La diossina causata dall’incendio a Centocelle “ha effetti cancerogeni”

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Allarme della Società italiana di medicina ambientale dopo i dati diffusi dall’Arpa Lazio sugli esiti del rogo di sabato nella capitale.

© Francesco Fotia / Agf
– L’incendio nella zona del Casilino a Roma

 

AGI – La diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio di Centocelle determina “enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano”. È la Società italiana di medicina ambientale (Sima) a lanciare l’allarme dopo la diffusione dei primi dati Arpa relativi al rogo.

“La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ndr) come cancerogeno certo per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – Il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa”.

“La via aerea di esposizione è limitata alla zona dell’incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera – spiega ancora Miani – Oltre alla diossina anche altre sostanze tossiche e cancerogene come metalli pesanti, furani e idrocarburi policiclici aromatici, classificati come potenziali cancerogeni, possono liberarsi da un rogo come quello che ha interessato l’area di Centocelle, in cui l’incendio ha interessato pneumatici, automobili, materiali plastici, legni e arbusti, che immettono in aria fumi tossici oltre a CO2, mettendo a rischio soprattutto la salute di anziani, bambini e soggetti fragili”.

La Società italiana di medicina ambientale raccomanda alla popolazione di verificare i dati di Arpa Lazio sul livello di inquinanti nelle varie aree della città di Roma e, sulla base di questi, “evitare di uscire di casa quando i livelli di polveri sono elevati, rinunciare a passeggiate e attività sportiva all’aperto, rimanere in casa con le finestre chiuse e utilizzare sistemi di aerazione e purificazione adeguati”.

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