A 41 anni dalla prima apparizione di Medjugorje si attende ancora il giudizio finale

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Medjugorje resta per la Chiesa uno dei fenomeni più controversi degli ultimi decenni “eppure nessun altro luogo come questo è attualmente in grado di attirare pellegrini di ogni tipo: scettici, studiosi, fedeli”, racconta all’AGI David Murgia, autore di “Processo a Medjugorje”.

di Eliana Ruggiero

© ELVIS BARUKCIC / AFP
– Medjugorje

 

AGI – Sono passati 41 anni da quel pomeriggio di inizio estate (25 giugno 1981, anche se è più corretto calcolare dal giorno precedente), in cui sei ragazzi vengono sorpresi da una luce nei pressi del colle Podbrdo, in Bosnia-Erzegovina.

Da lì comincia la storia di fede e spiritualità di Medjugorje e dei suoi veggenti. Una storia di apparizioni (o presunte), anche di gruppo, della Madonna.

Una storia considerata più volte con scetticismo e criticata dalla stessa Chiesa, ma che continua a richiamare tra le montagne della piccola cittadina, migliaia e migliaia di fedeli ogni anno.

Una cosa è certa: Medjugorje resta per la Chiesa uno dei fenomeni più controversi degli ultimi decenni.

La storia di Medjugorje si intreccia con le vicende drammatiche della guerra nella ex Jugoslavia e dei cosiddetti “frati disobbedienti”, tra scomuniche (Tomislav Vlasic, padre spirituale dei sei presunti veggenti, ndr) e colpi di scena, “eppure nessun altro luogo come questo è attualmente in grado di attirare pellegrini di ogni tipo: scettici, studiosi, fedeli”, afferma all’AGI David Murgia, che ha dedicato il suo ultimo libro al santuario della Bosnia-Erzegovina.

“Processo a Medjugorje” (Edizioni Rubbettino) è un volume interessante ed esaustivo in cui l’autore, giornalista che da anni su Tv2000 firma il programma “Indagine ai Confini del Sacro”, fornisce tutti i verbali segreti e inediti prodotti dalla Commissione pontificia, guidata dal cardinale Camillo Ruini, che ha indagato sul caso.

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David Murgia 

“Medjugorje è un luogo davvero toccato dal mistero. Ne sono convinto”, continua lo scrittore, confessando di essersi recato nel 2016 carico di molto scetticismo.

E invece? “Invece ho visto una fede vera, autentica. Certo, come in ogni posto ‘venerato’, vi sono anche i fanatici, ma tutto si svolge in modo tranquillo e sereno e soprattutto non vi è la caccia ai veggenti”.

Nel libro-dossier di Murgia si possono quindi leggere documenti riservati dei 13 membri della Commissione Pontificia, (cardinali, teologi, vescovi, mariologi, canonisti affiancati da quattro esperti, tra cui una donna e uno psicologo): verbali di interrogatori, veline, dossier dei servizi segreti, sopralluoghi, perizie mediche, audiocassette ritrovate.

Tutto quello che non si sapeva sull’unico processo mai celebrato in Vaticano per capire se quello che accade nella piccola cittadina della Bosnia-Erzegovina sia un autentico evento soprannaturale o una colossale montatura.

La Commissione Pontificia comincia a lavorare nel 2010. In tutto si sono tenute 17 riunioni plenarie. Circa 1.100 pagine di verbali per concludersi poi alla Relazione Finale consegnata il 17 gennaio 2014 a Papa Francesco.

E se dalla Commissione risulta che “a Medjugorje non ci sono miracoli ‘certificati’, non vuol dire che non ci siano stati”, precisa Murgia.

Sui 10 casi di presunta guarigione miracolosa sono stati analizzati e studiati dalla Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi, la stessa che dichiara “miracoli” i favori attributi dai neo santi e beati.

Di questi solo 5 vengono presi in esame perché giudicati attendibili. E di questi solo 4 sono ritenuti probabilmente inspiegabili. Ma solo due casi vengono discussi perche’ correlati e accompagnati da seria documentazione medica. Ambedue non sono stati giudicati miracolosi.

“Quello che accade a Medjugorje è un lungo giallo che si snoda per quarant’anni. Le autorità ecclesiastiche hanno difficoltà a definire queste manifestazioni – continua il giornalista -. Le prime sette apparizioni della Madonna sono però vere, dice la Chiesa. Come non si può negare le tante conversioni di persone che hanno pregato a Medjugorje”.

Dopo la pandemia di coronavirus che ha devastato la cittadina, “resta la devozione mariana straordinaria. Una devozione che si alimenta. I pellegrinaggi sono sempre più numerosi, nonostante si aspetti il giudizio finale del Vaticano, che forse per ora non arriverà anche perché è ancora un fenomeno troppo divisivo.

Comunque, secondo me, a breve, non mi sorprenderei se la Santa Sede trasformasse la parrocchia di San Giacomo (l’unica chiesa di Medjugorje presente, ndr) in Santuario pontificio”, conclude Murgia.

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