I nativi digitali? Smidollati che seguono ciecamente il mainstream

Arte, Cultura & Società

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Intervista a cura di Mariangela Cutrone

Con all’attivo venti romanzi, considerato “uno scrittore politicamente scorretto” e d’impatto, Pier Francesco Grasselli è tornato in libreria con un nuovo romanzo, I Maschilisti, Autobiografia erotica edito da Mursia. Protagonista del romanzo è il suo alter ego che lui dichiara essere “più ego” che “alter”, impegnato ad affermarsi nel suo mestiere di scrittore in una cittadina provinciale come Reggio Emilia in cui sembra quasi inaccettabile dedicarsi ad un lavoro basato sulla letteratura e la cultura in genere.  Contrariamente al titolo del libro, il protagonista Pier Francesco è un vero e proprio amante del genere femminile che non smette mai di esplorare e decantare.

È proprio sulle sue dinamiche relazionali e sui suoi incontri col genere femminile che questo romanzo si basa trasudando passione ed eros narrate con una pornografia marcata d’effetto e al tempo stesso ironica. Quella di Grasselli è una scrittura che lascia il segno perché prorompente e senza alcun filtro. Colpiscono le sue critiche nei confronti delle nuove generazioni e della cultura di massa odierna che lascia poco spazio alla creatività e all’espressione del talento innato. Lo ritengo il Bukowski dei nostri tempi, senza peli sulla lingua pronto a delineare i tratti di una società che rischia di andare sempre più allo sbando in cui i rapporti sentimentali sono così liquidi, fugaci tanto da rischiare di venire a noia così come accade al protagonista del suo romanzo.

Del suo romanzo d’effetto, del dionisiaco che è in ognuno di noi e di quello che hanno perso le nuove generazioni rispetto alla generazione X conversiamo piacevolmente con Pier Francesco Grasselli in questa ispiratoria intervista.

 

Partiamo dall’origine, come nasce l’ispirazione per i tuoi romanzi e in particolare per I Maschilisti?

L’origine dell’ispirazione cambia a seconda del genere che tratto. Nello specifico per i Maschilisti l’ispirazione è nata attingendo alla mia parte “dionisiaca”. Ogni persona è spirito e materia. Angelo e demone allo stesso tempo. Con questo romanzo ho dato voce alla parte più carnale ed edonistica di me.

Come mai il titolo I Maschilisti eppure… il protagonista del tuo romanzo ama tanto il genere femminile…

Il titolo è una provocazione. A paragone delle nuove generazioni, la generazione X è sicuramente più “maschilista”… ma in modo ironico.

Colpiscono del tuo romanzo le critiche che emergono nei confronti delle nuove generazioni, dai millennials alla generazione Z…

Noi della generazione X siamo cresciuti in maniera diversa rispetto ai nativi digitali. Vedevamo i film comici di Abantantuono, che ci hanno formato in maniera tragicomica in tema di identità sessuale e razzismo. Eravamo anche molto più ribelli e contestatori. Le nuove generazioni credono ciecamente nel mainstream senza mai metterlo in discussione. Mi sembrano molto più remissive.

Secondo te cosa hanno perso le nuove generazioni rispetto alla generazione X?

Le nuove generazioni sono continuamente distratte dalle nuove tecnologie e dai social. Questi ragazzi hanno perduto la capacità di contestazione. Sono troppo impegnati a coltivare la propria immagine… una vera e propria ossessione. Hanno fame di contenuti autentici e profondi… e neppure lo sanno. Svicolano costantemente in una superficialità frenetica che non consente loro di focalizzarsi su contenuti profondi e soddisfacenti. Questo è uno dei motivi per cui tra le nuove generazioni è diffuso il disagio psicologico, la depressione.

Colpiscono dei tuoi romanzi le citazioni musicali e i riferimenti a band importanti nel panorama rock. Che ruolo ha la musica nella tua vita di scrittore?

Sono cresciuto con la musica rock e apprezzo tanto anche la musica classica. Per me la musica è importantissima. Nel mio romanzo faccio riferimento a discoteche rock come Il Corallo, che diffondevano negli anni Novanta la musica “vera”. In questi locali si ballava, si conosceva altra gente accomunata da questa passione. Purtroppo questi posti sono stati convertiti in locali in cui si ascolta la musica d’oggi, che ritengo agghiacciante.

I Maschilisti trasuda eros e passione. Possono combaciare secondo te?

Assolutamente sì. Ne I Maschilisti c’è molto eros, espresso con una pornografia marcata, che si prende molto in giro.  Nel prossimo romanzo invece si parlerà più d’amore, perché Pier Francesco incontrerà una donna che gli farà perdere completamente la testa e della quale si innamorerà davvero. Invece nel mio romanzo La Musa, uscito l’anno scorso per Pendragon, affronto una forma di amore atipica, e c’è un erotismo che non ha nulla a che fare con la pornografia.

A proposito della musa, che è fondamentale per noi poeti e scrittori, come dovrebbe essere la musa di Pier Francesco Grasselli?

Le donne della mia vita sono state inevitabilmente le mie muse, anche quelle che mi hanno fatto soffrire. Uno scrittore attinge al 90% alla propria esperienza personale nel delineare e costruire i personaggi dei propri romanzi, sia dal punto di vista fisico che caratteriale.  Quando arriva la tua musa ti sorprende, sempre. E spesso, quando entra nella vita di un artista, la sconvolge.

Inconsciamente portiamo nella nostra scrittura le influenze degli scrittori che abbiamo tanto amato. Hai dei mentori in ambito letterario che ti hanno segnato?

Assolutamente sì. Henry Miller è tra gli scrittori che mi hanno influenzato di più. Leggerlo si è rivelata un’esperienza sorprendente anche se l’ho scoperto e rivalutato solo intorno ai trent’anni. Un altro autore che amo tanto è John Niven a cui penso di essere affine per la scrittura politicamente scorretta e d’impatto. Adoro anche Goethe e Dante, insomma i classici.

Quanto è cresciuto artisticamente Pier Paolo Francesco Grasselli dalla trilogia de L’ultimo Cuba Libre a I Maschilisti?

Direi tantissimo, sia psicologicamente che artisticamente parlando. Dopo questa esplosione iniziale di romanzi “modaioli”, iniziata all’età di vent’otto anni, mi sono chiuso in casa per dieci anni, a scrivere La Ricerca di Sé stessi, basata su esperienze personali e scritta con l’obiettivo di trovare e dare risposte a domande esistenziali, un percorso che mi ha impegnato per molto tempo e mi ha permesso di coltivare e conoscere la mia parte più profonda. Nel corso egli anni è cambiato il mio stile di scrittura divenendo più versatile e dinamico.

Sei in continuo fermento creativo…

Sì, infatti riesco a lavorare a più progetti contemporaneamente senza problemi…trovo questo modus operandi più stimolante perché, mentre lavoro a un progetto, il mio inconscio lavora sull’altro.

A chi consigli la lettura de I Maschilisti?

Lo consiglio innanzitutto a chi non si scandalizza tanto facilmente… e a chi sa prendersi in giro.

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