In Sardegna il porto insabbiato da vent’anni è diventato una spiaggia

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A Buggerru, sulla costa sud occidentale dell’isola, il dragaggio della sabbia è vietato da oltre vent’anni per presunti problemi d’inquinamento. Ma il sindaco non ci sta e prosegue la sua battaglia –

©  Comune Buggerru –  Il porto di Buggerru visto dall’alto

AGI – Al posto degli ormeggi per le barche vengono piazzati, ormai da qualche anno, ombrelloni e sedie a sdraio. Dove avrebbero dovuto attraccare barche a vela e pescherecci, vanno a prendere il sole e a trovare refrigerio nell’acqua cristallina residenti e turisti. Nel porticciolo di Buggerru, sulla costa sud occidentale della Sardegna, insabbiato da oltre vent’anni, si è formata una vera e propria spiaggia. Ridossata su un braccio che la protegge dalle mareggiate, è frequentatissima. E, si teme, lo sarà ancora per anni.

Da anni il Comune combatte per riattivare il porticciolo di quella che veniva chiamata, alla fine dell’800, ‘la piccola Parigi’ per la vita mondana, con tanto di teatro, nel periodo più fiorente delle miniere. Anche senza tornare ai fasti di un tempo, a Buggerru basterebbe avere un porto agibile per meglio qualificare l’offerta turistica e anche per assicurare un futuro ai pescatori del luogo. Ma al momento lo scalo è impraticabile a causa della sabbia che, implacabile negli anni, si è depositata sui fondali.

Oltre 150.000 metri cubi di sabbia sul fondale

Oltre 150.000 mila metri cubi di sabbia, che è vietato toccare perché sarebbero inquinati dai resti di lavorazione delle miniere, rendono inagibile lo scalo. È una storia lunga e complicata quella del porticciolo di Buggerru. Realizzato alla fine degli anni ’70, dopo un periodo di regolare attività durante il quale ha ospitato anche barche di una certa stazza, tra il 2000 e il 2001 venne inserito nelle aree Sin (Siti d’interesse nazionale). Una decisione che all’inizio venne vista positivamente in quanto si pensava avrebbe portato finanziamenti per le bonifiche. Di fatto, invece, si è rivelata un vero e proprio boomerang per la località turistica della Costa della Miniere.

“È stato fatto un enorme errore di valutazione”, afferma il sindaco, Laura Cappelli. “La norma prevede infatti che la sabbia, superati determinati parametri di metalli pesanti, non possa essere ‘conferita nel corpo idrico di provenienza'”. In altre parole, non può essere depositata in mare aperto. Questo ha significato lo stop ai dragaggi per oltre vent’anni e l’accumulo di sabbia nel porticciolo al ritmo di circa 3 mila metri cubi all’anno.

I finanziamenti per il dragaggio

In questi giorni si è aperto uno spiraglio per le sorti del porticciolo. Verrà dragato per consentire almeno il passaggio dei pescherecci. La Regione Sardegna ha finanziato l’intervento con due milioni di euro. Si tratta di vecchie risorse già destinate al porto, finora utilizzate solo in parte, che sono state ‘rimodulate’ per trovare una soluzione al problema: la sabbia non verrà portata in mare aperto, ma resterà nel porto dove verrà creato una sorta di canale per consentire il passaggio delle barche.

Laura Cappelli non conosce ancora i dettagli del provvedimento, ma ha le idee chiare su come intervenire. “Dovremo dragare almeno 25 mila metri cubi di sabbia, spiega, “che sarà accumulata in un’area ormai considerata inutilizzabile”. Il Comune ha già predisposto il progetto definitivo che”, assicura il sindaco, “è stato approvato in sede di conferenza di servizi con il ministero: ora aspettiamo il via libera della Regione per partire con l’appalto per il quale verrà adottata la procedura d’urgenza”.

Il sindaco chiede una soluzione definitiva

Una soluzione che, però, che accontenta solo in parte la prima cittadina di Buggerru. “A giugno dell’anno scorso”, spiega, “abbiamo presentato prima al ministero della Transizione ecologica e poi alla commissione competente, una proposta di emendamento da inserire nel dl Semplificazioni che prevedeva di sollevare i limiti di alcuni parametri dei metalli pesanti in considerazione del fatto che il nostro territorio ha quel tipo di composizione per cui”, argomenta, “non si può parlare d’inquinamento”.

L’emendamento non è stato approvato, ma la prima cittadina di Buggerru sembra intenzionata a non mollare e a continuare la battaglia. “L’unica soluzione è la modifica della norma che ci impedisce il dragaggio”, insiste Laura Cappelli e prepara nuove iniziative. Nel frattempo anche questa estate, mentre si spera che almeno i pescherecci possano finalmente prendere il largo, residenti e turisti si apprestano a piazzare ombrelloni e sdraio sulla spiaggia dentro il porto.

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