Le 3 ragioni che hanno spinto Virginia Raggi a non candidarsi alle elezioni

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L’ex sindaca di Roma le ha spiegate in un lungo post sui social in cui ha sottolineato l’importanza del suo ruolo come consigliera e la volontà di riappropriarsi della sua vita privata dopo gli anni passati a governare la Capitale.

Virginia Raggi

 

AGI – “A tutti coloro che mi hanno chiesto il motivo della non candidatura alle parlamentarie”. Esordisce così, sui suoi profili social, l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. “Inizio col dire che secondo le nostre regole interne, quella del doppio mandato e del mandato Zero, ritengo che sarei stata perfettamente candidabile. Del resto, nel 2021 mi sono potuta ricandidare proprio in virtù di queste due regole e sono attualmente in corso di secondo mandato. Ma tre motivi irrinunciabili mi hanno guidato”, spiega.

Le tre ragioni della rinuncia

“In primo luogo sono stata eletta in consiglio comunale e secondo un principio del Movimento 5 stelle che rispetto, se vieni eletto all’interno di un’istituzione, non mi sentirei a mio agio nel fare il salto altrove. Ma soprattutto, non ho mai nascosto la mia contrarietà verso le alleanze strutturali e i campi progressisti con i partiti tradizionali e ad oggi non potrei dire con certezza quali saranno, nei prossimi cinque anni in Parlamento, i nostri futuri compagni di viaggio in Parlamento, a differenza di quanto accade nel Consiglio di Roma dove la nostra linea è da sempre è chiara. Ma mi immaginate in uno scenario futuro a dover lavorare gomito a gomito con chi ci ha sempre ostacolato? Eddai su, per me non è possibile!”, dichiara.

“Per questo, senza giudizi morali, credo sia giusto che si candidi alle parlamentarie chi ritiene determinati scenari possibili ed eventualmente accettabili”, scrive Raggi. “Infine, è a tutti noto che in questi ultimi cinque anni, come era giusto per il mandato che avevo ricevuto dai cittadini Romani, ho vissuto unicamente per fare il Sindaco 7 giorni su 7, h24. La mia vita privata si è totalmente azzerata e sono arrivata a vedere mio figlio solo a colazione. Ho perso cinque dei suoi anni e in particolare quelli durante i quali si è formato”, sottolinea.

“Ora, in tutta onestà, ho bisogno di recuperare il tempo con lui, di vederlo crescere, di aiutarlo, giocare con lui e di riscoprirlo. La libertà riconquistata nel mio nuovo ruolo, non è per me barattabile o comprimibile. Almeno adesso. A chi se lo sta chiedendo, lo avrei fatto per un secondo mandato da sindaco per portare a conclusione e dare un senso a tutto quanto fatto nel primo mandato”.

“Ora fare la consigliera e riprendere il mio lavoro, mi consente di conciliare tempi di vita e di lavoro. Chi mi conosce, sa che queste cose le penso e le dico da sempre ma, ahimè, è vero che non ho motivato pubblicamente”, nota. “La coerenza la devo soprattutto a me stessa, al percorso che ho fatto in questi dodici anni e che continuerò a fare finchè ne avrò voglia, come consigliere comunale, come attivista e come membro del comitato di garanzia. Per questo non posso che rinnovare gli auguri a tutti gli attuali candidati: che abbiano per i prossimi cinque anni l’entusiasmo e la forza del primo giorno”, conclude.

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