“Una crisi politica ha colpito Roma nel momento peggiore possibile. Questa settimana sarà cruciale, e non solo per l’Italia”, ha sintetizzato il quotidiano finanziario britannico
di Tommaso Lecca
“Questa settimana sarà cruciale, e non solo per l’Italia”, ha sintetizzato il quotidiano finanziario britannico.
“Il miglior auspicio – hanno sottolineato i giornalisti della City londinese – è che Draghi continui a essere presidente del Consiglio il più a lungo possibile” dal momento che “la priorità è approvare il prossimo bilancio e portare avanti le riforme necessarie per sbloccare la prossima tranche del Recovery Fund dell’Ue da 750 miliardi di euro, di cui 200 miliardi sono destinati all’Italia”.
Inoltre, “gli elevati costi finanziari per l’Italia, che deve rinnovare oltre 200 miliardi di euro di debito entro la fine dell’anno, sono particolarmente problematici dato il previsto aumento di giovedì dei tassi della Bce”, cioè all’indomani del discorso di Draghi alle Camere. “L’Italia sotto Draghi è stata un fedele alleato dell’Ucraina di fronte alla guerra illegale della Russia”, si evidenzia nell’editoriale.
“Un vuoto politico a Roma sarebbe l’ennesima distrazione per l’Occidente: il Regno Unito è impegnato nella scelta di un nuovo primo ministro mentre il francese Emmanuel Macron è senza maggioranza parlamentare” mentre “la guerra ha gettato una lunga ombra sulla politica italiana, non solo perché ha fatto salire i prezzi dell’energia e dei generi alimentari, ma anche per i legami di lunga data con Mosca”.
“Il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha apertamente messo in dubbio la saggezza di inviare armi all’Ucraina, provocando una scissione nel suo partito”, ha ricostruito il Financial Times. “I partiti politici italiani dovrebbero impegnarsi nelle riforme di Draghi e spingerlo a rimanere fino alle elezioni”, è l’appello finale del giornale londinese, “ma devono anche pianificare in modo credibile un futuro post-Draghi”.
“Lo stesso deve fare l’Ue e la Bce: entrambe si aggrappano all’ex presidente della Bce come partner affidabile e temprato dalla crisi”, conclude l’editoriale, con un invito affinché “la finestra per le riforme strutturali non si chiuda”.