Due detenuti sono evasi dal carcere di Trieste scavalcando il muro di cinta

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Entrambi sono stati catturati sull’altopiano carsico probabilmente diretti verso il confine sloveno. Diversi i testimoni oculari che hanno visto la fuga dei due dall’istituto penitenziario che si trova in centro in un edificio adiacente al tribunale di Trieste.

AGI – Due detenuti, uno di origine tunisina e un altro di origine romena, sono evasi oggi pomeriggio dalla Casa Circondariale di Trieste, scavalcando il muro di cinta di via della Fontana.

Sono prontamente scattate le ricerche della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine, ma ancora senza esito.

Diversi i testimoni oculari che hanno visto la fuga dei due. Il carcere di Trieste si trova in centro in un edificio adiacente al Tribunale e alla Procura.

Uno dei due evasi è stato intercettato e catturato a Opicina sull’altopiano carsico e forse era diretto verso il confine italo-sloveno. A individuarlo sono stati gli uomini della Squadra Mobile della Questura giuliana. Si tratta del cittadino rumeno di 23 anni arrestato a Trieste nel 2020.

Il secondo evaso, un 31/enne magrebino arrestato a Tarvisio nel 2021, è stato intercettato e fermato poco dopo da agenti della polizia e dai carabinieri sull’altipiano carsico, poco distante da dove era stato fermato il suo compagno.

“Purtroppo le evasioni non costituiscono più un’eccezione nelle nostre carceri colabrodo, non sufficientemente vigilate per penuria di organici e scarsamente dotate di sistemi tecnologici ed elettronici utili a segnalare i tentativi di scavalcamento delle recinzioni perimetrali”, dice in una nota Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil polizia penitenziaria.

Questo pomeriggio a Trieste dove sono evasi due detenuti, e “pare che il muro di cinta non fosse presidiato e sembra che neppure ai passeggi da cui è avvenuta l’evasione vi fosse l’operatore di polizia penitenziaria in sorveglianza permanente”.

“In queste condizioni – aggiunge De Fazio – se non avvengono evasioni di massa, è solo grazie alla grande professionalità e allo spirito di sacrificio degli operatori, ma temiamo che non si potrà resistere a lungo”

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