Il sacrosanto diritto ad un po’ di serenità

Attualità & Cronaca

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Sta arrivando la primavera. A Roma il siliquastro, l’albero di Giuda, sta già colorando giardini e parchi, con i suoi fiori rosa, lilla e bianchi.

La pandemia sembra finita, la gente sarebbe potuta stare un po’ tranquilla, e invece, dalla visione d’immagini angoscianti di ospedali, autoambulanze, malati intubati, siringhe nel braccio, bastoncini cotonati infilati nelle narici, immagini ossessive, viste e riviste, è passata alla visione di immagini terrificanti, non sempre reali, della guerra in Ucraina.

Dall’ascolto di discussioni infinite sulla pandemia e sulle restrizioni e sulle discriminazioni, la gente è passata all’ascolto di discussioni infinite sulla guerra. Da un tormento all’altro grazie anche alla generosità di giornalisti e conduttori televisivi. Se non fosse cominciata la guerra in Ucraina, avrebbero continuato a parlare del numero dei contagiati, del gren pass, di vaccinati e non vaccinati.

Non potrebbero limitarsi a riferire l’essenziale? Dopo tanti patimenti gli italiani avevano il sacrosanto diritto ad un po’ di serenità, e penso soprattutto ai bambini, ai ragazzi, ai giovani. Non ne hanno avuto abbastanza? Ieri sera durante una trasmissione televisiva il conduttore ha mostrato scene strazianti di guerra ad una signora di novant’anni e poi le ha chiesto: “Signora che effetto le fa vedere queste scene?”.

Renato Pierri

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