“Il cosiddetto Patto Repubblicano parte dal presupposto di riunire tutte quelle forze e personalità che si riconoscono nell’Agenda Draghi e che hanno sostenuto responsabilmente il suo esecutivo fino all’ultimo. La contaminazione con esponenti che non si riconoscono in questo, ne fa perdere la caratura e l’alto profilo politico”, aggiunge Desirò.
“Riunire le forze progressiste e liberali, democratiche e repubblicane, rappresenterebbe una rivoluzione politica e sociale per tutto il Paese, dopo anni di dannoso bipopulismo che ha portato ad una crisi di Governo in un momento molto più che complicato”, continua Desirò, che aggiunge, “un patto che non può essere forzato ed invaso da chi non si è mai riconosciuto in questo campo e che con la propria presenza metterebbe a serio rischio sia la riuscita in ambito elettorale, che le possibilità di funzionamento dell’eventuale esecutivo decretato dai risultati delle urne”.
“Di fronte ad una legge elettorale che impone una scelta di campo, non sempre è facile fare le scelte giuste, ma certo non si possono perdere identità, valori ed area di riferimento”, conclude Desirò.