Intervista all’attivista e blogger tarantino Giuseppe Pignatale

Arte, Cultura & Società

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Puntando sul valore della rete sociale e della sociurgia, quelle affrontate in questa intervista dall’attivista e blogger tarantino Giuseppe Pignatale sono questioni attuali strettamente legate ad un contesto civile ed economico non debitamente considerato per molto tempo, da lui rispolverato con dettagliati report su Supersapiens.it – Promozione Sviluppo Globale BENESSERE, un portale culturale con forum.

1) D: Giuseppe, qual è oggi a parere tuo la funzione della rete sociale? Può esprimere un valore in termini di “sociurgia”(* *)?

R: La funzione della rete sociale è fondamentale, se usata bene e da persone di competenza per realizzare grandi programmi di sviluppo, per inculcare nei cittadini la voglia di fare, ma ci sono anche forme di raggiro e hackeraggio che potrebbero fare molto male.

2) D: Le civiltà tradizionali erano dure, nondimeno esse arrecavano un reale appagamento agli uomini di essenza tenace che avevano il coraggio di accettare quelle dure condizioni. Gli altri, più deboli, acquisivano tuttavia, all’interno di quell’ambiente, il massimo che potevano raggiungere di accrescimento interiore. Da ciò non consegue però che essi ne ottenessero appagamento. Le civiltà moderne rifiutano tutto ciò che è sofferenza. Esse cercano di togliere dalla vita dell’uomo tutte le difficoltà, tutti i dolori. Le donne – o gli uomini – sono perfino arrivate a non accettare più le sofferenze della maternità. E’ una bevanda intollerabile. Le civiltà moderne soccomberanno per questo rifiuto di soffrire?

R: In passato la vita era più difficile, per le stesse condizioni di vita … Poi la rivoluzione industriale ha portato alla lotta sociale per una più equa diffusione della ricchezza prodotta. Poi lo sviluppo della medicina ha favorito una vita migliore e sembrerebbe che l’uomo non sia più propenso alla sofferenza come in passato.

3) D: Oltre la nostra che è una società ancora capitalista e alla fine questo sistema mi pare abbia funzionato, in una società auspicabilmente più equa, le reti sociali possono assolvere una funzione dell’uguaglianza di possibilità e della ridistribuzione di ricchezza?

R: Il capitalismo non ha funzionato bene, anzi. Dopo la guerra di secessione americana gli Usa erano al lastrico e i civili bianchi si sono rivalsi sulla gente di colore, sui pellirossa, a cui hanno tolto tutto. Poi, i periodi di crisi come il 1929, e via via fino ad oggi. Per il futuro dell’umanità è fondamentale il capitalismo sociale: mettere i punti strategici economici  in mano a ogni singolo stato, come la siderurgia, attorno cui girano le imprese, il lavoro continuativo, il risparmio tutelato, …In effetti io ho l’impressione che nonostante la situazione attuale la gente sia poco avvezza al sacrificio. Siamo in un periodo di transizione dove occorre aggiornare il sistema globalmente. Occorre essere cittadini vivi, presenti, porre le condizioni per lavorare di più per produrre di più quello che ci serve per garantirci un futuro. Pagare tutti equamente le tasse in funzione dei redditi. E, se oggi è difficile riscuotere le tasse, che cosa succederà domani in cui la ricchezza sarà prodotta nello spazio? Non vogliamo impianti siderurgici altamente inquinanti, non vogliamo le pale eoliche che rovinano l’ambiente …. Bisogna fare partire il capitalismo sociale, inculcando nei cittadini la voglia di mettersi in gioco. Non si può  vivere come sanguisughe.

Le rete sociali saranno importanti per le comunicazioni rendendo tutti partecipi.

4) D: Consideri che la relazione possa rappresentare realtà materialmente emergente, tale da restituire veri e propri beni relazionali? In tal senso, qual è la tua esperienza nell’ambito delle iniziative che conduci?

R: Trovando persone che condividano le stesse idee di progresso, ma non è facile in un mondo dove tutti chiedono per non dare nulla in cambio.

(*) Giuseppe Pignatale è nato a Taranto il 18/05/1959. Si è diplomato con ampi voti presso l’Istituto Tecnico Pacinotti nel 1978. Avendo, nel frattempo, brevettato l’accumulatore al solfato di magnesio, da impiegare nella trazione elettrica, partecipava, fine novembre 1978, alla Esposizione Internazionale delle Invenzioni di Ginevra vincendo una medaglia d’argento. All’età di 16 anni, per hobby si appassionava allo studio delle pile e, attraverso le sue ricerche, realizzava un accumulatore al Solfato di magnesio(MgS04). Il 1 ottobre 1979 si è arruolato come Allievo Sottufficiale dell’Aeronautica Militare a Caserta. Giunto al massimo della carriera di sottufficiale dell’Arma Azzurra, si è congedato con il grado di Primo Maresciallo il 27 luglio 2015. Ora, con lo spirito del militare in congedo, è impegnato nel sociale, contribuendo al miglioramento sociale, morale, tecnologico e complessivo della società attuale. Tra le sue attuali iniziative, è autore del blog Supersapiens.it – Promozione Sviluppo Globale BENESSERE, un portale culturale con forum (v. in particolare: www.supersapiens.it/amotaranto.html)

(**) “Sociurgia”. In alcuni ambienti della società civile, culturali ed artistici si sta discutendo e portando avanti la concettualizzazione di un termine innovativo: «sociurgia» (un nome composto ibrido, latino e greco, che da societas, ossia «società», + ἔργον, ossia «opera», letteralmente significa «opera sociale»). Si denota quindi una funzione sociale attiva, operante, in cui la promozione e la divulgazione costituiscono una dimensione che sul fronte di cultura, arte, tradizione… inferisce tutto il resto, la conoscenza, la curiosità, la relazione, i valori sociali. Quella interdipendenza naturale, necessaria, etica che non concepisce cultura, arte, ossia tutto ciò che attiene lo spazio dello spirito, appunto, come luogo a parte, elitario e autoreferenziale, ma come bene pubblico. Mezzo comune di progresso e civiltà. Forse nulla di sostanzialmente nuovo, ma una rinnovata dialettica tra contenuti e forme, utile a creare movimento per recuperare dal passato insegnamenti, dalla presente nuova linfa e tentare di oltrepassare contraddizioni sotto gli occhi di tutti.

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