L’antidoto contro la mafia

Attualità & Cronaca

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Ai cittadini manca lo strumento per comprendere e riconoscere come si alimenta la mafia attraverso la politica e le Istituzioni, come affonda le radici e si articola negli Enti gestendo sofisticati rapporti di affari, malaffare, favorendo un portafoglio clientelare che va dal pregiudicato al professionista. La mafia si può combattere soprattutto attraverso la conoscenza, creando dei veri e propri laboratori di cittadinanza attiva, dove incontri, corsi, seminari e dibattiti su temi di disagio sociale forniscono, attraverso un percorso strutturato, un metodo per riconoscere l’illegalità  in ogni sua forma, sollecitando la consapevolezza del cittadino, utile alla necessaria segnalazione, anche  in forma anonima, di illeciti  o di eventuali collusioni mafiose negli enti. La mafia si alimenta attraverso i piccoli ed i grandi appalti, è parte attiva nelle assegnazioni, nei finanziamenti, nelle raccomandazioni, la mafia gestisce il voto e rivendica la paternità del politico soprattutto nei piccoli centri. Creare tanti  laboratori per la legalità significa riaffermare il concetto di integrità sociale utile soprattutto per coltivare e formare una nuova classe politica, ricollocando la rappresentanza in una dimensione valoriale, culturale, riconoscibile e reale. Una educazione alla politica per  un impegno  qualificato, vissuto come servizio volto a concorrere alla realizzazione di  una società nella quale ogni uomo, lontano dagli apparati ideologici,  viva la pienezza del rispetto delle regole. Promuovere una politica eticamente credibile i cui valori ottimizzino le responsabilità istituzionali; una politica rivolta  alle nuove generazioni quali espressione più alta del nostro patrimonio culturale. La frase del Procuratore Caselli: “Finché non ci sarà un’antimafia sociale, dei diritti, ma solo quella delle manette, non si arriverà a nulla “ vuole essere un invito a diventare parte attiva, rispolverando il valore dell’onestà e sfoderando l’arma della cultura per spronare i giovani ad adottare lo strumento della dignità. Nei vivai delle mafie, dove regnano povertà ed ignoranza a discapito della ragione, della correttezza e dell’amor proprio, vengono formati giovani ignari schiavi, che vanno a dar forza, per poche briciole, ad un sistema criminale milionario gestito da quei pochi, che grazie all’ opera delinquenziale e spregiudicata dei loro tirapiedi, moltiplicano i propri profitti ed il loro potere, lasciando gli scagnozzi nella costante incertezza e paura di diventare,  da un giorno all’altro, protagonisti privi di vita dei fatti di cronaca.

Il coraggio dell’atto pratico dell’agire contro lo stile di vita mafioso, contro tutto ciò che lo alimenta e che crea spazio agevolando l’attività criminale, deve essere la battaglia di quella parte sana della società che vuole ridare dignità al proprio paese, alla propria appartenenza ed al futuro dei propri figli.

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