI – Associazione Italiana Combattenti Interalleati – Sezione “Alto Monferrato e Langhe”.

La formula sarà un dialogo tra lo scrivente e Loredana Dova (Laura Nosenzo non sarà presente per concomitanti impegni), come anticipato nell’ampio articolo dedicato da questa testata lo scorso 9 novembre.

Già presentato con successo e folta presenza di pubblico in diverse altre località piemontesi, il volume è coeditato da arabAFenice, Cuneo, e dalla Provincia di Asti, che in questo modo ha inteso ricordare il 25° anniversario del conferimento all’Ente della Medaglia d’Oro al valor militare per i valori della Resistenza.

Il suo sottotitolo rende esplicito il contenuto del volume: «Cinquantuno storie dal fascismo alla liberazione». Non rivela però il taglio dei singoli racconti, e qui sta la sorpresa per il lettore e la peculiarità dell’operazione editoriale, che si discosta alquanto dallo stile della memorialistica e della storiografia del periodo.

Nell’impossibilità, visti gli evidenti limiti di spazio, di dare il dovuto risalto individuale alle molteplici voci riportate nel testo, la seguente intervista a Loredana Dova concerne tuttavia le linee generali di questa opera corale ed alcuni temi ad essa strettamente connessi. Con lo stesso spirito, inoltre rappresenta la traccia del dialogo che avverrà durante il convegno.

1) D: Quando, con quale finalità, a partire da quale contesto ha deciso di scrivere il volume?

R: L’idea è nata nel 2019, parlando con la mia collega, volevamo raccogliere delle testimonianze di chi ancora aveva vissuto il periodo della Resistenza o, in mancanza, di figli, mogli, parenti. Lo scopo era di trovare il modo di “lasciare il testimone” a chi, specie le ultime generazioni, ha conosciuto quegli anni solo attraverso i libri di storia. Non volevamo però scrivere un libro sulla Resistenza, ma partire dai ricordi intimi, magari mai raccontati.

Abbiamo suddiviso la ricerca in “partigiani e staffette”,  i testimoni che erano ancora in vita, “figli di partigiani e staffette” e “figli di internati” per ricostruire le vicende di genitori e nonni ormai scomparsi. L’interrogativo che ci ha spinte a iniziare il lavoro è stato: “Quali sentimenti intimi, legati a ricordi personali mai raccontati, conserva chi ha vissuto quel periodo? E quali confidenze, pensieri emozioni di chi ha fatto il partigiano e la staffetta, o semplicemente di chi allora era bambino, sono pronti a riemergere 77 anni dopo la Liberazione?”

2) D: Quali sono i contenuti e i protagonisti in generale del volume?

R: Come detto, si tratta di ricordi intimi che i protagonisti delle 51 storie ci hanno consegnato, spesso storie inedite; a ciascuno di loro abbiamo chiesto di rievocare la personale vicenda attraverso un oggetto (una pergamena, una lettera, un paio di occhiali…). Le storie arrivano da 25 Comuni dell’Astigiano, anche se, ovviamente si parla anche di luoghi della Provincia di Cuneo e Torino.

Tra i protagonisti, vi cito sinteticamente Lorenza Balbo, figlia di Piero Balbo, Poli, il comandante della II Divisione Langhe alla cui figura Beppe Fenoglio si è ispirato per raccontare il comandante Nord ne “Il Partigiano Johnny”. Nel proprio ricordo, Lorenza Balbo accenna tra l’altro all’amicizia del padre con Fenoglio.

Nella stessa sezione (Figli di partigiani e staffette) vi è anche Laurana Lajolo, figlia di Davide Lajolo, Ulisse, capo di stato maggiore del Raggruppamento VIII e IX Divisione Garibaldi del basso Monferrato. Lajolo è stato anche il primo biografo di Fenoglio (“Un guerriero di Cromwell sulle colline delle Langhe”).

Gina Balaclava, figlia di Pasquale Balaclava, il geometra di Cortemilia che, su invito di Poli, disegnò il progetto del campo di aviazione di Vesime, racconta l’intimo rapporto fra suo padre e il maggiore inglese Temple prima e il capitano Ballard poi. La testimonianza ricorda che Balaclava, incontrò Poli e Temple “alla Lodola di Castino e lì, a lume di candela, fece lo schizzo del campo di aviazione”.

Un inedito e personalissimo racconto, ambientato a Santo Stefano Belbo, è svelato da Nicoletta Soave, Mirca, della IX Divisione Garibaldi “A. Imerito”, che ha vissuto da vicino l’eccidio del Falchetto.

Non tutti i racconti, però, sono tragici; alcuni strappano qualche sorriso, come quello di Dino Laspisa che racconta la storia di suo padre Francesco, partigiano garibaldino il cui nome di battaglia era “Tempesta”.

3) D: Quale metodo ha seguito per le necessarie ricerche e la stesura?

R: Abbiamo contattato le persone, grazie anche al passaparola; alcune ci sono state segnalate da amici, studiosi o da partigiani stessi… Non tutti hanno accettato di parlare e raccontare, ma la maggior parte lo ha fatto con piacere, spesso commuovendosi nel rievocare momenti per lo più dolorosi della propria vita. Abbiamo raccolto le storie, spesso tornando più volte dal testimone per verificare i fatti, poi abbiamo scritto i testi e li abbiamo riletti a ognuno di loro.

4) D: Chi ha eseguito la verifica delle fonti e della coerenza storiografica del volume?

R: La raccolta delle fonti orali è piuttosto impegnativa; spesso chi racconta tende a ripetere in modo stereotipato alcuni fatti, oppure, data l’età, tende a confondere gli avvenimenti, o le formazioni partigiane, oppure le date. Un grande aiuto lo abbiamo ricevuto da Mario Renosio, direttore scientifico dell’ISRAT che ha supervisionato tutto il libro…

5) D: Quale è dal suo punto di vista il taglio che ha voluto dare all’opera? Valori e limiti della memoria?

Come detto, non volevamo fare un libro sulla Resistenza ma un libro sulla memoria di quel periodo, attraverso la voce di chi quelle vicende le ha conosciute direttamente oppure in famiglia. Ci interessava fare questo genere di operazione perché le storie di chi ha sofferto e dedicato la propria vita per gli ideali di libertà e civiltà non andassero perdute. Non dimentichiamo che dalle tante sofferenze dei giovani di allora è nata la nostra Costituzione.

6) D: A distanza di quasi 80 anni dai fatti descritti, che cosa pensa del fatto che gli stessi fatti abbiano in generale ormai uno scarso appeal sulla gente, in particolare sui giovani?

R: Io credo che i giovani sentano quegli avvenimenti lontani dal proprio mondo perché non hanno la consapevolezza di come fossero questi luoghi negli anni della guerra; trasferiscono il presente nel passato, usando le medesime categorie. Ma queste colline erano tutt’altra cosa. Bisognerebbe fare un’operazione storica di ri-costruzione, anche attraverso letture di autori importanti, per esempio Fenoglio, che quel mondo ce lo racconta molto bene. Forse allora riuscirebbero a capire come la miseria da un lato e il Fascismo dall’altra hanno spinto molti giovani a lottare per un mondo diverso. Il discorso naturalmente si fa molto lungo e complesso e chiama in causa anche la scuola. Però i giovani non sono insensibili, semplicemente non conoscono più. La generazione di chi ha vissuto in prima persona, o di chi da ragazzino è stato testimone di tante atrocità, si sta ormai estinguendo. Ecco perché, secondo me, un libro come Io c’ero può davvero avvicinarli a quel periodo.

7) D: Sempre a distanza di circa 80 anni, considerata tutta la storia successiva fino alle complicate attuali vicende nazionali ed internazionali, non crede che sia giunta l’ora di liberare la narrazione del periodo della II GM e della guerra civile ’43 – ’45 dal gravame delle sovrastrutture ideologiche, dalla logica perversa degli opposti “ismi”, per renderle alla luce della loro essenzialità (i caduti, giovani manipolabili o con i propri ideali poi spesso traditi, la sofferenza delle popolazioni, gli orrori della guerra, ecc.) al fine di una effettiva riconciliazione nazionale ma non solo?

R: Sarebbe bello fare dell’antifascismo un sentimento costitutivo e non divisivo dell’Italia repubblicana… dove, senza fare del revisionismo, non si respinge tuttavia la memoria di quelli che morirono combattendo dalla parte sbagliata… Bisogna però essere chiari su alcuni punti: fu Mussolini a portare l’Italia all’alleanza con Hitler, fu lui a favorire le violenze squadriste, a promulgare le leggi razziali e a portare l’Italia a una guerra disastrosa, per diventare poi un fantoccio nelle mani di Hitler con la repubblica di Salò. La concordia nazionale non passa attraverso la dimenticanza, non è un colpo di spugna. E per ogni altra considerazione vi rimando al sito del Quirinale dove potete leggere il discorso del presidente Mattarella per gli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali.

Note:

(*) Io c’ero. Cinquanta storie dal fascismo alla liberazione. Link alla scheda editoriale sul sito ufficiale della casa editrice.

(**) Laura Nosenzo, è una giornalista e scrittrice astigiana, link al suo profilo autore sul sito ufficiale della casa editrice.

(***) Loredana Dova è nata e vive a Castagnole Lanze. Laureata in Storia della musica, insegna Lettere nella scuola secondaria di primo grado a Neive. Dal 1995 cura la pubblicazione del bimestrale La voce e, negli anni, ha pubblicato alcuni libri: E’ autrice di Dante Giacosa, l’ingegno e il mito (Araba Fenice), Castagnole Lanze, persone e storie (La Voce), Sotto un’unica bandiera. Cronache castagnolesi del Risorgimento (La Voce). E’ coautrice di vari volumi, tra cui Inventario dopo la piena (Impressioni grafiche), Un orizzonte un po’ più in là (Il Tipografo Edizioni), Castagnole Lanze, Festa della Barbera 40 (La Voce) e Io c’ero (Araba Fenice). Le piace conoscere e raccontare storie del territorio e, negli anni, ha curato per l’Associazione La Voce di Castagnole, varie mostre, convegni, eventi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube