Dalle lasagne ai detersivi: il progetto per salvare 40 edicole a Milano

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Il piano è di aprire le piccole strutture a 360 prodotti della grande distribuzione e alla pubblicità, anche attraverso la creazione di temporary store.

© Claudia Greco / Agf
– Un’edicola a Milano

AGI – Un progetto per salvare decine di edicole dalla chiusura e dare loro nuova vita, aprendole ai prodotti della grande distribuzione. A parlarne con l’AGI è Edoardo Filippo Scarpellini, ceo di Quotidiana, che illustra il piano di rilancio per una quarantina di edicole situate a Milano e nell’hinterland.

Finedi Asset Mangement SpA Società Benefit ha annunciato che a credere in questa campagna sono stati al momento 47 investitori – tra cui l’editore di Millionnaire – con un’adesione media di 7.510 euro per investitore. La campagna, che al momento ha raccolto 353.600 euro, prosegue ora con l’obiettivo di raggiungere un milione entro il 12 luglio.

“Può partecipare chiunque, investendo dai 300 euro in su, sia singole persone che aziende e società”, sottolinea Scarpellini. Le edicole da salvare si trovano in particolare all’interno della Cerchia dei navigli di Milano. “Il problema per loro – sottolinea il ceo di Quotidiana – deriva dal fatto che vendere solo i giornali non è più così profittevole. C’è un tema di comunità che sta intorno a queste strutture, nelle zone popolose-residenziali, dove l’età media è alta, oppure davanti alle scuole magari vanno molto meglio di altre edicole in centro città”.

Ma come si pensa di risollevare quelle che una volta erano uno dei ‘centri’ della vita di quartiere? “Abbiamo guardato – sottolinea Scarpellini – i trend del mercato. In particolare, il concetto di prossimità che la Gdo è tornata a guardare con grande attenzione, visto che stanno riaprendo punti vendita di prossimità”.

Quindi “oltre alla vendita dei giornali, abbiamo pensato di inserire nelle edicole anche prodotti della Gdo, dalla lasagna alle pastiglie per la lavastoviglie: 360 prodotti diversi”. Per fare questo “abbiamo ristrutturato i chioschi, li abbiamo dotati di frigo, e ognuno con i prodotti più congeniali alla zona di ubicazione: ad esempio in Porta Genova si fa un certo tipo di assortimento, in una zona residenziale un altro”.

Il ceo assicura di aver “perfettamente rispettato la legge che indica che il 51% della superficie espositiva delle edicole deve essere riservata alla stampa. Ma oggi nelle edicole c’è enorme spreco spazio, con le nostre modifiche rimangono tutte le testate ma ottimizziamo gli spazi”. Un altro ramo per il rilancio è quello “della pubblicità: utilizziamo lo spazio fuori con affissioni esterne, oppure creiamo dei temporary store dedicati”.

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