Morning Bell: inizia la stagione delle trimestrali

Economia & Finanza

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Il trend sui mercati resta negativo, anche se dovremo aspettarci un andamento zigzagante. In Asia, la Borsa di Tokyo e quella di Seul sono chiuse, mentre Hong Kong e Shanghai, perdono oltre il 2% e quasi l’1%, dopo la nuova stretta decisa venerdì dalla Casa Bianca sulle esportazioni di tecnologia Usa verso la Cina

di Alessandro Galiani

AGI – Avvio debole per i mercati in attesa dei dati di settembre sull’inflazione statunitense, che verranno diffusi giovedì. Inizia la stagione delle trimestrali e i mercati governativi statunitensi resteranno chiusi per la festività del Columbus Day, mentre saranno regolarmente aperti i mercati azionari e i future.

In Asia i listini sono in calo, così come i future a Wall Street e in Europa, mentre il prezzo del greggio arretra dopo la contrazione del settore dei servizi in Cina, sceso sotto i 50 punti a settembre, il che non fa ben sperare per la tenuta della domanda petrolifera.

“La direzione dei mercati questa settimana dovrebbe essere in calo perchè sia l’economia, sia i profitti aziendali rallenteranno e la Fed rialzerà ancora i tassi e li manterrà alti a lungo – commenta Chris Zaccarelli, chief investment strategist di Advisor Alliance, che aggiunge: “Viste le condizioni in cui stiamo operando credo sia prudente prepararsi ad una recessione“.

“Settembre si è confermato un mese poco favorevole per I mercati – commentano altri analisti – a ottobre andrà un po’ meglio, mentre i mesi che hanno la stagionalità migliore saranno novembre e dicembre. Ottobre sarà caratterizzato da veloci alti e bassi, anche se mediamente avremo ulteriori rialzi dei tassi e un drenaggio della liquidità”.

Insomma, il trend sui mercati resta negativo, anche se dovremo aspettarci un andamento zigzagante. In Asia, la Borsa di Tokyo e quella di Seul sono chiuse, mentre Hong Kong e Shanghai, perdono oltre il 2% e quasi l’1%, dopo la nuova stretta decisa venerdì dalla Casa Bianca sulle esportazioni di tecnologia Usa verso la Cina.

Le nuove regole includono, tra l’altro, il blocco delle spedizioni di un’ampia gamma di chip da utilizzare nei sistemi di supercalcolo cinesi impiegati per sviluppare armi nucleari e altre tecnologie militari. In calo anche i future a Wall Street e in Europa, dopo un’ottava complessivamente positiva a New York, nonostante una marcata flessione nella seconda parte.

Il mercato dei Treasury è chiuso e i future sul petrolio cedono pur essendo risaliti sopra 90 dollari al barile, dopo il taglio della produzione di petrolio di due milioni di barile al giorno da parte dell’Opec+, il più ampio mai messo in atto dalla pandemia.e dell’Opec+. Sul mercato dei cambi il biglietto verde torna a guadagnare terreno, sia sulla sterlina che scende a 1,10, sia sullo yen, che risale sopra quota 145, mentre l’euro resta sotto la parità.

Questa settimana il dato clou sarà quello sull’inflazione Usa. La previsione degli analisti è quella di un rallentamento dal sorprendente +8,3% annuo di agosto all’8,1%. I riflettori, in particolare, saranno puntati sul dato core atteso invece in accelerarazione, dal 6,3% al 6,5%.

Se così fosse i dati darebbero maggiore forza alla Fed per un ulteriore rialzo di 75 punti base nella prossima riunione di inizio novembre. Più in generale non solo i mercati ma tutto il mondo guarda col fiato sospeso all’incubo del nucleare. La Russia lo userà o meno? Intanto, dopo lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sull’esplosione del ponte che collega la Crimea alla Russia, il Nyt rivela: “Dietro l’attacco ci sono i servizi di intelligence ucraini”. Putin accusa gli ucraini di aver attuato un “attacco terristico” contro il ponte e il Cremlino alza i toni nei confronti dell’Europa, affermando che l’Ue “risentirà delle conseguenze negative di aver rifiutato l’energia russa per i prossimi 10-20 anni”.

Attesa per la riunione del Consiglio di sicurezza russo. Negli Usa, martedì, saranno pubblicati anche i dati sulla fiducia delle piccole imprese e, venerdì, l’indice sulla fiducia dell’Università del Michigan, utili per fornirci un quadro più chiaro sul sentiment generale. Infine, sempre venerdì, avremo le vendite al dettaglio attese in lieve rallentamento.

In area euro non sono attesi dati di rilievo se non, mercoledì, la produzione industriale e, venerdì, la bilancia commerciale. Tuttavia, dopo il vertice di Praga che non ha partorito nulla, c’è attesa per la riunione dei ministri dell’Energia di martedì e mercoledì che, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 ottobre, in tema di energia potrebbero mettere in campo delle proposte interessanti, tanto più che ora non c’è più l’ostacolo del voto in Bassa Sassonia, che ostacalavano la trattativa. Alle elezioni ha vinto l’Spd, che resta il primo partito, col 33%, anche se perde oltre il 3% rispetto a cinque anni fa e amche se l’ultra destra di AfD ha sfondato,raggiungendo l’11,5%.

Nel frattempo questa settimana inizia con una cattiva notizia proveniente dalla Cina: la contrazione del settore dei servizi cinese, penalizzato dalle restrizioni anti-Covid che hanno pesato sul turismo e sui consumi. L’indice Pmi, calcolato da IHS Markit e pubblicato da Caixin, è sceso a 49,3 punti a settembre, in calo rispetto ai 55 del mese precedente. È la prima volta da maggio che questo indice si trova in territorio negativo.

Questa settimana sul fronte banche centrali riflettori puntati sugli interventi di diversi banchieri centrali di Fed e Bce, tra cui quello di mercoledì di Christine Lagarde, dai quali tuttavia non si aspettano novità di rilievo.

Per la Fed sarà importante monitorare i verbali relativi all’ultima riunione di settembre e domani sarà interessante osservare come il Fmi vede il rischio recessione nel suo outlook annuale. L’istituto ha tagliato le sue previsioni di crescita globale per quest’anno e il prossimo, avvertendo che nel 2023 circa un terzo delle economie mondiali saranno in recessione. Infine venerdì prenderà il via la stagione delle trimestrali che vedrà i colossi bancari JPMorgan, Wells Fargo e Citigroup, pubblicare i loro risultati. Occhi puntati su margini, fatturati e su quanto sta impattando sui bilanci il dollaro forte.

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