Il calo dell’affluenza alle elezioni non è un problema solo dell’Italia

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Dalla Francia passando per la Gran Bretagna arrivando agli Stati Uniti, al Canada e al Giappone. Cosa dicono i dati sulla partecipazione al voto nelle principali democrazie mondiali.

di Francesco Russo

AGI – Il nuovo minimo segnato dall’affluenza alle elezioni politiche italiane ha riacceso il dibattito sulla crisi della rappresentanza. Il dato colpisce perché riferito a un Paese che era abituato a una forte partecipazione al voto ma è in linea con una tendenza che viene riscontrata in molte tra le principali democrazie e in modo spesso ben più accentuato.

Un primo esempio assai rilevante è quello della Francia, che alle elezioni legislative dello scorso giugno ha registrato un’affluenza pari al 47,5% al primo turno e al 46,2% al secondo turno. Se è vero che alle presidenziali del mese prima aveva votato il 73,7% degli aventi diritto al primo turno e il 72% al ballottaggio, va ricordato che alle regionali del 2021 aveva disertato le urne ben il 66,7% degli elettori, una percentuale che l’allora ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, defini’ “preoccupante”.

Nel Regno Unito, se un voto cruciale come il referendum sulla Brexit del 2016 aveva mobilitato il 72,2% degli elettori, le elezioni politiche del 2019 avevano visto l’affluenza attestarsi a un non esaltante 67,3%, in calo di un punto e mezzo rispetto alla consultazione del 2017.

 

Quanto agli Usa, il 66,7% di affluenza delle presidenziali del 2020 puo’ apparire un numero poco elevato per un processo politico dalla simile risonanza mondiale. Va tuttavia ricordato che nel 2016 si era presentato ai seggi appena il 55,7% degli statunitensi, nonostante la forte polarizzazione del quadro (o forse proprio in virtù di essa).

Una percentuale, quest’ultima, analoga a quella (il 55,9%) registrata nel 2021 alle elezioni per il rinnovo del Parlamento giapponese, comunque un incremento rispetto al 53,7% delle politiche del 2017.

Non va chissà quanto meglio in Canada (62,1% alle elezioni federali del 2021), laddove, in un simile contesto, il Brasile non può certo lamentarsi del 79,7% e del 78% registrati, rispettivamente, al primo e al secondo turno delle elezioni generali del 2018.

L’eccezione, in Europa, è rappresentata dalla Germania. Nel 2019 il 76,8% dei tedeschi si reco’ a votare per il rinnovo del Bundestag, un dato piuttosto stabile rispetto al 76,2% del 2017. Fu invece un picco positivo il 75,8% di affluenza delle legislative spagnole dell’aprile 2019, in aumento di ben 9,3 punti rispetto al 2016.

Costretti a rimettere mano a scheda e matita nemmeno sette mesi dopo, gli spagnoli avrebbero risposto con meno entusiasmo alle nuove elezioni politiche del novembre 2019, quando la partecipazione al voto si fermo a un comunque non disprezzabile 69,9%.

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