Per fare una strada si sventrano valli, montagne, siti della rete Natura 2000

Ambiente, Natura & Salute

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Una città, Eboli, attraversata dal tracciato del progetto alta velocità Salerno/ Reggio Calabria, composto da sette lotti, numerati da zero a sei.

Una estemporaneità progettuale visto, che sventra valli, montagne, siti della rete Natura 2000 a tutela della biodiversità.

In verità stupra anche il concetto di sostenibilità visto che, nel caso ebolitano almeno 120 famiglie si troveranno con le residenze abbattute e remunerate con un piatto di lenticchie.

Normale nella storia delle infrastrutture, definite dai business man “strategiche”.

Il termine “strategia” rinvia a un rapporto di congruenza fra i mezzi e i fini. Siamo autorizzati a definire strategico un obiettivo (i corridoi comunitari di infrastrutture della rete dei trasporti, Trans Europe Network e denominato corridoio Scandinavo/Mediterraneo quello che interessa il territorio campano/calabrese, annullato dal progettista con un tracciato non lungo la costa tirrenica?

Lo spostamento di merci dalla gomma alla rotaia?

Zero treni merci in 15 anni di alta velocità!) o un’azione rispetto a un quadro di riferimento preciso calcolando se le risorse, che verranno impiegate (costo preventivato 22,5 miliardi di euro che diventeranno tranquillamente30).

Esistenza del finanziamento Piano Nazionale Ripresa e Resilienza solo per il lotto 1A Battipaglia/Romagnano di km 33, riferimento al Fondo Complementare al PNRR, SOLO in termini di autorizzazione per i lotti 1 B, 1 C e lotto 2 fino a Tarsia.

Nemmeno la metà dei 450 Km del tratto Salerno/Reggio Calabria.

Risorse commisurate al risultato (decarbonizzazione? No! Emissioni massicce di gas serra causa viadotti e gallerie! Usano la comoda impronta del carbonio in luogo della metodica che, analizza il ciclo di vita nota come Life Ciclo Analysis Ciclo!

Incidenza sul PIL?

Dimostratelo determinando il moltiplicatore aggregato) e se il risultato eccede i mezzi che sono stati immobilizzati per conseguirlo.

La TAV è strategica per motivi ambientali?

La produzione di biossido di carbonio calcolata con l’impronta del carbonio confligge con gli obiettivi di “FIAT for 55” e gli allarmi di IPCC sul budget del carbonio.

Nel caso ebolitano poi, si ha la prova della negazione di questioni ambientali fondamentali, ignorata di fatto la direttiva Seveso che disciplina il rischio industriale di incidente rilevante. Interessata dal tracciato la società Ellepigas, una società che opera nel settore dello stoccaggio, imbottigliamento e miscelazione dei GPL, e si estende su un’estensione di mq 26.000.

Lo stabilimento è autorizzato allo stoccaggio di 420 mc di GPL, e per tale quantità rientra tra le attività a rischio di incidente rilevante (stabilimento di soglia superiore ai sensi del D. Lo 105/2015).

Tutto questo non ha impedito alla società di ingegneria delle FS, ITALFERR, di interessare con la linea progettata le “aree del danno” (DM Ambiente maggio 1996) e caratterizzate dai seguenti parametri: quantità di gas coinvolta pari a 200 Kg con rischio di elevata letalità a 70 metri e inizio di letalità a 110 metri.

Utile sapere per comprendere, l’importanza della Direttiva Seveso ( sono tre : Seveso 1, 2 e 3 ) che le realtà industriali obbligate a rispettarla devono:

a) elaborare un Rapporto di Sicurezza che definisce la politica di prevenzione degli incidenti rilevanti e il programma adottato per l’attuazione del sistema di gestione della sicurezza;

b) classificare le aree critiche dell’impianto ;

c) possedere un sistema di gestione della sicurezza ;

d) elaborare uno studio sull’effetto domino, ovvero l’effetto di propagazione di un incidente primario che può scaturire in eventi secondari molto più gravi dal punto di vista delle conseguenze;

e) il Piano di Emergenza interno; f) il Piano di Emergenza esterno. Infine, l’attenzione rivolta al controllo dell’urbanizzazione, vengono stabiliti i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale, con riferimento alla destinazione e utilizzazione dei suoli che tengano conto della necessità di mantenere le opportune distanze tra stabilimenti e zone residenziali.

Gli strumenti urbanistici da adottarsi a livello comunale individuano e disciplinano, anche in relazione ai contenuti del Piano territoriale di coordinamento, le aree da sottoporre a specifica regolamentazione.

A tal fine, gli strumenti urbanistici comprendono un elaborato tecnico “Rischio di incidenti rilevanti”, di seguito ERIR, relativo al controllo dell’urbanizzazione nelle aree in cui sono presenti stabilimenti.

Tale elaborato tecnico è predisposto secondo quanto stabilito dalla legge ed è aggiornato, in occasione di ogni variazione allo strumento urbanistico vigente che interessi le aree di danno degli stabilimenti, e comunque almeno ogni cinque anni.

Ventuno anni fa la società Italgas ha notificato, al Comune di Eboli, formale diffida affinché provvedesse all’elaborazione dell’ERIR, senza ricevere alcun riscontro da parte del Comune!

Il mancato rispetto di norme di legge nel caso delle cosiddette opere strategiche è quasi prassi. Che dire del recente progetto di una base militare nel Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli: su una area di 730 mila metri quadrati un costruito di 440 mila metri cubi.

Vincoli di tutti i tipi: paesaggistico, ambientale, di area protetta, di rischio alluvioni. Cosa dire delle osservazioni .IL rischio o meglio la tragedia è che con il PNRR che finanzia solo 33 Km, una incertezza sul Fondo Complementare, una BCE che ha annunciato da questo mese la fine dell’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e il “ rischio” di aumento dei tassi, un folle progetto dal punto di vista del tracciato come questo sarà una cattedrale nel deserto, utile solo per guadagnare una manciata di minuti per treni che vanno a Potenza e come contropartita un impatto sociale ( le 12° famiglie solo a Eboli sequestrate dalla legislazione sull’esproprio), uno ambientale ( sequestro di terreno agricolo che è il più grande stoccatore di carbonio ) e una grande abbuffata per le lobby del cemento e dell’acciaio.

Erasmo Venosi

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