L’Ue frena sul price cap del gas: “Serve un ampio consenso”

Economia & Finanza

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La commissaria Simson: “Noi vogliamo delle misure che aiutino e non danneggino”. L’intervento dell’esecutivo prevede un ruolo centrale della piattaforma per gli acquisti comuni di gas e un intervento sul Ttf di Amsterdam per aumentare la trasparenza, ridurre la speculazione e tagliare i picchi dei prezzi

di Brahim Maarad

© Michal Cizek / Afp
– Kadri Simson

 

AGI – Le posizioni degli Stati Ue sul pacchetto delle misure contro il caro energia si avvicinano sempre di più.

Ma non ancora abbastanza da arrivare ad approvare un price cap (seppure dinamico) al gas. Si è concluso così il Consiglio informale Energia di Praga, il quarto dal primo luglio, da quando la Repubblica Ceca ha assunto la presidenza di turno dell’Unione.

La Commissione ha promesso che il 18 ottobre, martedì prossimo, presenterà “un nuovo pacchetto di proposte che non sarà l’ultimo” per dare ufficialità ai suggerimenti che finora hanno raccolto il consenso più ampio.

E tra questi non c’è il price cap. Nemmeno quello sul gas per la formazione del prezzo dell’elettricità. L’intervento dell’esecutivo europeo verterà su quattro assi: un ruolo centrale della piattaforma per gli acquisti comuni di gas, per tornare a riempire gli stoccaggi in vista di un inverno 2023-2024 che sarà ancora più difficile di quello che abbiamo alle porte; un intervento sul Ttf di Amsterdam per aumentare la trasparenza, ridurre la speculazione e tagliare i picchi dei prezzi; maggiore risparmio energetico (probabilmente l’obiettivo per gli Stati membri di taglio del 15% i consumi di gas, attualmente volontario, diventerà obbligatorio) e, infine, un meccanismo di solidarieta’ piu’ strutturato (attualmente e’ limitato agli accordi bilaterali).

“Presentiamo delle proposte che hanno un ampio sostegno tra gli Stati. Per il price cap al gas per l’elettricità vedremo nel weekend se arriverà questo consenso“, ha ammesso la commissaria all’Energia, Kadri Simson, al termine della riunione.

“Abbiamo bisogno di un meccanismo temporaneo per limitare i prezzi. Come parte del prossimo pacchetto, illustreremo come questo meccanismo potrebbe funzionare e come mitigare i rischi che inevitabilmente tale meccanismo comporta”, ha spiegato.

“Non è questione di maggioranza. Noi vogliamo delle misure che aiutino e non danneggino. I mercati hanno funzionato bene per anni, dobbiamo quindi intervenire in quei punti che non funzionano, in modo che questo intervento ci dia i risultati che ci aspettiamo”, ha sottolineato il ministro ceco dell’Energia, Jozef Sikela, sintetizzando la posizione degli Stati più scettici.

Tra questi ci sono Germania e Paesi Bassi. Che ieri si sono presentati alla riunione con un non-paper che traccia la loro linea, in risposta anche al documento presentato da Italia, Polonia, Belgio e Grecia in cui veniva introdotta l’ipotesi di un tetto al prezzo del gas dinamico, legato alle fluttazioni di mercato.

L’unico price cap che Berlino e l’Aja prendono in considerazione è quello alle importazioni di gas attraverso i gasdotti russi. Una soluzione ritenuta ormai irrilevante dalla maggioranza dei Ventisette. Così come chiudono all’ipotesi di un price cap al gas nella formazione dell’elettricità.

“Sono misure che potrebbero aumentare la domanda e andrebbero considerati con molta attenzione“, hanno scritto. Viene segnalata invece la disponibilità per acquisti congiunti con il conseguente riempimento coordinato degli stoccaggi; negoziati con i fornitori affidabili per ridurre i prezzi (Stati Uniti, Norvegia, Algeria); nuovo indicatore di mercato per il Gnl e solo una maggiore sorveglianza per il Ttf di Amsterdam.

Scorrendo gli altri punti della proposta che verrà presentata la prossima settimana dalla Commission (sarà discussa dai ministri al Consiglio il 25 ottobre e possibilmente approvata a novembre), il secondo riguarda il taglio dei consumi.

Qualsiasi intervento sul mercato del gas richiede un’ulteriore riduzione della domanda di gas. Un’opzione è attivare l’allerta Ue, che renderebbe obbligatorio l’obiettivo di riduzione della domanda del 15%. Ma potrebbero essere necessari un approccio diverso o ulteriori misure per garantire che il livello di risparmio sia sufficiente. Qualsiasi misura che adottiamo per abbassare i prezzi non deve inviare segnali sbagliati che fanno aumentare i consumi in tutta l’Ue”, ha spiegato Simson.

Per quanto riguarda la solidarietà, “poiché non tutti gli Stati membri dispongono di accordi di solidarietà reciproca, proporremo un accordo che sarebbe direttamente applicabile in questo caso. Ciò garantirà di essere preparati e pronti ad agire nel caso in cui questi accordi saranno necessari”, ha annunciato la commissaria. Infine la proposta per facilitare gli acquisti congiunti di gas.

“Ciò consentirà all’Ue di utilizzare il suo potere d’acquisto collettivo per limitare i prezzi ed evitare che gli Stati membri si sorpassino a vicenda sul mercato, aumentando così i prezzi e facendosi concorrenza. Garantirà trasparenza e aiutera’ in particolare gli Stati membri più piccoli, che si trovano in una situazione meno favorevole come acquirenti.

Il nostro focus sarà, ma non solo, il coordinamento e l’aggregazione del riempimento degli stoccaggi di gas per il prossimo inverno”, ha chiarito Simson. Insomma viene replicato il modello vaccini contro il Covid. Sperando nello stesso successo.

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