Operaio morto nel porto di Ortona colpito alla testa da un cavo

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La vittima è un uomo di 41 anni di nazionalità filippina colpito alla testa dalle fasce dell’imbragatura è stato poi sbalzato in acqua

di Marcello Ianni

© Maria Laura Antonelli/AGF – Ambulanza

 

AGI – Incidente sul lavoro mortale, questa mattina, nel porto di Ortona (Chieti). Un marittimo di 41 anni, M.C.P. di 41 anni di nazionalità filippina, colpito alla testa da un cavo, è rimasto gravemente ferito durante le procedure che si stavano effettuando in banchina di riva nuova ed è deceduto poco dopo nonostante il pronto intervento dei soccorsi del 118.

Si è alzato in volo anche l’elisoccorso, ma non c’è stato nulla da fare.

Secondo una prima ricostruzione, da parte degli uomini della Capitaneria di porto di Ortona, l’infortunio costata la vita ad un operaio si è verificato alla banchina di “Riva Nuova” sul mezzo Micourier 2, un galleggiante con porto base ad Ortona, solitamente impiegato come supporto alle piattaforme, durante le ope5razioni di trasbordo del carico.

La causa dell’improvviso cedimento sarebbe dovuta al cedimento strutturale dell’imbragatura.

La Procura della Repubblica di Chieti ha aperto subito un fascicolo, sul posto è anche arrivato il magistrato di turno per ispezionare insieme agli uomini della Capitaneria il luogo in cui si è verificata la tragedia.

Secondo una nota della stessa Capitaneria di porto di Ortona che sta conducendo le indagini il marittimo “è stato violentemente colpito alla testa dalle fasce dell’imbragatura e dal materiale caduto, ed è successivamente stato sbalzato in acqua. Il malcapitato, che è stato recuperato dall’acqua direttamente dai suoi colleghi, era ancora in vita all’arrivo del 118, ed il trasferimento verso il pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, effettuato in elicottero, lasciava qualche barlume di speranza. Purtroppo però alle 11.30 circa è arrivata la notizia del suo decesso. Sul posto si è recato il personale della Capitaneria di Porto di Ortona e del servizio SPSAL della Asl, cui il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Chieti ha delegato le indagini volte a ricostruire cause e responsabilità, disponendo altresì il sequestro dell’area e delle dotazioni di bordo presenti nello spazio dell’infortunio. Dell’accaduto sono state avvisate le competenti autorità filippine presenti sul territorio italiano”.

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