Draghi, “prospettive di crescita peggiorate a causa della guerra”

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IL PREMIER: “PREFERIAMO LA PACE O IL CONDIZIONATORE ACCESO?”. SI AL DEF, CRESCITA AL 3,1 PER CENTO E DEFICIT AL 5,6 PER CENTO. 5 MILIARDI CONTRO IL CARO ENERGIA

‘La guerra ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita’. Ma ‘faremo tutto il necessario per aiutare famiglie e imprese’. Lo ha detto Draghi chiedendo alla maggioranza il massimo impegno per portare avanti le riforme e far fronte all’emergenza. Sulle sanzioni a Mosca, ha sottolineato che ‘l’embargo del gas non e’ ancora e non so se sara’ mai sul tavolo’, ma ha assicurato che senza gas russo ‘fino a ottobre siamo coperti’. Poi si è chiesto e ha chiesto a tutti: ‘Vogliamo la pace o il condizionatore acceso?’. Inoltre, sul prezzo dell’energia, ha precisato: ‘non possiamo aspettare l’Ue, andremo avanti con provvedimenti nazionali’.

“È chiaro che la guerra in Ucraina ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita, in particolare su questo pesano l’aumento dei prezzi dell’energia e di altri beni come materie prime e beni alimentari, ma pesa anche la fiducia dei consumatori e degli investitori che è diminuita e che invece era molto positiva e molto viva all’inizio dell’anno”. Lo afferma il premier Mario Draghi in conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera all’unanimità al Documento economia e finanza.

“Siamo molto consapevoli del disagio sociale – ha detto Draghi – soprattutto per chi teme l’impatto dell’inflazione e siamo pronti e intervenire. L’abbiamo già fatto nel recente passato, sono stati stanziati 15,5 miliardi” ha detto il premier, aggiungendo: “Faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese, all’interno di una cornice di decisioni europee e di equilibrio dei conti ma in sostanza la disponibilità del governo è totale”. “Una cosa fondamentale, quanto i provvedimenti, è il messaggio che il governo e la maggioranza e il Parlamento devono dare in termini di fiducia” continua il premier, spiegando che “questa è una strada che ci deve portare ad affermare una governabilità che si esprime con decisione, ma soprattutto con unità. L’unità di intenti è ciò che vogliono vedere oggi i cittadini, se devono scegliere tra l’affermazione di identità dei vari partiti o una unità di intenti nell’esecuzione del governo sono certo che scelgano la seconda”. “Nelle prossime settimane comprenderemo meglio le dimensioni dell’intervento necessario” per sostenere famiglie e imprese, afferma poi il premier, aggiungendo che “bisogna coordinare interventi anche in una cornice europea: siamo tutti al lavoro per costruire una risposta comune a uno choc che è comune come lo è stato per la pandemia, bisogna ripetere quell’esperienza di straordinaria unità nazionale che ha ispirato la nostra azione di governo durante il periodo della pandemia”.

“Il documento è stato approvato in leggero anticipo rispetto alle normali scadenze per essere propedeutico ad altri interventi di politica economica” ha affermato invece il ministro dell’Economia Daniele Franco. “Oggi ricordo che con decreto ministeriale firmato da me e dal ministro Cingolani abbiamo esteso di 10 giorni l’abbattimento di 25 centesimi dell’accisa su benzina e gasolio utilizzando il sovra-gettito iva, quindi l’abbattimento dell’accisa viene esteso da oggi al 2 maggio” ha detto il ministro, che poi ha aggiunto: “Molte imprese in questo momento stanno soffrendo moltissimo per effetto dell’aumento del costo dell’energia, il costo del gas naturale in marzo era 6 volte quello di un anno fa e questo ha un impatto enorme sui costi di produzione di moltissime imprese. Il governo è intervenuto ripetutamente per aiutare le imprese, vedremo se questo aiuto possa essere rafforzato”.

Draghi è poi intervenuto sui temi più direttamente legati alla guerra in Ucraina e sulle forniture di gas: “Oggi l’embargo del gas non è ancora e non so se lo sarà mai sul tavolo”, ma se dovessero cessare le forniture di gas russo “noi comunque fino a tardo ottobre siamo coperti dalle nostre riserve e da varie altre produzioni. Le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno”. “Noi – aggiunge – andiamo con quello che decide l’Ue, se ci propongono l’embargo sul gas e se l’Ue è uniforme su questo noi saremmo ben contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremmo più efficace per permettere la pace. Questo è quello che vogliamo”. “Ci chiediamo se il prezzo del gas posso essere scambiato con la pace: di fronte a queste due cose che cosa vogliamo? La pace oppure stare con l’aria condizionata accesa tutta l’estate?”.

I PROVVEDIMENTI – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha approvato il Documento di economia e finanza (Def) 2022 nel quale cala la previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (Pil) per il 2022 dal 4,7% programmatico della Nadef al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%. È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. Il Documento tiene infatti conto del peggioramento del quadro economico determinato da diversi fattori, in particolare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia. Tali fattori sono oggi tutti meno favorevoli di quanto fossero in occasione della pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def (Nadef) nello scorso settembre.

Il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione è indicato al 5,1% per quest’anno; scende successivamente fino al 2,7% del Pil nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella Nadef sono confermati: il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Vi è quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025). Questo spazio di manovra sarà utilizzato dal Governo per un nuovo intervento con diverse finalità, in particolare per contenere il costo dei carburanti e dell’energia per famiglie e attività produttive, potenziare gli strumenti di garanzia per l’accesso al credito delle imprese, integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche e ripristinare alcuni fondi utilizzati a parziale copertura del recente decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17.

Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Il rapporto debito/Pil nello scenario programmatico diminuirà quest’anno al 147,0%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025. La decisione di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo testimonia l’attenzione verso la sostenibilità della finanza pubblica. Al contempo, per il Governo resta imprescindibile continuare a promuovere una crescita economica elevata e sostenibile. Laddove necessario, il Governo fa sapere infine che non esiterà a intervenire con la massima determinazione e rapidità a sostegno delle famiglie e delle imprese.

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