Storia di ‘Gigi Bici’, ucciso perché non voleva più uccidere

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Svolta nella vicenda del commerciante di biciclette popolare a Pavia. Ad ammazzarlo sarebbe stata la fisioterapista Barbara Pasetti perché si era rifiutato, dopo un sì iniziale, di aiutarlo ad aggredire il suo ex.

di Manuela D’Alessandro

© https://www.procura.pavia.giustizia.it/ – Il Tribunale di Pavia

 

AGI – Lui, all’inizio, aveva detto sì ad  aiutarla a far del male all’ex marito con la promessa di un compenso. Alla fine però si è tirato indietro e lei lo ha ucciso con la pistola che gli aveva prestato per aggredire la vittima prescelta, punendolo per l’improvvisa  retromarcia.  E’ scarna e terribile la trama dell’omicidio di Luigi Criscuolo, popolare a Pavia come ‘Gigi Bici’ per il suo negozio di biciclette, così come raffigurata dagli inquirenti che pure hanno avuto bisogno di molti mesi e accertamenti tecnici per arrivare alla loro verità.

Le lettere per il ‘riscatto”

Barbara Pasetti non è solo la donna che ha ingannato i familiari del commerciante chiedendogli dei soldi in cambio della sua liberazione quando era sparito nel nulla nel novembre del 2021 ma sarebbe anche la sua assassina. Era già in carcere per tentata estorsione proprio per le lettere nelle quali chiedeva fino a 390mila euro in cambio della sua mediazione per conto dei presunti sequestratori dell’est Europa e, quando stamattina si è presentata la Squadra Mobile a notificarle una seconda ordinanza di custodia cautelare, non deve essersi sorpresa molto anche se ha sempre negato di averlo ammazzato. Era l’unica indagata e tutti gli indizi, da sottoporre poi a dei giudici che dovranno valutarli, portavano a lei. Il finale della storia vede, secondo i pm, ‘Gigi Bici’ andare sotto casa della fisioterapista, tirare giù il finestrino della sua auto e allungarle il revolver spiegando che non ci sta più al progetto di aggredire Gian Andrea Tofano.

“Ha afferrato la pistola e fatto fuoco alla tempia”

“Infastidita dall’improvviso rifiuto e dal secondo fallimento del suo progetto offensivo nei confronti dell’ex marito, lei afferra l’arma, indossando dei guanti, e fa fuoco a bruciapelo contro la tempia sinistra di Criscuolo”. Il proiettile trapassa il vetro del finestrino frantumandosi nelle schegge poi ritrovate in una grata sopra un canale di scolo nel cortile della donna. Pasetti sarebbe stata `tradita´, tra le altre cose, anche dalla presenza di materiale biologico sulle etichette adesive che sarebbero dovute servire all’uomo per utilizzare la pistola contro il marito di lei, prima che si rifiutasse di partecipare al progetto.

‘Incastrata’ anche dagli arbusti

Ma sono tanti e numerosi gli indizi contro la fisioterapista messi in fila in un comunicato della Procura di Pavia: “le analisi botaniche non hanno restituito alcun dubbio circa la provenienza degli arbusti utilizzati per coprire il corpo di Criscuolo; il carrello meccanico e la grata coprente il canale scolmatore si sono rivelati coperti da significative tracce di sangue di quest’ultimo; il cranio è stato trapassato da un proiettile di calibro identico a quello che la pistola nascosta da Pasetti era capace di sparare; un’ogiva relativa a un proiettile simile era stata rinvenuta proprio nella parte di cortile antistante la porta d’accesso all’abitazione”.

“Nessun elemento – è la conclusione degli inquirenti – può far dubitare sul fatto che Criscuolo sia stato ucciso all’interno della proprietà di Pasetti, che il suo corpo sia stato nascosto dagli arbusti e che nessun terzo soggetto abbia preso parte a tali attività”. Le indagini sono state lunghe e complesse anche per le “false piste” proposte dalla donna prima e dopo il ritrovamento del corpo senza vita, il 19 dicembre del 2021.

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