La guerra in Ucraina

Politica

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“Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato”. Papa Francesco lancia il suo appello accorato affinchè questa guerra assurda e “criminale” in Ucraina,  con il suo prezzo inevitabile di vite umane e vittime innocenti,  finisca al più presto. Il mondo ha bisogno di Pace. Dalla parte dei bambini degli anziani, degli ammalati e dei poveri, per costruire un mondo nuovo, un mondo migliore.

Papa Francesco ha diffuso qualche giorno fa  sul suo account @Pontifex un tweet con una scritta in russo e ucraino contro la guerra in Ucraina. Il messaggio riprende un passo della sua precedente  enciclica “Fratelli tutti”: “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”, con la firma ‘Franciscus’ e gli hashtag #PreghiamoInsieme e #Ucraina. E’ la prima volta che il Pontefice diffonde un tweet in queste lingue. Messaggi che arrivano dopo il gesto, assolutamente inedito e fuori protocollo ma sinceramente e fortemente sentito e voluto, compiuto oggi da Papa Francesco che si è recato qualche giorno fas di buon mattino in visita all’Ambasciata russa presso la Santa Sede, in Via della Conciliazione, per manifestare la sua preoccupazione per la guerra, come conferma il Vaticano.

Jorge Mario Bergoglio, scrive l’agenzia stampa argentina Telam, che per prima ha diffuso la notizia, si è recato dall’ambasciatore russo, Alexander Avdeev, “per tentare di mediare nel conflitto tra il suo  paese e l’Ucraina e  l’attacco su larga scala di Mosca”. Quasi tutte le Nazioni del mondo hanno da subito  fermamente condannato la sciagurata invasione dell’Ucraina, Stato libero e  sovrano, da parte della Russia  in uno con la giusta e condivisa condanna dell’azione militare di Putin che si è manifestata, peraltro,  in forme e modi che calpestano ogni verità storica. “A ciascuno il suo” recita la testata dell’Osservatore Romano nel giorno più sciagurato degli ultimi cinquant’anni.

Ma il mondo della comunicazione ha rimosso ogni recente precedente dell’attacco all’Ucraina, dal pretesto falso delle testate nucleari per iniziare l’attacco contro Saddam, all’utilizzo improprio della Nato per bombardare Belgrado. Tutto questo non giustifica Putin ma nemmeno l’attacco dell’altra mattina può cancellare con un colpo di spugna i missili (italotedeschi) sui bambini innocenti dello Yemen, né gli interventi USA in diversi paesi dell’America Latina, secondo la logica omicida del Piano Condor.

Non è vero insomma che dopo la Seconda Guerra Mondiale non ci siano stati altri crimini dello stesso genere. Il popolo palestinese e quello siriano non hanno ancora riacquistato quanto gli è stato tolto con le guerre subite in questi decenni. Inoltre siamo in egual modo debitori, come popoli europei, al prezzo pagato dagli americani e soprattutto dai russi per liberarci dal nazismo e dalla guerra. Tutti parlano di pace ma la pace e la civile convivenza tra popoli si crea negli anni e in Ucraina tutto questo, nel rispetto della verità storica in questi anni non è avvenuto. Per scopi politici le differenze tra i vari gruppi etnici sono state amplificate e l’attuale crisi ne è solo la logica conseguenza.

E’ troppo facile chiedere la pace e poi dimenticarsi degli accordi di Minsk che l’Ucraina ha sempre disatteso non applicandoli. Dopo il colpo di stato del 2014, le regioni del Donbass che non accettarono il governo, chiesero maggiore autonomia perché abitate in maggior parte da russi o ucraini parlanti russo. Un’autonomia simile a quella che gode in Italia l’Alto Adige ma che probabilmente i nostri governanti ignorano.

Un’autonomia che in quelle regioni sembrava essere una cosa strana ma che invece nel nostro paese è una cosa normale, come normale è che le popolazioni dell’Alto Adige parlino tedesco o ladino a differenza di quelle che abitano il Donetsk ed il Lugansk, alle quali non è permesso parlare russo. Ma, come detto, i nostri governanti atlantisti non sanno o fanno finta di non sapere delle contese etniche in molti paesi europei, per non dispiacere il padrone di Oltreoceano che ha affermato nel suo ultimo  discorso che in Europa non c’è stata mai una guerra dopo la fine della seconda guerra mondiale.

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Affermazione che dimostra una palese ignoranza storica o, nel migliore dei casi, considera chi lo ascolta un vero e proprio sprovveduto che vive fuori dal tempo. Nella realtà così non è. In Europa c’è stata, per i meno attenti, la guerra in Yugoslavia nel 1989 e poi quella ;del Kosovo, dieci anni dopo, in quella circostanza non va dimenticato che il nostro governo presieduto da Massimo D’Alema seguì la Nato nei bombardamenti senza neppure avere l’autorizzazione del Parlamento. Intervento armato con la partecipazione italiana che causò almeno 5000 morti tra i civili. Ma quella non era una guerra, diranno i più sofisticati, era un intervento umanitario compiuto con aerei e bombe che esplodono e causano morti.

Dettaglio insignificante per i poco attenti politici che ci governano, lasciato passare dai media per il fatto che la memoria storica langue o volutamente viene indirizzata verso fatti assolutamente non veri. E’ troppo facile per loro dimenticare che per la mancata applicazione degli accordi di Minsk da parte del governo ucraino le popolazioni del Donbass da otto anni ricevono la loro quasi quotidiana pioggia di bombe sparate dai mortai e dai cannoni dell’esercito ucraino.

Questa non è una guerra?. Poi negli ultimi giorni nessuno dei bravi portatori di sani principi democratici si è prodigato a condannare l’aumento delle azioni militari delle forze di sicurezza ucraine nelle autoproclamate repubbliche del Donbass. Si sono dimenticati, ma può succedere visto le tante cose che hanno da fare, di tirare le orecchie a Zelensky responsabile della pioggia di bombe con le quali il suo esercito omaggia la popolazione locale. Bombardamenti che hanno causato almeno 14000 morti in otto anni. Ma anche questo, che strano, questo sembra essere un dettaglio. E’ troppo facile ignorare appunto per otto anni i diritti delle popolazioni di queste regioni.

Non per amore della retorica e  nemmeno vogliamo  correre il rischio di  essere fraintesi e tacciati  di voler andare controtendenza in questo momento terribile   per le sorti dell’intera umanità sulla quale si agita il terribile spettro di una terza guerra mondiale di tipo anche nucleare; ma nel rispetto della verità storica anche questi dovrebbero essere annoverati tra i diritti umani che vengono sempre evocati dagli Stati Uniti e soci quando occorre imbastire una guerra per il loro rispetto o, nel migliore dei casi, per applicare sanzioni economiche a qualcuno. Siamo proprio convinti che nell’invasione dell’Ucraina, voluta da una improvvida quanto criminale decisione della Russia e del suo Zar Putin, da tempo ormai padre padrone, dittatore  senza freni e senza scrupoli, siano stati compiuti tutti i passi per evitarla?

Secondo gli Stati Uniti, che nel frattempo hanno spostato migliaia di soldati nei paesi confinanti, un chiaro segnale di distensione, e per l’Unione Europea, che ha continuato a finanziare con fiumi di denaro l’Ucraina, sembra di sì. Ma vi è anche un’altra chiave di lettura e cioè che tutte queste strategie  siano  state compiute proprio per spingere la Russia ad intervenire. Non penso che l’opzione russa sia l’unica che si poteva percorrere ma bisogna considerare anche che il popolo delle regioni del Donestk e del Lugansk è stato lasciato solo a morire sotto le bombe delle forze di sicurezza ucraine come se non contasse nulla.

La crisi è stata progettata a tavolino dalla Nato e dagli Stati Uniti, che la controllano, per evidenti motivi di ordine geopolitico internazionale. La dichiarazione fatta da Joe Biden nel suo discorso al congresso di ieri sera in cui afferma che le sanzioni hanno lo scopo di colpire economicamente la Russia ed il suo popolo che appoggia Putin è abbastanza eloquente.  Basta questo per capire le ragioni della crisi: impedire alla Russia uno sviluppo economico che la porti a primeggiare con la Cina e gli stessi americani; insomma un concorrente in meno. Allora con quale diritto inventiamo una crisi che si protrae per otto anni nel centro dell’Europa per impedire ad una nazione, la Russia, di svilupparsi economicamente? Abbiamo il diritto di imporre ad un popolo di non emanciparsi perché mette in gioco il ruolo egemone in economia degli Stati Uniti?

I governi europei, nonostante queste sanzioni vadano a colpire non solo la Russia ma anche le nazioni europee, hanno il diritto di continuare a tutelare gli interessi statunitensi, muovendosi come buoni sudditi ,solo perché appartengono alla Nato? Quindi non sarebbe l’ora di pensare seriamente ad uscire dall’alleanza atlantica? Ed i nostri governanti, mi riferisco a quelli italiani ovviamente, sempre più supini agli interessi degli Stati Uniti per quanto tempo potranno ancora continuare a inventare storie fantastiche ed irreali al popolo italiano, sempre distratto da altre faccende, impegnati a mantenere il loro sedere sulle poltrone dorate che, sempre distrattamente e un po’ ingenuamente, gli italiani gli hanno concesso votandoli? Ma credete davvero che chi ci governa sappia cosa sta succedendo in Ucraina?

Il nostro Ministro degli Esteri Luigi Di Maio un paio di giorni fa ha dichiarato che la Russia doveva ritirare le truppe dall’Ucraina. Qui le possibilità sono due: o è un chiaroveggente o, più probabilmente, se gli mettiamo una cartina geografica davanti non sa nemmeno dove si trova l’Ucraina. Questo è colui che dovrebbe rappresentare il nostro paese all’estero.

Purtroppo la classe politica che ci ritroviamo è così e come cantava in una canzone Giorgio Gaber “Non mi sento italiano ma purtroppo o per fortuna lo sono”. Ciò non toglie ovviamente che vi è l’obbligo morale di tutti coloro che amano la pace di gridare a squarciagola che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è una nefandezza, un brutale atto di guerra di stampo nazista che colpirà soprattutto gli anziani, i bambini, gli ammalati, i soggetti più deboli: In questo modo giustizia è fatta?. Ma su quali coscienze graveranno le centinaia di vittime che il conflitto sta registrando?

Giacomo Marcario

video di Repubblica ripresa da youtube

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