Difesa delle donne?

Femminicidi & Violenza

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L’Associazione Pro Vita & Famiglia, in occasione della giornata mondiale della donna dell’otto Marzo, ha promosso una campagna di affissione per ribadire il diritto di ogni donna alla Vita. Una campagna, ennesima dimostrazione dell’intolleranza di una certa politica e della violenza delle condotte di un femminismo che abbraccia ovviamente il pensiero politicamente corretto.
Per quanto concerne la politica ci si riferisce al Campidoglio che, infatti, non ha esitato a disporre nonché attuare, la rimozione delle affissioni.
Le femministe, invece, hanno risposto col loro classico modus operandi, ossia un “blitz” per imbrattare e vandalizzare la sede romana dell’associazione.
In questa occasione una delle tante, troppe in cui l’associazione Pro Vita & Famiglia è vittima di simili attacchi, la stessa associaizione ha intervistato lo psichiatra e opinionista Alessandro Meluzzi.
Si cita una delle sue risposte date nell’intervista fatta da Pro Vita, in quanto esaustiva nel descrivere il delirante periodo in cui la società “così emancipata e civile” ormai versa.

«Io credo che la donna sia la regina della vita e questo è un fatto che riguarda l’umano a 360 gradi. Il suo ruolo, nella generazione della vita, è amplificato dalla gravidanza, dall’allattamento. E tutto, nel cuore nel corpo, nella mente, nella psicologia, nella carne e nel sangue della donna, è ordinato alla maternità. Altrimenti non ci sarebbe nemmeno il ciclo mestruale, la pubertà, la menopausa, non ci sarebbe nulla di ciò che caratterizza corpo, mente, anima e psicosomatica della donna. Prendere atto di questo mi sembra un’ovvietà, negarlo, invece, una mostruosità. Però tra questa negazione mostruosa e questa ovvietà doverosa ci sta di mezzo la follia di un tempo che ha mortificato quanto di più sacro e bello e importante c’è nella vita della donna».

Vicenda che ricorda altresì un altro episodio, uno schiaffo all’essenza dell’universo in rosa ma soprattutto alla libertà di pensiero, costituzionalmente tutelata dall’art. 21 della Costituzione.
Si parla precisamente di quanto successo sempre in occasione della festa della donna, su una frase detta da Fabio Fazio, condutture televisivo della trasmissione “che tempo che fa”.

La sua pecca?

Aver detto l’ovvio:
“La donna è colei che dà la vita.” Volgendo un particolare pensiero alle donne, alle madri, alle mogli che vivono il dramma delle guerre. Frase considerata come un minimizzare la figura della donna che non è né moglie né madre. Triste, squallido, osceno, vedere del marcio dove non c’è solo bellezza, soprattutto in una frase che riporta l’essenza della donna, ossia il donare la vita.

Da quando riportare la verità è un’offesa, uno stereotipo, espressione del patriarcato o sessismo?
Dopotutto, cosa aspettarsi da una società femminista in cui la difesa della donna consiste solo nell’alzare le antenne se c’è di mezzo la figura maschile?

“Il Maschio, bianco ed etero.” Frase tanto razzista quanto misandrica. Eppure anche non salvaguardare la figura materna è violenza sulle donne.
A tal proposito, è giusto e doveroso ricordare una serie di dati emersi dopo lo scandalo del caso Bibbiano nel 2019. Secondo i dati ufficiali, c’è chi parla di 500mila casi. L’ex ministro della Giustizia Bonafede ha riferito che i bambini allontanati dalle proprie famiglie sono stati 12.338 nel periodo Gennaio 2018 – Giugno 2019. Complessivamente, si parla di oltre 160mila minori in venti anni.

Altrettanto giusto e doveroso ricordare che è violenza sulle donne, altresì, la non applicazione dell’art. 37 Cost. che riconosce e tutela la donne lavoratrice, salvaguardando contestualmente il suo diritto inviolabile di essere madre.
Non per nulla, è una notizia fuori dal comune quella in cui, un datore di lavoro assume una donna in dolce attesa o una neomamma. Stupore che lascia amaramente stupiti visto che certe condotte dovrebbero essere la prassi.

Sarebbe più interessante vedere tutto questo pathos e questa indignazione per piaghe sociali che sicuramente non fanno onore a uno Stato che ha così tanto a cuore la difesa della donna, con tanto di norme costituzionali e riforme in funzione della tutela dell’universo in rosa.

Rita Lazzaro

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