La rete unica sarà pronta entro un anno e mezzo

Economia & Finanza

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di Danilo Di Mita

All’annuncio dell’ad di Ti, Pietro Labriola, hanno fatto eco le parole del ministro Vittorio Colao: “Il fatto che lo Stato sia in una posizione di maggiore azionista dovrebbe essere la garanzia che quello che dicevo verrà rispettato”.

AGI – “È probabile che il progetto sulla rete unica sarà completato in 12-18 mesi”. Lo ha detto al Festival dell’economia di Trento l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, specificando che “se vogliamo garantire il massimo livello di sinergie bisogna essere rapidi” e “la mia percezione è che ci sia interesse a verificare abbastanza rapidamente se il percorso sia fattibile”.

In merito alla posizione di Vivendi, primo socio della società, sulla valorizzazione della rete Labriola ha commentato: “Io devo ascoltare tutti gli azionisti e fare la sintesi nell’interesse di tutti i soci. Quando avremo tutti i numeri e le valutazioni saremo in grado di capire il valore che possiamo esprimere ma, ripeto, la cosa importante è valorizzare al massimo tutti gli asset aziendali nell’interesse di tutti gli azionisti”.

“Se la soluzione di cui si sta parlando è quella che porterà ad avere lo Stato, attraverso la Cdp, in una posizione di maggiore azionista, questo dovrebbe essere la garanzia che quello che dicevo verrà rispettato. Però alla fine spetta alle specifiche aziende, che sono aziende private e sono investitori, trovare la loro formula” ha aggiunto il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao parlando della rete unica, “Davanti a noi avremo probabilmente 5-6 anni di grandi investimenti in fibra, investimenti in 5G e in infrastrutture informatiche – ha poi aggiunto – idealmente ci piacerebbe avere concorrenza tra le infrastrutture ma l’Italia, per come è fatta in questa fase, sembra non essere in grado di avere una concorrenza di infrastrutture. Quindi l’idea, il progetto è quella di mettere assieme la proprietà, in questo caso della rete fissa, della fibra, ma in realtà poi ci sono già altre soluzioni di collaborazione anche sul mobile”.

“Chiaramente facendo in modo che questo avvenga senza inficiare la concorrenza e la libertà di scelta dei cittadini e senza favorire un player o l’altro” ha poi concluso, “L’accordo sulla rete unica tra Tim, Cdp, Open Fiber e i fondi dipenderà dalle aziende e dalla buona volontà dei soggetti esteri. Conosco il settore abbastanza bene ma penso che nelle transazioni ci siano considerazioni finanziarie e monetarie che alla fine, anche se ci si conosce e si va d’accordo, possono o non possono, fare arrivare a un’intesa. Quindi francamente non posso dire se poi funzionerà o meno perché questo veramente dipende anche dalla buona volontà dei soggetti esteri”.

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