Un Bari devastante a Foggia sbaglia tanto e alla fine ne esce solo un pareggio

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Dopo la timida, ma vincente, reazione avuta dal Bari col Picerno, oggi era la volta del Foggia di Zeman che, avendo, ormai, pochi stimoli e minimi obiettivi da rincorrere se non una dignitosa salvezza o l’ottenimento di un innocuo posto nella griglia dei playoff, aveva deciso di metterla sulla classica gara della vita o, più semplicemente, su quella dell’anno. Tra l’altro la dirigenza, per l’occasione, così come si confà con una squadra di provincia, aveva indetto la “giornata rosso nera” proprio in virtù del fatto che avrebbero incontrato il Bari perché queste squadre mica fanno la stessa cosa col Taranto o con la Fidelis Andria e, forse, nemmeno in serie A con la Juve. Mai, nella storia, il Bari ha organizzato una giornata biancorossa. Mai, questione di stile, di signorilità e antropologica. E’ che proprio il Bari muove sentimenti tutti bellici. Misteri sociologici. E in certe gare – è risaputo – i punti dei distacco non se ne tiene conto, e dunque, nemmeno i 19 punti che aveva il Bari sul Foggia. I derby, si sa, fanno partita a se’.

E siccome i punti, da questo momento, cominciano a valere doppio ed un errore sia della squadra che dell’arbitro possono essere pagati cari, il Bari aveva l’obbligo di provare ad allungare. Serviva la calma dei forti e la testa tipica delle grandi squadre. Ma alla fine ne è uscito solo un pareggio.

Nel campo inzuppato di pioggia Mignani ha schierato la squadra che ha battuto il Picerno con il solo Cheddira, al posto di Paponi, dall’inizio.

Il primo tempo si è aperto con una marcata supremazia foggiana che ha sfociato al 12′ con il gol di Curcio che ha deviato di testa su un cross il pallone che ha battuto Frattali, ma subito dopo è uscito fuori il Bari che con l’orgoglio della grande squadra, con una magia di D’Errico – così come accaduto col Picerno – ha sferrato un altro tiro da lontano che è andato, anch’esso, a sbattere sulla traversa, e sulla ribattuta Cheddira si è fatto trovare pronto a spingere il pallone in rete pareggiando momentaneamente così le sorti dell’incontro.

La gara è intensa, difficile anche a causa del terreno infame, e subito dopo su un tiro innocuo di Merola, Frattali si fa infilare il pallone tra le braccia provocando il gol del vantaggio dei satanelli. Poi ancora Bari che cerca di reagire con un’azione pericolosa conclusa con un palo di Cheddira e sulla ribattuta Galano spara alto.

A sorpresa, nel secondo tempo, Polverino prende il posto di Frattali a causa di un improvviso problema fisico, la pioggia è sempre copiosa e giocare diventa sempre un’impresa.

Maiello sbaglia un gol facilissimo trovandosi davanti al portiere verso cui gli spara il pallone. La difesa alta del Foggia mette puntualmente in fuorigioco i due attaccanti del Bari e giocare diventa sempre più difficile.

Però il Bari non si arrende. Ancora una occasione sui piedi di Galano che prova un tiro a giro ma il pallone termina di poco al lato. I biancorossi premono sull’acceleratore procurandosi opportunità su opportunità mentre il Foggia indietreggia il suo baricentro fino a scomparire dai radar del gioco. Ma non basta purtroppo.

Cheddira si invola da solo verso il portiere ma il suo scavino è intercettato dal numero uno foggiano che devia in corner.

Ferrante, nell’unica occasione foggiana nel secondo tempo, su un’uscita azzardata di Polverino sbaglia clamorosamente il terzo gol. Ancora vicinissimo al gol, invece, Cheddira che di testa sibila il palo.

Poi è la volta di Maita che in slalom arriva fino al portiere ma la gamba di un difensore intercetta il pallone che altrimenti sarebbe terminato in rete.

Ai punti sicuramente il Bari non merita di perdere, manca purtroppo la brillantezza anche se la squadra mostra ancora vitalità.

E a cinque minuti dalla fine una magia da cineteca Mallamo, entrato al posto di D’Errico, pareggia, meritatamente, le sorti dell’incontro, mentre appena dopo Citro, subentrato anche lui, ricevendo un cross di Antenucci, di testa sbaglia clamorosamente il gol vittoria. Ci mette del suo anche l’arbitro che non sventola il rosso a Garofalo per un fallaccio su Maiello. La partita termina qui con molti rimpianti.

Il Bari ha dato l’impressione di poter portare a casa l’intera posta in palio, non è mancato il coraggio e la virtù. La squadra di Mignani ha schiacciato nella metà campo il Foggia concluso con il gol di Mallamo, peccato, però, per gli errori che, come dice la storia, in ogni occasione, nella vita, nel gioco, nel lavoro, si pagano, però lo spirito è stato quello giusto, la prestazione è stata di altissimo livello. Mignani, dopo diverse partite, finalmente è tornato ad azzeccare i cambi.

Nel secondo tempo si è vista una gara di una grande squadra che ha procurato ben cinque occasioni nette purtroppo tutte sbagliate, però bene così perché la squadra ha reagito bene e avrebbe meritato di vincere questo derby. Ce l’ha messa tutta, ci è mancato il gol della vittoria.

Una prestazione che ci fa ben sperare almeno per quello che si visto nel secondo tempo, diciamo che abbiamo intravisto il Bari del girone di andata.

Dobbiamo crederci, devono crederci loro, perché se giocano così si va lontano però non si possono subire tanti gol, la difesa si deve dare una regolata sul piano della prestazione, dell’impegno e soprattutto nelle attenzioni, per il resto nulla da dire oggi, il Bari ha dato tutto ciò che aveva.

Per ciò che riguarda Galano, prevedibilmente subissato dai fischi, abbiamo assistito ad una prestazione un po’ opaca, forse era teso, forse ha risentito l’ambiente ostile, forse gli è mancata la tranquillità, diciamo che avrebbe potuto incidere di più, non ha azzeccato un tiro, ci si aspettava di più da lui, si è fatto largo tra le maglie del Foggia ma non è stato freddo nel momento di concludere.

La gara, forse, non era adatta ad Antenucci anche se il suo contributo lo ha dato comunque, Terranova ha perso un po’ di smalto e anche oggi, in occasione del primo gol, è stato poco attento. Ricci e Belli hanno fatto l’impossibile dovendo giocare sulle fasce inzuppate d’acqua.

E’ tornato in cattedra Maita, è stato sempre presente nella manovra, ma il migliore in campo è stato Cheddira con un gol, con un palo e diverse opportunità costruite, velocità e intraprendenza le sue armi.

Nel primo tempo si è concesso qualcosa di troppo al Foggia, ma è normale, anche perché i dauni sviluppano sempre gioco, ed il fatto di non averli fatti giocare nel secondo tempo aumenta i meriti del Bari anche perché se la gara fosse terminata 2-3 nessuno avrebbe gridato allo scandalo.

Questo è il Bari che vogliamo vedere ma non bisogna lasciarsi prendere dalla paura, occorre gestire i nervi perché adesso il Bari dovrà affrontare la terza e la seconda in classifica.

Qui, il Bari parrà la sua nobilitate.

Massimo Longo

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