L’Unhcr chiede che siano “incriminate” le madri dei migranti e poi si scusa

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Vincent Cochetel, inviato dell’Alto commissariato per i rifugiati, è nella bufera dopo aver scritto un tweet in merito a una manifestazione delle famiglie di migranti scomparsi. Le ong: “Deve dimettersi”. Nelle stesse ore si viene a sapere di una bambina di 4 anni morta dopo l’evacuazione da una barca in mare da oltre dieci giorni.

di Fabio Greco

Migranti a Lampedusa

 

AGI –  “Mi dispiace per le perdite di vite umane, ma le stesse madri non si pongono problemi quando si tratta di incoraggiare i propri figli, dando loro soldi, a intraprendere questi viaggi così pericolosi. Incriminare simbolicamente le famiglie che mettono a rischio la vita dei propri bambini, come si fa in Senegal, potrebbe spingere a modificare questo modo di fare”: non sono Matteo Salvini o Giorgia Meloni a fare queste dichiarazioni, ma Vincent Cochetel, inviato per il Mediterraneo centrale e occidentale dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr), che scrivendole su Twitter ha scatenato le reazioni di diverse ong e la richiesta di “dimissioni” dall’incarico.

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Cochetel rispondeva, nel tweet, a Maurice Stierl, uno studioso di migrazioni, che aveva postato l’immagine di una manfestazione a Zarzis, in Tunisia, di madri di persone scomparse nel Mediterraneo durante il viaggio verso l’Europa. “Quelli del portavoce dell’Unhcr – ha reagito, tra gli altri, Alarm Phone – sono commenti cinici, di chi non riesce a comprendere quali ragioni muovano le persone a quei viaggi pericolosi. Si dimetta!”.

Cochetel, francese che ricopre l’incarico dal 2016, si e’ poi scusato: “Riflettendo sulle forti reazioni ai miei precedenti tweets – ha scritto – ne ho concluso che i miei commenti erano inappropriati. Mi scuso, soprattutto con le madri che hanno perso i propri figli. La mia frustrazione nel vedere così tante vite umane perdute e l’impunità dei trafficanti non giustifica le mie parole”.

La bufera sull’Unhcr arriva nelle ore in cui si viene a sapere che una bambina di quattro anni è morta dopo essere stata evacuata dall’imbarcazione, con a bordo 60 migranti, che da diversi giorni chiedeva soccorso dalla Sar di Malta, in cui si trovava. La bambina, spiega Alarm Phone, era stata presa a bordo di un elicottero dal mercantile che aveva soccorso i migranti ma è spirata prima di arrivare in ospedale.

Alarm Phone aveva dato notizia della richiesta di soccorso oltre tre giorni fa, indicando una barca partita dal Libano e “in viaggio da dieci giorni”. “La barca sta affondando, e non hanno cibo nè acqua”, aveva scritto la ong su Twitter. Nelle ore successive un mercantile si era avvicinato all’imbarcazione, ma senza assisterli: “Malta rifiuta di autorizzare il mercantile Sti Solace, che si trova nell’area, di soccorrerli”.

Altri due migranti, secondo quanto affermato dai migranti, sono morti nelle ore del naufragio. Inoltre, il mercantile mercantile MV UNO battente bandiera maltese “non e’ intervenuto e ha abbandonato la barca” al proprio destino.

L’imbarcazione continuava a essere alla deriva, tornata indietro in acque greche ma “diversi mercantili, tra cui lo Msc Nela e l’Ha Long Bay, le sono passati accanto senza aiutare”. Intanto, nello scafo entrava acqua. Poi, anche i parenti dei naufraghi hanno perso i contatti con la barca.

L’Alto commissariato per i rifugiati ha confermato la morte della bambina, di origine siriana, esprimendo “le condoglianze alla famiglia”. “Ha trascorso giorni alla deriva su una barca nel Mediterraneo”, ha affermato l’agenzia dell’Onu, che sottolinea: “La ricerca e il soccorso in mare e lo sbarco tempestivo sono obblighi internazionali per prevenire ulteriori perdite di vite umane”. L’Unhcr, in un tweet ripreso da Cochetel, ha tenuto a precisare di essere solidale “con le famiglie di coloro che hanno perso la vita in viaggi pericolosi”.

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