Ucraina. Draghi, la nostra unita’ e’ la risposta piu’ forte

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“Abbiamo condannato con la massima fermezza l’attacco di una brutalità ingiustificata della Russia all’Ucraina. Il comportamento russo è la più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica da decenni e soprattutto alla nostra democrazia e libertà. La nostra unità è e sarà sempre la risposta più forte. Manteniamo una posizione coesa e decisa. L’Italia è uno dei più importanti contributori di truppe alle operazioni Nato reazione deve essere determinata per evitare qualsiasi ambiguità”. Lo ha detto il premier Mario Draghi, nel suo intervento in videoconferenza al vertice Nato sulla guerra in Ucraina.

In partenza per l’Europa orientale 1.350 militari della task force “ad elevata prontezza”, in grado di schierarsi in teatro operativo nel giro di 2-3 giorni. Con loro 77 mezzi terrestri, 2 navi (nel secondo semestre dell’anno) e 5 aerei. Altri duemila uomini e donne in uniforme disponibili in caso di necessita’. Nonche’ la possibilita’ di dislocare un contingente come quello gia’ presente in Lettonia in un altro dei Paesi dell’area che si sentono minacciati dall’offensiva di Mosca.

Siamo davanti a una “minaccia terribile” e dobbiamo “rimanere uniti”, perche’ il conflitto riporta l’Europa “ai suoi giorni piu’ bui” e “non puo’ essere tollerato”. Fa appello all’unita’ dei partiti il presidente del Consiglio Mario Draghi ed esprime “con assoluta fermezza” anche in Parlamento la condanna per l’attacco “inaccettabile” di Vladimir Putin all’Ucraina. Una guerra che riporta al dramma della seconda guerra mondiale, fa il paragone il premier riecheggiando le parole attribuite a Winston Churchill, che colpisce “i piu’ fondamentali valori europei” e che rischia di essere “solo l’inizio” di un “profondo” sconvolgimento degli equilibri.

Con voce commossa Draghi racconta anche della situazione del presidente ucraino Zelensky, “nascosto” con la famiglia perche’ nel mirino delle forze russe. Il premier rivela un contatto mancato, la mattina presto, ricevendo via Twitter in risposta dallo stesso Zelensky un ironico “la prossima volta cerchero’ di spostare l’agenda bellica…”.

Via libera in Consiglio dei ministri, con un decreto legge che stanza 153 milioni di euro quest’anno e 21 milioni nel 2023, per il potenziamento della presenza militare sulla linea del conflitto. “Le forze – ha sottolineato il premier Mario Draghi nella sua informativa alle Camere – saranno impiegate nell’area di responsabilita’ della Nato e non c’e’ alcuna autorizzazione implicita all’attraversamento dei confini”.

Via libera anche ad aiuti all’Ucraina, con “mezzi e materiali di equipaggiamento militare non letali di protezione” alle autorita’ governative per una spesa fino a 12 milioni di euro. Draghi assieme al ministro Lorenzo Guerini, ha preso parte in videoconferenza al vertice straordinario sulla crisi convocato dalla Nato. L’Italia partecipera’ allo sforzo potenziando le missioni attuali: in Lettonia, con 240 militari nella ‘Baltic Guardian’, in Romania, con 12 aerei e 130 gli uomini e nel Mediterraneo orientale, con 235 unita’ di personale, due navi ed un aereo. Fino al 30 settembre saranno impiegati altri 1.350 militari delle forze ad alta prontezza della ‘Very high readiness joint task force’, Vjtf in sigla Nato.

Gli italiani passeranno sotto la catena di comando e controllo del Comando supremo alleato in Europa (con sede a Mons, in Belgio) con le relative regole d’ingaggio. E’ stata, inoltre, innalzata la prontezza di 2mila unita’ di rinforzo (le Immediate follow-on forces group-Iffg) nel caso si debba ulteriormente potenziare il dispositivo su richiesta Nato o assicurare la rotazione delle forze ad alta prontezza.

Il decreto ha anche stanziato 11 milioni di euro per potenziare la tutela degli uffici italiani all’estero e del relativo personale. Saranno inviati anche 10 carabinieri di rinforzo. Il Consiglio dei ministri ha infine deliberato lo stanziamento di 3 milioni di euro per le iniziative di protezione civile di sostegno alla popolazione ucraina: l’Italia mettera’ a disposizione 200 tende da campo con 1.000 posti letto.

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