Quelli che non si voltano dall’altra parte 

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La bella manifestazione delle 100 città europee che si è svolta in piazza Santa Croce a Firenze, ha ribadito sostegno per l’Ucraina aggredita da Putin e solidarietà al popolo russo che manifesta, a rischio della libertà il suo dissenso dalla guerra.

Di Nicola Cariglia

La manifestazione in Piazza Santa Croce a Firenze (Foto Claudio Tirinnanzi)

Non tutti si voltano dall’altra parte di fronte all’immane tragedia della invasione russa dell’Ucraina. Per fortuna sono la maggioranza coloro che la vivono con sentimenti di partecipazione: certo al dolore di tutte le vittime, ucraine e russe, di questa assurda guerra scatenata da Putin. Ma avendo ben presente che ci sono oppressi e oppressori.

Il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj in collegamento con la Piazza di Firenze

La bella manifestazione delle città europee che si è svolta in piazza Santa Croce a Firenze, incapace di contenere tutti i partecipanti, ha ribadito questa demarcazione ed ha espresso un l’esplicito sostegno per L’Ucraina aggredita da Putin. Una atmosfera calda, di grande e appassionata solidarietà. Da ricordare non solo per la commozione dei partecipanti. Ancora di piu’ perché ha ben espresso, con la ragione, i motivi che impongono di offrire il massimo del sostegno possibile all’Ucraina. Ed ha portato allo scoperto il falso e unilaterale “pacifismo”. Quello che afferma, non sempre in buona fede, che dare aiuto concreto a Zelensky sarebbe sbagliato perché farebbe allungare la guerra e, dunque, anche il numero delle vittime da una parte e dall’altra.

Si tratta di un ragionamento che distorce principi, interpretandoli male, per fini di propaganda. Come chiamare in causa l’articolo 11 della Costituzione per dimostrare che non si dovrebbero accogliere le richieste di aiuto di un popolo che è stato aggredito e intende difendersi. La nostra Costituzione, è vero, ripudia la violenza come metodo di risoluzione delle vertenze internazionali. Ma ciò non significa che l’Italia non possa difendersi qualora fosse aggredita e si volesse privarla di qui valori di democrazia e libertà che proprio la nostra Carta definisce irrinunciabili. Al riguardo gli articoli 78 e 87 chiariscono i compiti del parlamento, del governo e del presidente della repubblica. E l’art 52 per il quale «la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino» non è proprio a misura di ciò che stanno facendo gli Ucraini?  I partigiani italiani e francesi, nelle rispettive lotte di resistenza ad Hitler imbracciavano armi angloamericane. Le stesse che stanno chiedendo disperatamente gli Ucraini alla Nato.

Insomma, pacifismo non è lavarsene le mani e volgere gli occhi altrove. Ci sono casi nei quali volere la pace significa si ripudiare la violenza. Ma non può significare accettare qualsiasi tipo di sopruso senza reagire. E può volere dire perfino aiutare un altro paese aggredito fornendo armi perché non soccomba se ha deciso di lottare per la propria indipendenza. Non reagire in nessun modo, ancorchè non direttamente coinvolti, in passato si è dimostrata scelta scellerata.

Nicola Cariglia 

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