Sembra una sanguinosa scena pulp, ma l’immagine che propone l’illustratore è un vero e proprio atto di accusa contro le sempre più aberranti forme di giustizia privata che, a tutti i livelli, pervadono la nostra società.
Se ne legge di tutti i giorni, la televisione racconta delle vittime che talora sono ignare. Belansky ci provoca per stimolare in noi una riflessione su una questione che sta diventando più drammatica con la caduta dei valori e la sfiducia verso le Istituzioni.
Ma cosa significa giustizia privata? Giustizia privata significa farsi giustizia da sé, senza attendere l’aiuto dello Stato. Subisco un furto e, invece di denunciarlo, completamente sfiduciato dalla giustizia, mi metto ad investigare e, scoperto l’autore del crimine, lo rintraccio per riavere ciò che è mio, se mai ricorrendo anche alla forza e magari lo uccido…
Un simile modus operandi è prodromo di gravi mali sociali, una spirale in cui non si deve cadere anche nel caso di una banale rivalità o antipatia, anche nel caso si subisca soltanto un torto morale. Infatti, secondo un saggio dell’antichità, Plutarco:
Se vuoi dare un dispiacere a un tuo nemico, non offenderlo dandogli del falso, dell’effeminato, del vizioso, del buffone o dell’infame, ma comportati da uomo, con equilibrio e onestà, e tratta chiunque in modo imparziale e giusto.
Attendere un attimo...
