L’autocrate  sconfitto

Politica

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di Romina G. Bottino 

Quasi inaspettatamente è finito il governo dei migliori e delle larghe intese che avrebbe dovuto approvare una nuova legge elettorale, far rinascere il Paese con il superamento della pandemia e l’arrivo del denaro del PNRR col quale a loro dire  si sarebbe  sanata l’economia italiana. Alla notizia della fine di questo governo milioni di italiani hanno tirato un sospiro di sollievo come se finalmente avessero recuperato la libertà, mentre la stampa del sistema di potere sia nazionale che internazionale ha presentato questa fine come una sciagura per il futuro dell’Italia, come se ridare la parola agli italiani per eleggere democraticamente il nuovo parlamento fosse un dramma.

L’America e le altre nazioni europee che si definiscono democratiche, attraverso subdole strategie “ di mercato” e velato terrorismo mediatico stanno cercando in tutti i modi  di minare diritti e Costituzione italiana. Ma verosimilmente si preoccupano di aver perso con Draghi non più alla guida del Paese, colui che infidamente e con raggiri politici ci è stato imposto per curare gli affari delle banche europee e statunitensi, ovviamente a discapito degli italiani.

La situazione al senato è precipitata inaspettatamente in poche ore per il primo ministro che con fare arrogante ed autoritario, senza aver avuto un mandato popolare tramite le libere elezioni, pretendeva pieni poteri dal Parlamento, una vera dittatura, nonchè la ratifica di qualsiasi sua scelta e nello stesso tempo bacchettava quelle stesse forze politiche, Lega e Movimento cinque stelle, alle quali chiedeva la fiducia e pieni poteri in spregio al sistema parlamentare italiano.

Questo comportamento del premier ha evidenziato la sua impreparazione politica e la mancanza assoluta di diplomazia e rispetto verso i parlamentari rappresentanti dei cittadini. Ma tutto il centro destra e il movimento cinque stelle hanno risposto ai sui comportamenti sprezzanti e alle sue richieste eversive negandogli la fiducia.

Anche il comportamento tenuto dal presidente della Repubblica sembrerebbe tutt’altro che lineare e rispettoso del ruolo che costituzionalmente spetta al capo dello Stato a causa  delle mormorate interferenze che avrebbe esercitato nei confronti dei diversi rappresentanti politici, adombrando  in questa crisi di governo il suo ruolo di arbitro   super partes, nel disperato tentativo di non far apportare alcuna modifica ai piani governativi prestabiliti dai così detti mercati.

Ma l’assopimento della dignità degli italiani e di tutti gli organi preposti al controllo lascia spazio alla concreta riflessione sulla necessità di rispolverare concretamente le norme dettate dai nostri padri costituenti, affinchè non si abbia a ripetersi il tacito consenso alla perdita del diritto al lavoro, come è avvenuto per affermare una pseudo tutela della salute pubblica, con il beneplacito di tutti quei sindacati che in deroga alla tutela del diritto al lavoro ormai si limitano ad incassare la quota di iscrizione dei lavoratori, per poi soprassedere sulla difesa dei diritti dei lavoratori fino ad  ignorare anche i limiti imposti alla libertà di sciopero ed alla tutela del decoro professionale.

Dopo un anno di governo Draghi sembra giusto fare il bilancio visto che ci è stato dipinto come il governo per eccellenza, ma fu vera gloria? Per rispondere adeguatamente bisogna guardare i numeri che non ingannano mai e non sono un’opinione. Già a dicembre, quando non c’era alcuna guerra in Ucraina, il prezzo della luce schizzò  a più centotrentuno punti percentuale, a seguire il gas a più novantacinque per cento, la benzina a più cinquanta per cento, il gasolio a più cinquantotto per cento, l’inflazione all’otto per cento. Il tutto perchè non ci fu da parte del governo un reale controllo sui prezzi adottati dai mercati e vennero anzi favorite le speculazioni finanziarie ai danni dei cittadini. Inoltre le aziende chiuse nel 2021 sono state più del quarantatre  per cento, altro che rilancio dell’economia reale o aiuto! Le nuove attività nel 2022 rispetto al passato sono scese dell’otto virgola sei per cento.

A  tutto questo va aggiunta la liberalizzazione delle attività balneari a favore delle multinazionali e la conseguente perdita di lavoro per innumerevoli cittadini italiani messi sul lastrico, la questione dei tassisti e la violazione del diritto di cura e del diritto al lavoro sanciti dalla nostra Costituzione.

La cura di Draghi per il proprio paese prevede le stesse riforme che impose alla Grecia quando era presidente della BCE, come il dimezzamento degli stipendi pubblici, delle pensioni, la riforma del catasto per imporre nuove tasse e sacrifici, austerità e ulteriori tagli alla sanità. Quel Draghi che a tutela degli interessi della banca europea intese mortificare la dignità dei greci imponendo la troica. I cittadini greci  si ritrovarono improvvisamente chiusi sportelli bancari e bancomat ed impossibilitati a prelevare il necessario anche per comprare farmaci e latte ai propri figli.

Migliaia di greci finirono per strada senza più lavoro né diritto a potersi curare e cosi morirono oltre mille bambini,  un numero considerevole di anziani e tanti ammalati privati delle medicine, tra l’indifferenza dei banchieri di Bruxelles ed il colpevole silenzio della stampa internazionale, complice ed asservita al potere dei burocrati e dei banchieri della UE. Oggi quella stessa UE,  disumana allo stesso livello di Hitler, che da usuraia ha negato il diritto di lavorare, nutrirsi, curarsi e quindi di vivere a milioni di cittadini europei greci in nome del dio denaro e dei mercati, si schiera in una guerra per difendere cittadini che non sono della UE adducendo motivi di solidarietà una solidarietà che però non conoscevano e non hanno applicato verso i propri cittadini.

Ma come sempre dietro questa sfacciata doppia morale adottata dalla UE sembrano celarsi solo interessi economici stratosferici legati al mercato delle armi e alle banche d’affari americane, che godono dell’attiva collaborazione di Draghi come già Direttore Esecutivo della Banca Mondiale a Washington non che già Vice Chairman Managing Director di Golman Sachs.  L’Italia, asservita ai poteri di oltre oceano, sta vivendo un incubo politico che riversa tutte le insane scelte sugli utenti finali, i quali si ritrovano immersi in gravi problemi di approvvigionamento energetico, rincari e disagi economici diffusi.

Paesi come l’Italia di Draghi, hanno adottato una politica economica da suicidio perché trasportare attraverso l’Oceano Atlantico gas americano arricchisce l’economia statunitense, ma agli italiani tutto questo costerà quattro o  cinque volte in più rispetto al gas russo, senza contare i costosi ed antiecologici rigassificatori. Alla luce di tutto questo  il comune mortale raziocinante è portato a pensare che ogni scelta del governo Draghi  sicuramente non ha tutelato gli interessi nazionali, quindi non c’è nulla da rimpiangere, ma solo voglia di ricostruire.

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