“Gli Usa su un sentiero stretto per evitare la recessione”

Economia & Finanza

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Il Fondo monetario taglia le stime del Pil per quest’anno e per il prossimo. Pesano anche i dazi di 5 anni fa.

© DANIEL LEAL / AFP
– Il direttore generale dell’Fmi, Kristalina Georgieva

 

AGI – Il margine per evitare la recessione negli Stati Uniti è “stretto” secondo la numero uno del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. L’inflazione e i rialzi dei tassi hanno farro ridurre le previsioni di crescita per il Pil Usa, al 2,9% nel 2022 contro il 3,7% previsto in aprile.

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Per il 2023, la crescita stimata scende ulteriormente all’1,7%, secondo queste nuove proiezioni.

Il Fondo monetario ha anche invitato Washington ad abolire le tariffe doganali imposte cinque anni fa. Il Fmi ha esortato Washington a rimuovere i dazi commerciali imposti dall’ex presidente Donald Trump. “Soprattutto in un momento in cui l’inflazione è alta e le catene di approvvigionamento sono tese… possiamo vedere chiari benefici nel revocare le tariffe introdotte negli ultimi 5 anni”, ha dichiarato la numero uno del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva.

Secondo il rapporto del Fmi, la rimozione delle tariffe su acciaio, alluminio e una serie di prodotti provenienti dalla Cina “sosterrebbe la crescita e contribuirebbe a ridurre l’inflazione”.

Sebbene il Fmi sia fiducioso che i rialzi dei tassi della Fed faranno scendere l’inflazione, è consapevole che “il sentiero per evitare una recessione si sta restringendo”, ha affermato in un comunicato.

Georgieva ha affermato che è importante riconoscere “l’incertezza” che circonda la situazione attuale: “L’economia continua a riprendersi dalla pandemia e importanti shock sono in atto a causa dell’invasione russa dell’Ucraina e delle chiusure in Cina”, ha dichiarato. “Ulteriori shock negativi renderebbero inevitabilmente la situazione più difficile”.

Georgieva ha incontrato la Segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen e il Presidente della Fed Jerome Powell che “non hanno lasciato dubbi sul loro impegno a riportare l’inflazione verso il basso” come “ingrediente critico per aumentare i redditi delle famiglie e garantire una crescita forte e sostenuta”. Georgieva ha convenuto che portare rapidamente il tasso di interesse di riferimento al 3,5-4,0% “è la politica corretta”.

Pur apprezzando i bassi livelli di disoccupazione, il Fondo monetario internazionale ha messo in guardia dai problemi legati al lavoro, dalla mancanza di personale al forte aumento dei salari.

Per questo motivo, ha sottolineato che la priorità della politica economica statunitense deve essere quella di “ridurre” prezzi e salari “gradualmente” per evitare di “precipitare” in una recessione.

Durante la conferenza stampa, la Georgieva ha sottolineato che la riduzione dell’inflazione è la priorità sia del Dipartimento del Tesoro che della Federal Reserve; un obiettivo che, come ha ricordato, è soprattutto la missione della banca centrale statunitense.

“Siamo fiduciosi che la Fed sarà efficace nel ridurre l’inflazione, terrà d’occhio i dati e, se le condizioni cambieranno, deciderà chiaramente quale politica perseguire”. Questo è importante non solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’economia globale”, ha detto la direttrice del FMI.

Per quanto riguarda le politiche fiscali, dopo aver sottolineato il suo sostegno all’agenda economica dell’amministrazione statunitense, Giorgieva ha sottolineato che le misure economiche messe in atto dovrebbero contribuire a “rimodellare” l’economia, ad alleviare i problemi di approvvigionamento, a incoraggiare gli investimenti e l’innovazione e a migliorare la forza lavoro. Quindi si è rammaricata del fatto che molte delle decisioni dell’amministrazione statunitense non siano state sostenute dal Congresso, il che, a suo dire, rappresenta un'”opportunità mancata”.

Georgieva ha incoraggiato l’amministrazione statunitense a continuare ad attuare cambiamenti nella sua politica fiscale per facilitare la creazione di posti di lavoro, migliorare gli approvvigionamenti e aiutare i più poveri.

Tra le misure proposte nel rapporto ci sono l’aumento delle tasse sulle grandi aziende e sui redditi più alti e la riforma del sistema di immigrazione per garantire l’ingresso di lavoratori quando l’economia lo richiede. Il rapporto suggerisce anche di fornire assistenza per l’infanzia e sostegni ai genitori e di approvare permessi retribuiti per la cura della famiglia – come il congedo di maternità – nonché di migliorare le prestazioni sociali e l’accesso all’istruzione.

Il rapporto esprime poi la necessità di orientare l’economia verso la neutralità delle emissioni inquinanti e ritiene insufficienti le politiche esistenti; inoltre, considera necessario che gli incentivi industriali tengano conto dell’efficienza energetica.

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