Stigliano un borgo antico visitato dal Console della Lituania, Dott. Giuseppe Saracino

Basilicata

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Domenica 10 Aprile 2022 il Console della Lituania (per Puglia e Basilicata) Giuseppe Saracino e in rappresentanza di 44 nazioni, in via informale ha trascorso con il Sindaco di Stigliano Dott. Francesco Micucci e la Sua giunta e con il Sindaco di Cirigliano e presidente dell’Unione di Comuni della Collina Materana, Dott. Franco Galluzzi una giornata per incontrare e sensibilizzare la comunità Stiglianese al dramma della situazione bellica, per portare il Suo sostegno alla comunità ucraina presente nel territorio stiglianese.

Altresì ha ringraziato i cittadini di Stigliano per aver profuso immediatamente aiuti al popolo ucraino e per essersi attivati con generosità all’accoglienza di Donne e bambini ucraini facendosi così promotori attivi dell’integrazione tra popoli. La giornata si è conclusa con un giro nel centro storico del paese e con la visita presso alcune aziende locali per promuovere e sostenere scambi culturali e commerciali con le nazioni rappresentate dal Console, ovvero 44 nazioni.

Stigliano, dove arte, cultura, bellezza e ottimo cibo, e gli antichi sapori delle ricette delle nonne, si incontrano e si sposano.  Un meraviglioso Paese incontaminato, arroccato sulla collina materana a novecento metri di altezza  che lascia incantato chi vi arriva per il Suo panorama; infatti  una vista e un tramonto  mozzafiato, si intravede e si gode ogni sera  da questa altura dove” il cor un po’ si spaura “Stigliano, famosa per il Suo carnevale, manifestazione, dove si possono ammirare carri stupendi e  stratosferici, realizzati dai ragazzi dell’ Associazione,” Make Carnival”, che,  ogni anno con sacrificio e dedizione impiegano il loro tempo, le loro energie per foggiarli, è anche diventata da alcuni anni un  sito culturale artistico di un certo livello e spessore, grazie alla mente vulcanica di alcuni giovani dell’Associazione” Appartengo”  che hanno immaginato e realizzato una arte itinerante tra le strade del proprio Paese, una galleria a cielo aperto, un laboratorio di strada dove l’arte vive e si amalgama e si unisce con gli abitanti accoglienti, disponibili e amorevoli con il prossimo, soprattutto con il turista . In questo luogo ameno, grazie a questo intrigante evento che ha dato lustro ed ha offerto vivacità e bellezza alla Terra del pistacchio, l’oro di Stigliano, si può, finalmente, parlare, raccontare le storie che passano attraverso la cultura artistica.

Storie di artisti, uomini e donne che hanno deciso e decidono di mettersi in gioco   intraprendendo questo progetto meraviglioso, quello di plasmare e realizzare le loro creature ed esporle in questo accogliente Paese dove la natura e la tranquillità rendono l’animo sereno, atto a vibrare per poter così sferrare il lazzo della creatività. Le loro opere allieteranno ogni momento della vita stiglianese.

Le tre parole che arriveranno al cuore e che ci accompagneranno lungo questo iter stupendo della conoscenza della ridente cittadina   sono: Arte. L’arte, infatti scuote dall’anima la polvere, le impurità le “scorie” accumulate nella quotidianità dei nostri giorni. Il nostro intento è quello di infondere nell’animo umano una nota paradisiaca, un Eden attraverso la vena artistica. Infatti per poter apprezzare una opera d’arte, non c’è bisogno di essere competente in materia come un critico, uno studioso, un professore, ma basta spalancare la porta del cuore e purificare l’anima.

È Lei che si placa dalle angustie di tutti i giorni desiderando la bellezza e l’essenza dell’estetica. Noi questa bellezza desideriamo palesarla attraverso queste opere perché siamo convinti che “bellezza” richiami bellezza e non c’è cosa più dirompente della bellezza che risiede in chi si nutre di Arte.   Non c’è niente di più contagioso della creatività.  Infatti codesta è una pianta che va coltivata bene ed innaffiata della linfa vitale.  Bisogna credere all’arte della creatività come antidoto alla noia come antidoto alla cattiveria, alla malvagità umana.

Queste tre parole si manifesteranno con insistenza lungo il nostro viaggio culturale stiglianese  e, proprio in virtù del fatto di condividere le stesse sensazioni, la stessa sensibilità e la stessa ricerca del “Bello” con il popolo stiglianese, potremo ricomporre il puzzle che rende unica ed inimitabile una opera d’arte infondendo  nel nostro cuore una emozione incommensurabile.

Scolpire, ad esempio, non è scavare un tronco, ma è percepire e trovare il respiro e l’anima della vita stessa e in essa rilevarli e palesarli Le loro opere evidenzieranno  il vero e  il proprio spirito che si manifesta come passione, come sensibilità e come l’alternarsi del conoscere e del volere rappresentando una notevole ed elevata forma d’arte. Infatti la natura e tutto quello che ci circonda non è solo quello che ammiriamo cioè tutto quello che è visibile agli occhi, ma include anche le immagini interne ed intrinseche dell’anima.  Ed è vero che ogni stiglianese capta e apprezza la cultura e la tradizione del Suo Paese ed è orgoglioso di renderla manifesta a coloro che vengono in visita e, nulla è più vero dell’assioma che recita: “ dove  c’è un Lucano la Basilicata fiorisce “

“Girano tanti Lucani per il mondo, ma nessuno li vede, non sono esibizionisti. Il Lucano, più di ogni altro popolo, vive bene nell’ombra (Leonardo Sinisgalli.)  E’ per questo che con immensa soddisfazione, da romana, accolta a Stigliano con grande affetto e calore umano ho voluto testimoniare la mia esperienza con i cittadini della Basilicata e in particolare con quelli di Stigliano  al graditissimo ospite, il Console Giuseppe Saracino, che domenica, 10 Aprile 2022  ha onorato la amena cittadina di Stigliano con la Sua visita.

Le nostre origini, la storia della nostra famiglia, sono come le radici di un albero: sono fondamentali, ci sostengono e danno nutrimento alla nostra identità. Per questo è importante conoscerle e tramandarle, insieme all’orgoglio di possederle. Come sempre, infatti, la non conoscenza non cancella le cose, ma rende tutto più difficile, dando origine a vuoti che in mancanza di elementi oggettivi vengono riempiti di immaginazione, con il rischio di proiettare fantasie, ansie e paure. Gli aspetti culturali dell’identità passano attraverso numerosi canali: i racconti, la lingua, la cucina, le tradizioni, la musica e spesso sono proprio le storie di famiglia a tener vivi tutti questi elementi.

Nell’immaginario collettivo per indicare i nostri   migranti la rappresentazione che ci appare nella nostra mente è quella di uomini o famiglie che trasportano una valigia di cartone con generi di prima necessità per cercare un mondo migliore. Ma questo è soltanto uno stereotipo di questo aspetto che non rappresenta solo disperazione e tristezza, ma se volessimo monitorare la presenza degli Italiani e in questo caso specifico dei Lucani sull’intero globo, ci accorgeremmo che i cittadini Lucani ricoprono ruoli significativi ed importanti nelle istituzioni, nelle grandi aziende come stimati professionisti o operai che siano, ma tutti ogni giorno rendono grande la Basilicata, grazie al loro impegno civile e sociale.

L’emigrazione, e Stigliano non ne è stata esente,  rappresenta il coraggio, l’avventura di una persona di affrontare la vita, è una opportunità, una finestra sul mondo da cui si suole guardare al futuro, sempre con la speranza di poter tornare nella propria Terra, alle proprie radici propagandando il proprio patrimonio culturale, la passione e l’amore che si evince dal proprio cuore per i borghi, per i vicoli della Lucania. La forza e la determinazione dei Lucani è palese in tutto il nostro Pianeta. L’attaccamento alla Basilicata che si nota in ogni cittadino della Lucania, in qualunque posto della Terra Lui si trovi è fonte di orgoglio per le istituzioni del Paese.

E sono i nonni, gli avi di questa meravigliosa terra lucana, perle di saggezza, che  raccontano, illustrano e descrivono la loro storia e ci trasportano in un mondo che loro hanno vissuto con intensità e trasfondono nei nostri animi le loro sensazioni, i loro ricordi appassionati, le loro testimonianze di un passato con una esistenza trascorsa per lo più in miseria, ma con la gioia della famiglia riunita in un desco allietato da una comunanza di amorosi intenti e di  sentimenti nel condividere le tradizioni, i sapori e le usanze del posto lucano  in cui si risiedeva.

Le sensazioni che si provano quando poi si rivive un passato felice sono qualcosa di meraviglioso, racconti, rimasti sepolti nella memoria, ricordi fatti ancora di sentimenti autentici, non contaminati dalla ragione umana, riaffiorano mano a mano che una persona si riavvicina al Paese di origine e prendono forma ripescando nella memoria il deja vu di molti anni prima per scorgere qualche particolare, qualche dettaglio; e gli occhi si velano di lacrime  e sembra di vivere una favola di aver realizzato un sogno nel camminare ancora una volta in quei luoghi lasciati per emigrare in tempi lontani. Chiudendo gli occhi   si possono ripercorrere quei sentimenti, quella ricca povertà che avvicinava tutti, ma che alla fine avrebbe vinto spingendo tanti figli della nostra Terra a tentare fortuna all’altro capo del mondo.

Infatti la Basilicata è una delle Regioni più povere, ma i Lucani hanno sempre un asso nella manica in tasca perché provenendo per lo più da una classe sociale contadina, non sentono la percezione della povertà reale, riescono ad avere un tenore di vita di frugale abbondanza, legato alle loro antiche abitudini arcaiche- contadine Specialmente nei paesi più periferici della Lucania  gli anziani avevano e  hanno tanta esperienza e sono immuni dal consumismo, dalle mode. Il denaro per loro serve solo per le medicine, a loro basta poco per vivere.

Il poco per loro era inteso ed è ancora, oggi, concepito   nel senso di avere un tetto sopra la testa e qualcosa da porre sul desco quotidiano. Ed ancora accomuna, i Lucani, un atteggiamento di dignità, di decoro che li porta a non piangersi addosso e a mettere in pratica quel senso di comunità e solidarietà della cultura del buon vicinato, dell’aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà Un codice morale che è nel cuore del Lucano e che si esporta in qualsiasi posto in cui Lui risieda. Una pratica che diventa consuetudine: “Ho fatto un piatto tipico e lo porto al vicino per farglielo assaggiare, ma non come obbligo o forma, ma proprio come etica morale Accudire i bambini della vicina, anche per una intera giornata era per il Lucano ed è fonte di condivisione, un dono speciale.

Ed ecco palesarsi la generosità e lo spirito altruistico e spontaneo del cuore lucano che senza indugi si mette a disposizione per ospitare  bambini e le coraggiose e determinate. Donne della comunità ucraina, scappate dalla guerra, per mettere in salvo i propri figli con il magone nell’animo per aver lasciato i propri mariti a combattere una guerra fratricida. Una comunità, quella della Basilicata arcaica, che, pur vivendo ai margini del mondo, del progresso, si percepiva resiliente e resistente. Quel mondo contadino che, a volte, non è riuscito a transitare nella modernità, ma che deve riuscire a porre le sue radici per il futuro perché ogni Lucano nel mondo percepisce che il ritorno alle origini e alle piccole cose quotidiane sono i valori che si porterà sempre nel cuore e che tramanderà palesandoli nel posto dove ora vive, riuscendo così a manifestare a trecentosessanta gradi l’orgoglio lucano!!! Orgoglio lucano che rappresentò il sogno di un Uomo.

Antonio Sarubbi che decise di sfidare tutti e tutto, creando, dal nulla un pastificio i cui prodotti arriveranno ad essere esportati finanche in America dando lustro e lavoro a tutto il paese di Stigliano (MT). Infatti ben presto nel giro di qualche decennio il Pastificio Sarubbi divenne una delle eccellenze produttive. Testimonianza di ciò ci è stata anche tramandata da alcune rime scritte per diletto da Giuseppe Diruggero colto prete Stiglianese che scrisse: “E a Nuova York pensate! All’altro mondo, trovai questa reclame in bella mostra, tanto che restai balordo e tondo; questa scritta stilata in lingua nostra:” “Chi vuol vivere a lungo e sempre sano mangi ogni giorno la pasta di Stigliano” La qualità della semola dei maestri pastai Sarubbi divenne infatti famosa in tutto il mondo intorno al 1960 e appunto arrivò fino in America  dando lustro a un popolo coraggioso ed intraprendente, il popolo lucano!!! Ed oggi?

Ecco  di seguito la storia che merita una particolare attenzione in quanto racchiude in seno, come abbiamo visto, una delle eccellenze dei prodotti stiglianesi con la conseguente tradizione culturale da tramandare ai posteri. L’Antico Pastificio Sarubbi è un accogliente hotel che emerge con i suoi cinque piani sul borgo di Stigliano a quasi 1000 metri di altezza. La cittadina, non distante da Matera, è famosa storicamente per aver dato rifugio al brigante Carmine Crocco dopo uno scontro con il regio esercito e anche per essere stata un luogo di confino dei fascisti dissidenti.

Da ex mulino a opificio oggi è un hotel

Ma Stigliano ha una lunga storia anche riguardo alla tradizione della pasta, tanto che in documenti del 1815, viene indicata la presenza della “scuola dei maccaronieri”. Del resto la materia prima non mancava: grano, mulini e corsi d’acqua. Da questa tradizione hanno avuto origine i primi pastifici, tra cui quello della famiglia Sarubbi. Affascinante anche la storia dell’opificio industriale, oggi albergo, in cui fino agli anni ’50 si produceva pasta di grano duro.

A sua volta edificato su un antico mulino, dove durante la mietitura tutti i contadini del paese si riunivano per la trebbiatura del grano, l’opificio nacque dal progetto di architetti della scuola di Adriano Olivetti e produsse pasta di alta qualità, esportata perfino negli Stati Uniti d’America, chiudendo i suoi battenti negli anni ’70 per vicende e motivi familiari. Dal 2019 l’Hotel Antico Pastificio Sarubbi è gestito da una società il cui amministratore unico è Adriana Domeniconi, una signora romana innamorata di questa terra tanto da farne la sua dimora e il centro dei suoi interessi lavorativi.

In più suo figlio Daniele Di Calisto ha voluto riprendere la lavorazione della pasta con i grani del territorio stiglianese nel laboratorio artigianale accanto all’hotel con il marchio “L’Antico Opificio della Pasta”

L’ANTICO OPIFICIO DELLA PASTA…. UNA STORIA DI UN SOGNO

L’idea nasce da Daniele, figlio dell’attuale amministratore unico della società, Adriana Domeniconi che gestisce l’Hotel Antico Pastificio Sarubbi a Stigliano in provincia di Matera. Daniele Di Calisto giovanissimo avvocato ecclesiastico che, trovandosi ad aiutare la mamma Adriana ed i soci Nicola Lista e Giuseppe Crescente nella gestione dell’Hotel, e vivendo sempre più appieno la vita e cultura di questo ridente paesino a 900 metri di altitudine in provincia di Matera ha lanciato questa idea un po’ bizzarra e un po’ arcaica, ovvero riscoprire le vecchie tradizioni iniziando, appunto, la produzione della pasta con i grani rigorosamente del territorio stiglianese, in particolare con la semola del famoso Molino Careccia.
Infatti il territorio Stiglianese, data la sua conformazione geografica e climatica rende propizio proprio la coltivazione di grano duro di alta qualità.

Le prime attività molitorie e i primi pastifici stiglianesi infatti risalgono al 1800. La storia ci tramanda, come abbiamo già evocato e enunciato  anche alcune rime scritte per diletto da Giuseppe Francesco  Diruggero colto prete stiglianese che scrisse: “E a Nuova York pensate! All’altro mondo, trovai questa reclame in bella mostra, tanto che restai balordo e tondo; questa scritta stilata in lingua nostra;” “Chi vuol vivere a lungo e sempre sano mangi ogni giorno Pasta di Stigliano” La qualità della semola dei maestri pastai Stiglianesi divenne infatti famosa in tutto il mondo intorno al 1960 e appunto arrivò fino in America.
Idea… del giovane avvocato Daniele approvata e messa a punto dagli attuali soci che gestiscono l’Hotel e che, con il sapiente aiuto del loro più stretto collaboratore Giuseppe Buchicchio hanno dato vita al laboratorio artigianale della Pasta con il marchio “L’Antico Opificio della Pasta” che ha ripreso le antiche ricette dei maestri pastai stiglianesi riportandole alla luce!!!

IL SOGNO CONTINUA… ORA NON VI RESTA CHE VIVERLO CON NOI…

di Adriana Domeniconi

Vicepresidente regionale Basilicata del Movimento Difesa Del Cittadino con delega pari opportunità

Presidente Regionale Basilicata ENAC

Presidente Regionale Basilicata ANIM (Associazione Nazionale Italiani nel Mondo)

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