Dopo 40 anni vado a conoscere la mia Kamchatka dall’Italia con aereo da turismo

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Denis Losev, originario di Petropavlovsk-Kamchatskij, vive da anni in Italia e sogna di conoscere la sua terra natale, che ha lasciato quando era piccolissimo. Un sogno che ora si avvera, battendo ogni record: la prossima estate raggiungerà la parte più estrema della Russia volando da Lugo di Romagna a bordo di un piccolo aereo da turismo. La spedizione, accompagnata da altri nove velivoli, punta a stabilire il record mondiale di volo di gruppo con aerei da turismo

Denis aveva un sogno: tornare nella sua terra natale, la Kamchatka, che non vede da quando era bambino. Esattamente da quando, a tre anni, si trasferì con la famiglia in un’altra zona della Russia. Da allora quella terra ai confini del mondo – terra di orsi e vulcani, dove egli non ha messo più piede – è stata per lui solo un’onirica presenza, un’immagine sfumata, che non ha fatto in tempo a sedimentarsi nel cassetto dei ricordi.

Oggi, una vita e molti viaggi dopo, Denis Losev ha deciso di tornare alle origini e andare a conoscere la terra che gli ha dato i natali. Lo farà con un’impresa letteralmente da record: decollerà il 26 giugno dall’Aero Club “Francesco Baracca” di Lugo (Ravenna) a bordo di un aereo da turismo e attraverserà l’Europa fino all’Oceano Pacifico. Undicimila chilometri (22.000 tra andata e ritorno), passando sopra gli Urali, per una sfida senza precedenti che in un mese gli permetterà di stabilire il record mondiale di volo di gruppo con aerei da turismo. Insieme a lui, altri nove velivoli con 35 piloti a bordo.

Un viaggio atteso una vita

“Sono passati più di 40 anni – racconta Denis, che dal 2005 vive e lavora stabilmente in Italia, vicino a Bologna -. Non ho ricordi della Kamchatka, ma gli album della mia famiglia sono pieni di foto di paesaggi meravigliosi. E questa spedizione, che abbiamo chiamato ‘Fly & Feel: Kamchatka’, nasce proprio dal desiderio di vedere quella terra che conosco solo attraverso i racconti dei miei genitori”. Un’idea nata quasi per scherzo, che col passare delle settimane ha trovato l’entusiasmo di altri piloti e si è concretizzata in un progetto che ha assunto non solo un valore turistico, ma anche storico e culturale. “Lo avevamo detto con alcuni amici quasi in battuta – spiega Denis, in un perfetto italiano -. Poi ho iniziato a studiare il tragitto e mi sono accorto che l’impresa è fattibile. Da lì ci siamo messi alla ricerca di altri piloti esperti per partire tutti insieme. Faremo tappa a Tambov, una città (a circa 500 km da Mosca, ndr) dove c’è un memoriale ai soldati italiani morti nella Seconda guerra mondiale, perciò abbiamo deciso di arricchire il viaggio anche con elementi storici e culturali”.

Infatti, per la presentazione ufficiale dell’iniziativa (che si svolgerà il 17 febbraio a Roma nel Centro Russo di Scienza e Cultura), saranno coinvolti anche gli storici Mikhail Talalay e Guido Pautasso, e verrà allestita la mostra fotografica “La Russia vista dal cielo” con gli scatti di Sergej Fomin.

La complessità di una spedizione senza precedenti

Le distanze enormi e la limitata disponibilità di rifornimenti sono solamente alcune delle difficoltà che il gruppo si ritroverà ad affrontare. “Purtroppo la parte asiatica della Russia, al di là degli Urali, è meno sviluppata dal punto di vista delle infrastrutture aeronautiche – spiega Denis -. Si incontrano perlopiù aeroporti piccoli e non è così semplice trovare grandi quantità di benzina: nella maggior parte delle aviosuperfici russe infatti si utilizza il cherosene; per questo ci affideremo ad alcuni partner di volo per i rifornimenti di carburante. Le altre problematiche sono legate alla vastità dei territori, spesso disabitati, dove i mezzi di soccorso sono meno presenti. Non a caso stiamo organizzando dei corsi di sopravvivenza per assicurarci una preparazione specializzata che ci permetta di affrontare anche le situazioni più estreme”.

La rotta è stata studiata per sorvolare la zona della Russia dove il clima è continentale: “Quindi speriamo di trovare condizioni meteorologiche favorevoli… Non a caso abbiamo scelto di volare in estate, con molte più ore di luce a disposizione! – dice Denis -.Il nostro equipaggio è composto da piloti molto esperti: più dell’80% di loro ha collezionato oltre mille ore di volo, e ha fatto viaggi lunghi in paesi come Africa e Norvegia”.

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Ovviamente non si escludono gli imprevisti: “Viaggiare a bordo di aerei così piccoli significa adeguarsi a bagagli molto ridotti: appena 10 chili a persona. Tuttavia, la tenda e il sacco a pelo non potranno assolutamente mancare: pur avendo già prenotato tutti gli alloggi, non escludiamo gli imprevisti e la possibilità di dormire all’aperto, sotto l’ala di un aereo… È già successo in passato ed è meglio non farsi trovare impreparati! Ad ogni modo, tornare nella mia terra natale, nel luogo dove sono nato e che poi non ho più rivisto, sarà un’emozione incredibile!”.

https://it.rbth.com/turismo/

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