Garibaldi e l’Italia dei giorni nostri

Arte, Cultura & Società

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Abbiamo sue statue in tutte le piazze, nei corsi e nei viali, ma il suo nome è spesso diventato scomodo o tacitamente avversato. L’illustratore Igor Belansky ci propone un ritratto assai accigliato di Giuseppe Garibaldi.

L’ immagine contrita ci può far chiedere che cosa potrebbe oggi pensare lui, uno dei massimi artefici dell’Unità d’Italia,  dei suoi molteplici e annosi problemi irrisolti del nostro Paese. Cosa penserebbe della nostra politica, delle nostre istituzioni politiche, dei nostri eterni scandali? Il grande Eroe dei Due Mondi sarebbe soddisfatto di ciò che abbiamo realizzato o vedrebbe le cose in modo diverso?

L’Italia dei giorni nostri avrebbe bisogno ancora di personaggi di tal fatta per risollevarsi e rapportarsi alla pari con gli altri Stati? Se fosse così, sarebbe interessante gettare uno sguardo, diciamo psicologico, su Giuseppe Garibaldi, almeno come narrato da sé stesso e dai contemporanei, per capire quali tratti della sua personalità sarebbero più fungibili nell’attuale realtà. Essendo compito dell’illustratore proprio quello di scavare nell’interiorità del soggetto raffigurato, allo scopo ci potrebbero essere d’aiuto di già le impressioni restituite dall’immagine stessa.

Ma se dobbiamo credere che lo Stato italiano sia stato costituito da un «popolo» emerso come risultato di un processo lungo secoli, è difficile concepire un solo personaggio, anzi più di uno, che possa simboleggiare e rappresentare l’identità collettiva di questo «popolo». Quindi, può essere facile dedurre i motivi per i quali, ormai, Giuseppe Garibaldi giocherebbe ormai un ruolo ininfluente nella storia italiana contingente.

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