Sapelli: “Del Vecchio rappresentava virtù e debolezze del nostro capitalismo”

Economia & Finanza

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Per il professore ordinario all’Università degli studi di Milano il fondatore di Luxottica è stato “un grande esempio di continuità imprenditoriale”.

di Silvia Inghirami

Luxottica

 

AGI – “Leonardo Del Vecchio rappresentava bene le virtu’ e le debolezze del capitalismo italiano”. Lo afferma all’AGI Giulio Sapelli, professore ordinario all’Università degli studi di Milano, secondo cui il fondatore di Luxottica è stato “un grande esempio di continuità imprenditoriale” segnata da un'”anomalia italiana”, quella che spesso porta la continuità a coincidere con la vendita all’estero di rami d’azienda, a fusioni e integrazione con società straniere.

“È una delle caratteristiche – sottolinea – di quello che Pietro Grifone definì un capitalismo senza capitali, anche perchè gran parte del capitale italiano va alla rendita”. Del Vecchio, spiega Sapelli, è esempio di questa forma di capitalismo ma è stato anche un uomo lungimirante, diventando azionista di Generali: “ha fatto una cosa importante: è stato un industriale che ha tentato di influire sul comportamento del capitale finanziario”.

Altri aspetti che caratterizzano l’opera di Del Vecchio sono stati “la distanza dalla politica e la lotta che ha condotto per tenere a freno i sui manager”; “un imprenditore che ha avuto presente – osserva Sapelli – la lezione di Olivetti e di Valletta, nel contemperare l’ascesa dei manager”.

L’insegnamento di Del Vecchio è quindi “molto attuale, perché spesso i manager si sono spinti troppo in là, senza il necessario controllo da parte della proprietà”.

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