L’Istat conferma le stime: l’inflazione a luglio sale dello 0,4% e arriva a 7,9%

Economia & Finanza

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Il carrello della spesa registra aumenti come non accadeva dal 1984. Pesano gli aumenti dei beni alimentari lavorati, ma rallentano i beni energetici.

di Andrea Managò

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AGI – Aumenta dello 0,4% a luglio l’inflazione su base mensile, mentre il dato su base annua segna +7,9%, contro il +8,0% del mese precedente. La rilevazione dell’Istat conferma dunque la stima preliminare, con la crescita dei prezzi che rimane elevata nel calcolo sui 12 mesi pur riducendosi di un decimo percentuale. Mentre il dato su quella acquisita per il 2022 segna +6,7%.

A preoccupare è soprattutto la corsa dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984.

Era l’anno della sigla del concordato tra Italia e Santa Sede e del primo macintosh realizzato dalla Apple. Un’altra epoca. L’andamento dei dati è contrastante. Da una parte, infatti, rallentano i prezzi dei beni energetici (da +48,7% di giugno a +42,9%) – cresciuti con l’invasione dell’Ucraina da parte delal Russia e la crisi del gas che ne è seguita – con quelli regolamentati che passan da +64,3% a +47,9%, mentre i prezzi dei non regolamentati crescono del 39,8% (da +39,9%).

Decelerano invece i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,0% a +4,6%). Contestualmente, però, accelerano i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,5%), dei servizi di trasporto (da +7,2% a +8,9%), dei beni non durevoli (da +2,9% a +3,6%), di quelli durevoli (da +2,8% a +3,3%) e dei servizi vari (da +1,1% a +1,6%). Corrono anche i prezzi dei prodotti per la cura della casa e della persona (da +8,2% a +9,1%).

“Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio non frena l’onda lunga delle tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici”, commenta l’Istat.

L’istituto annota che la crescita del costo degli alimentari lavorati, dei beni durevoli e non, dei servizi relativi ai trasporti e di quelli vari accelera, “spingendo l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +4,1%) e quella al netto dei soli beni energetici (+4,7%) a livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996”.

Preoccupate le associazioni dei consumatori. L’inflazione ancora elevatissima è una “tragedia per i consumatori e avrà effetti pesantissimi sull’economia nazionale” sostiene il Codacons. Mentre per l’Unione Nazionale dei Consumatori: “In media per una famiglia il rialzo annuo è di 2.036 euro, 564 euro per mangiare e bere, 585 per il carrello”.

Il rialzo dei prezzi non riguarda solo l’Italia nell’Eurozona. Oggi sono stati pubblicati anche i dati sull’inflazione tedesca a luglio, sono in linea con le attese: sul mese sale allo 0,9% dallo 0,1% precedente.

Su base tendenziale invece scende leggermente al 7,5% dal 7,6% del mese precedente. L’indice dei prezzi al consumo armonizzato tedesco è passato a +0,8% a livello congiunturale (da -0,1%) ed è avanzato dell’8,5% su base tendenziale (da +8,2%), anche in questo caso in linea alla lettura preliminare e alle stime. Oggi in giornata sono attesi, invece, i dati Usa.

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