Cos’è e come funziona il debito comune di Sure

Economia & Finanza

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Si tratta di uno strumento di sostegno temporaneo, pensato dagli Stati membri della Ue, per attenuare i rischi di disoccupazione in una condizione di particolare emergenza

di Brahim Maarad

Ursula von der Leyen

 

AGI – Sure è l’acronimo in inglese di Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, ossia lo strumento di Sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza. È stato pensato per aiutare a proteggere i posti di lavoro e i lavoratori durante la pandemia di Covid-19 ed e’ stato precursore del Next Generation Eu.

I fondi sono serviti ad aiutare gli Stati membri ad affrontare gli aumenti repentini della spesa pubblica per il mantenimento dell’occupazione. In particolare per coprire i costi direttamente connessi all’istituzione o all’estensione di regimi di cassa integrazione e di sostegni simili per i lavoratori.

Il bassissimo tasso d’interesse con cui la Commissione riesce ad accedere al mercato per i prestiti (le prime obbligazioni del 2021 sono state emesse con un rendimento negativo di -0,497% per i titoli a 7 anni e di 0,134% per quelli a 30) ha permesso ad esempio all’Italia finora di risparmiare oltre 4 miliardi di euro di interessi.

I prestiti concessi agli Stati membri sono sostenuti da un sistema di garanzie volontarie da parte degli Stati. Il contributo di ciascuno Stato all’importo complessivo della garanzia corrisponde alla sua quota relativa del reddito nazionale lordo totale (Rnl) dell’Unione europea, sulla base del bilancio 2020 dell’Ue.

Anche per questo Sure viene considerato un’espressione tangibile della solidarietà dell’Unione, in base alla quale gli Stati membri accettano di sostenersi a vicenda attraverso l’Unione mettendo a disposizione risorse finanziarie supplementari con prestiti.

Secondo l’ultimo rapporto della Commissione, Sure ha sostenuto circa 31,5 milioni di persone e 2,5 milioni di aziende nel 2020. Si tratta di quasi un terzo del totale dell’occupazione e delle imprese nei 19 Stati membri beneficiari. Nella prima metà del 2021, ha sostenuto circa 9 milioni di persone e oltre 800 mila imprese. Con il meccanismo gli Stati membri hanno risparmiato circa 8,5 miliardi di euro in pagamenti di interessi.

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