Un Bari opaco strappa un punto sporco a Benevento

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Foto SSC Bari

In altre epoche avremmo parlato del rischio del Bari di andare a risolvere la crisi ai moribondi. Chi segue il Bari da sempre può dirlo ad alta voce avendone viste tante di questo tipo di gare risolutorie, anche quelle degli attaccanti da troppo tempo all’asciutto, di esempi ne potremmo fare decine e decine. Ma questo Bari, in generale quello dei De Laurentiis, si è svestito di questa ingombrante e disarmante etichetta, difficilmente risolve le crisi agli avversari moribondi da cinque anni a questa parte, magari perde come è nella normalità delle cose, ma senza risolvere crisi, un segnale decisamente positivo in prospettiva al di là degli obiettivi.

Una gara, quella di oggi al “Vigorito”, povera di emozioni, con un Bari non brillantissimo in campo che però è riuscito a portare a casa un punto importante.

Un pareggio d’oro in una giornata in cui il Bari, ancora una volta, non ha brillato e non è risultato convincente, in cui ha concesso tanto commettendo errori, senza avere la lucidità nella gestione della gara, e senza trovare spazi per la manovra.

Il Benevento sul piano agonistico ha messo il Bari in difficoltà, anche nella condizione il Bari è apparso in difficoltà, e solo grazie ad un episodio ha raddrizzato la gara (per la verità anche il vantaggio sannita è scaturito da un episodio, ovvero un errore in disimpegno tra Pucino e Maita), e anche in superiorità numerica ha sofferto di più quando invece ci si aspettava il colpo di grazia vincente. In queste gare guadagnare un punto è fondamentale, non perdere era importante, il rischio era quello di vedersi lo spettro dell’Ascoli o del Frosinone.

La gara di oggi ha evidenziato la scarsa vena dei biancorossi, sul piano della condizione meglio il Benevento anche quando è rimasto in dieci, perché ha dimostrato di avere più gamba e forza di attaccare le palle inattive, addirittura ha rischiato di segnare su corner in inferiorità numerica. I giocatori baresi hanno perso quasi tutti i duelli a centrocampo, anzi, hanno sbagliato parecchio, non ultimo in occasione del gol di Improta.

Decisamente un passo indietro sul piano di brillantezza. Contro la Ternana non c’è stata partita, troppo bello quel Bari, oggi molto meno, poche idee e annebbiate. Bisogna riflettere su molti aspetti.

Una svolta, sia pur appena percettibile, si è avuta con i cambi, con Antenucci e Bellomo che hanno, se non altro, vivacizzato il gioco anche se non sono state prodotte occasioni particolari da rete, però l’impressione è che se Mignani non avesse cambiato per tempo, il Benevento avrebbe potuto chiudere la partita.

Scheidler non ha risposto come ci si auspicava, lui ha fisico, ha delle precise caratteriste, ma ancora non convince nei colpi di testa, gestisce poco e male il pallone quando ha le spalle alla porta, non è forse, quell’attaccante che serve nell’area di rigore, questa è, al momento, la l’istantanea che abbiamo fatto sul centravanti, magari tra due giornate diventa Osimhen o Immobile, chi lo sa, ma ad oggi il giudizio è questo. Bene Dorval, male Maita al di là dell’errore in comproprietà con Pucino che ha generato il vantaggio del Benevento, Maiello così così, Folorunsho sbiadito poteva e doveva fare meglio, benino la difesa con qualche sbavatura qua e là con le puntuali amnesie quando c’era da anticipare gli attaccanti nei colpi di testa che puntualmente sono capitati, male Botta, evidentemente la gara scorsa era stata un fuoco di paglia, Cheddira non pervenuto, e se non avesse avuto l’opportunità del rigore realizzato avrebbe meritato l’insufficienza piena, e i motivi sono noti: ormai lo conoscono tutti e lo si cerca di fermare con le buone e soprattutto con le cattive, poi da diverse giornate gli son venuti meno gli assist filtranti o le verticali di Maita e di Folorunsho, a ciò vada ad aggiungersi il fatto che ultimamente brilla troppo la sua stella sia nel mercato, sia tra i tifosi e si sa che quando si tira troppo la corda alla fine si spezza. Di Antenucci e Bellomo abbiamo detto: hanno dato vivacità e movimento facendo uscire il Bari dal guscio. Inconsistente Salcedo, da lui ci si aspettava di più nelle opportunità che ha avuto fino adesso nonostante il confortante avvio, poca cattiveria, poco determinante e spesso confusionario. A ciò si vadano ad aggiungere le ammonizioni che hanno condizionato la gara, alcune indubbiamente discutibili, e che hanno costretto Mignani ai cambi. Il solo Caprile, ancora una volta, è stato determinante, forse sul tiro di Improta poteva fare qualcosa di più, ma è solo una soggettiva impressione, magari ci sbagliamo. Ma in generale, diciamo che è stata la squadra non aver girato oggi.

Di questo Bari ancora malato e, forse, sulla via della convalescenza, guardiamo il lato positivo: è un punto guadagnato, poteva andare peggio, l’unico rimpianto è quello di non aver osato in superiorità numerica arretrando il baricentro e concedendo agli avversari la possibilità di vincere la partita. Queste gare sono maledette, meglio accontentarsi di un punto “sporco”. Del resto scriveva Ovidio negli “Amores: “Perfer et obdura! Dolor hic tibi proderit olim: saepe tulit lassis sucus amamrus opem”, vale a dire: “Sopporta e resisti! Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile: spesso una medicina amara porta giovamento ad un malato”.

Ché si prenda e si porti a casa questo punto, ché questa seconda gara senza sconfitte dopo un periodo negativo sia un viatico per riprendere a camminare come ad inizio stagione perché questa squadra ha le qualità giuste per farlo.

Massimo Longo

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