A colpi di missile la sfida di Kim a Washington e Seul 

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Ancora un test, fallito, con uno Hwasong-17 a lungo raggio seguito da altri due lanci di armi a corto raggio

di Eugenio Buzzetti

© KIM WON JIN / AFP

AGI – La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico intercontinentale (Icbm) e altri due missili balistici a corto raggio, dopo la pioggia di missili di ieri, in una nuova provocazione, segnata da un apparente fallimento.

Il settimo missile balistico a lungo raggio lanciato dalla Corea del Nord nel corso di quest’anno, che si presume essere uno Hwasong-17, è avvenuto dall’area di Sunan, a nord di Pyongyang: il missile ha percorso 760 chilometri raggiungendo un’altitudine di 1.920 chilometri, secondo i rilievi dei militari di Seul, ma l’Icbm di nuovo tipo sembra avere fallito nella fase di separazione durante il volo. Poco più di un’ora più tardi, la Corea del Nord ha lanciato altri due missili balistici a corto raggio che hanno percorso 330 chilometri a un’altitudine di circa 70 chilometri.

Il lancio dell’Icbm ha fatto scattare l’allerta in tre prefetture settentrionali del Giappone: l’allarme è poi rientrato, dopo che il missile sembrava essere finito in mare.

Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha definito i lanci di Pyongyang “barbarici e assolutamente inaccettabili”, e nuove condanne alle provocazioni del regime di Kim Jong-un, sono arrivate anche da Corea del Sud e Stati Uniti: il Dipartimento di Stato Usa, in una nota, ha definito i lanci “una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e una dimostrazione che il regime di Kim rappresenta una “minaccia” alla pace e alla sicurezza internazionali.

Da Pechino, invece, il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, ha sollecitato Usa e Corea del Sud a creare le condizioni per la ripresa del dialogo con Pyongyang. Mercoledì la Corea del Nord aveva lanciato almeno 23 missili di vario tipo, il numero più alto in un solo giorno. Tra questi c’era anche un missile balistico a corto raggio, finito al largo delle coste sud-coreane, mai così vicino alla Corea del Sud dalla fine della guerra di Corea, nel 1953, a cui Seul ha riposto con il lancio di tre missili aria-terra in acque al largo delle coste nord-coreane.

I lanci di mercoledì, a cui si sono aggiunti oltre cento colpi di artiglieria, sono stati visti come una risposta alle esercitazioni aeree su larga scala che Seul e Washington stanno compiendo da lunedì scorso, e che giovedì hanno deciso di prolungare. L’annuncio è stato dato dall’Aeronautica sud-coreana, senza specificare quando termineranno le esercitazioni congiunte, che coinvolgono circa 240 aerei da combattimento.

Corea del Sud e Stati Uniti sottolineano che le esercitazioni sono di natura difensiva, ma Pyongyang le vede come prove di invasione e ha minacciato Seul e Washington di fare loro pagare “il prezzo più orribile nella storia”, qualora decidessero di attaccare la Corea del Nord.

L’accelerazione delle attività missilistiche di Pyongyang nei lanci di missili dalla fine di settembre preoccupa gli esperti sud-coreani che vedono le recenti mosse di Pyongyang come un segnale che il regime di Kim possa compiere il settimo test nucleare della sua storia, e il primo dal 2017, prima di prendere in considerazione una ripresa del dialogo con gli Stati Uniti.

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