Il Monopoly delle concessioni balneari ha portato all’arresto del sindaco di Sabaudia

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Sedici le misure cautelari. Il primo cittadino è accusato di 11 casi di turbativa d’asta in relazione ad alcuni appalti per il mondiale di canottaggio. Il gip: “La sindaca a capo del sistema criminoso”.

© Stefano Carofei / AGF
– Sabaudia, promontorio del Circeo

AGI –  Corruzione, concussione e turbativa d’asta. Per queste accuse, a vario titolo, i carabinieri del Comando provinciale di Latina hanno eseguito 16 misure cautelari. Tra gli arrestati anche la sindaca di Sabaudia, Giada Gervasi, accusata di 11 casi di turbative d’asta e una corruzione in relazione ad alcuni appalti per il mondiale di canottaggio che si e’ tenuto a Sabaudia

Oltre a Gervasi, finita agli arresti domiciliari, tra i coinvolti risulta anche l’ex direttore del parco nazionale del Circeo. Sono in totale 20 gli indagati nell’inchiesta della procura di Latina che coinvolge anche altri amministratori, funzionari pubblici e imprenditori. In corso perquisizioni e sequestri da parte dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Latina.

Le ipotesi di reato sono: peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsita’ ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico.

L’inchiesta, iniziata a novembre 2019 a seguito di un incendio alla centrale termica dell’Ente Parco nazionale del Circeo e alle minacce dirette al comandante della stazione dei Carabinieri Forestali del Parco di Sabaudia, ha permesso di individuare rilevanti irregolarita’ nell’ambito del controllo delle assegnazioni e delle concessioni demaniali rilasciate dal Comune di Sabaudia per lo svolgimento delle attività balneari.

Secondo quanto riferisce una nota della procura di Latina, dalle indagini sarebbe emerso che tutte le 45 attività balneari presenti sul lungomare di Sabaudia risulterebbero avere goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi all’interno del Comune.

Nell’inchiesta c’è anche la richiesta di una maglia autografata, con dedica, del calciatore della Juventus Paolo Dybala tra gli episodi di corruzione. Ad avanzare la richiesta è, secondo il giudice, Angelo Mazzeo, l’appuntato, in servizio presso la stazione Carabinieri Forestali Parco, che si sarebbe occupato di far potare all’imprenditore Stefano Malinconico gli alberi nella villa di Attilio Guglielmi senza alcuna autorizzazione rilasciata dal Parco Nazionale del Circeo, ricevendo in cambio da Guglielmi l’affidamento permanente dei lavori manutentivi alla ditta ‘Paesaggio Urbano’ (riconducibile allo stesso Malinconico, amico di Mazzeo) oltre alla promessa di consegnargli una maglietta dell’attaccante bianconero con tanto di autografo per la figlia.

Premesso che già alla luce di precedenti favori, Malinconico avrebbe regalato a Mazzeo della carne di capretto e delle salsicce, sull’episodio della richiesta della maglietta del bomber argentino (che risale al dicembre 2019 e che l’ordinanza non dice se poi sia andata in porto) il gip evidenzia: “Quella che potrebbe apparire come una richiesta di scarso rilievo deve essere valutata in considerazione del consolidato orientamento di Cassazione, secondo cui a rilevare, nell’ipotesi di corruzione, non è tanto il valore oggettivo ed economico dell’utilità, quanto il valore soggettivo che la stessa ha per il corrotto. Pertanto, è indubbio che per Mazzeo riuscire a ottenere la maglietta dell’idolo sportivo di sua figlia come regalo per il suo compleanno di 18 anni rappresenti un’utilità il cui valore morale supera finanche il valore economico dell’importo dei lavori offerti”.

Gli accertamenti avviati dalla procura di Latina hanno smascherato, quindi, “la rete di amicizie e favoritismi – come scrive il gip – promossa da Mazzeo in relazione proprio all’attività di manutenzione del verde privato all’interno del territorio ricompreso tra Sabaudia e San Felice Circeo, che è assoggettata a vincoli paesaggistici e regolamentata da apposite Linee Guida del Parco Nazionale del Circeo”.

Vincoli così rigorosi se è vero che “per l’esecuzione di qualsiasi attività di taglio il privato interessato deve inoltrare una precisa istanza scritta all’Ente Parco” la cui pronuncia deve arrivare entro 30 giorni, 5 in caso di urgenza. Chiarito che i lavori possono essere avviati solo in caso di autorizzazione dell’Ente, in caso di urgenza, l’attestazione spetta proprio al Corpo dei Carabinieri Forestali.

Tra gli episodi contenuti nella stessa ordinanza del gip, poi, c’è la soddisfazione di alcuni degli indagati per il fallimento nell’organizzazione degli eventi a Sabaudia legati alla Coppa del Mondo di canottaggio che si sarebbe dovuta tenere nel 2020. “Grazie a Dio, grazie al coronavirus”, afferma uno di loro al telefono.

Sottolinea il gip: “L’incapacità gestionale degli indagati, sommata all’attuazione del piano criminoso teso a favorire gli imprenditori piuttosto che l’interesse della collettività, sono stati determinanti” a fare in modo “che il campo di gara non venisse ultimato nel termine stabilito”. Gli indagati, insomma, hanno sperato fortemente nella pandemia “per l’annullamento delle manifestazioni sportive”.

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