Un italiano su un Trono Real !

Sport & Motori

Di

Dario Patruno

La vittoria della champions league da parte del Real Madrid ha evidenziato i meriti di un allenatore di grande personalità e concretezza che ha saputo plasmare una squadra di leader creando nel tempo un gruppo.

E’ l’importante essere e sentirsi parte di un progetto importante e di una storia che si fa oggi. Madrid ha saputo accoglierlo e la società gli ha messo a disposizione una squadra. Non va dimenticato che sotto la sua guida ha portato alla vittoria in Champions due volte Milan e Real Madrid.  E anche se alcuni giornalisti hanno detto che nella finale di sabato ha sconfessato il credo del suo maestro Sacchi, il bel gioco ma l’unica cosa che conta nel calcio come nelle altre discipline è la vittoria.

Lui è un vincente e chi in Italia non lo ha apprezzato in passato prossimo deve ricredersi alla luce dei risultati.  Il gioco del calcio, guardato da un non addetto ai lavori appare come un gioco stupido dove ventidue persone corrono dietro un pallone ma se giocato in maniera intelligente cioè con fantasia e velocità diventa divertente e godibile. Quello che differenzia una partita di champions o di campionato nazionale di serie A, rispetto alle serie minori è la velocità di circolazione della palla. Qual è il ruolo dell’allenatore?

Motivare disporre in campo in maniera consapevole e azzeccare i cambi in corso di svolgimento della partita, cambiare il modulo e soprattutto avere i giocatori adatti a quel modulo. Unire l’esperienza di alcuni giocatori ai giovani talenti diventa fondamentale, valorizzare quanti provengono dai vivai delle giovanili resta un nodo di svolta. Una delle strategie è quella di saper trovare interpreti padroni del palleggio e del controllo. Altro segreto è il senso della posizione che in giocatori non di particolare talento li rende bravissimi sotto porta. I moduli in Italia più utilizzati sono il 3-4-2-1 e il 3-5-2 con un folto centrocampo i cui i laterali di centrocampo diventano fondamentali per far salire la squadra ma tutto è relativo.

Ieri ha giocato con un 4-3-3 che sulla carta sembrava una squadra vocata ad attaccare ma ha subito per colpire in contropiede. Chapeau, chi vince ha sempre ragione. Io mi sono divertito e quello è ciò che conta, in fondo è un gioco per divertire e far divertire, fatto da professionisti e in questo caso da artisti, acrobati di un circo che non smetterà di affascinare nella speranza che il prossimo club ad alzare l’unica Coppa con le “orecchie” sia italiana!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube