La redazione sarebbe pronta a far saltare il numero di settembre per le rivendicazioni su salari, contratti e riconoscimento sindacale.
Sulla scia del successo della contestazione “no contract no click” già attuata dalla redazione di Wired – una delle tante pubblicazioni del colosso editoriale Condé Nast – ora anche i dipendenti di Vogue sembrano intenzionati a portarla nella loro stessa testata, minacciando di fatto la ‘September Issue’.
L’uscita del numero di settembre è uno degli eventi dell’anno nel mondo della moda internazionale, con centinaia di pagine che presentano le tendenze autunnali, generando cospicue entrate pubblicitarie.
Il mese scorso Wired ha perso milioni di dollari quando i suoi lavoratori hanno minacciato di bloccare i link pubblicitari sul sito. Se dovesse verificarsi, questa potrebbe essere la prima protesta digitale nei 34 anni di storia di Wintour al timone di Vogue anche se non è nuova a questo genere di contestazione. Lo scorso aprile la temibile sacerdotessa della moda ha resistito agli slogan di 400 manifestanti fuori dalla sua casa di New York con striscioni che denunciavano: “Non si può mangiare prestigio” e “Il capo veste Prada, i lavoratori niente”.
Anna Wintour, la cui figura ha ispirato l’iconico film “Il diavolo veste Prada”, nel quale veniva interpretata da Meryl Streep, è anche direttrice del contenuto mondiale del gruppo Condé Nast.