Il tempio, è sacro!

Arte, Cultura & Società

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Il tempio, è sacro perché non è in vendita, così recita un antico aforisma.

In molti, mi hanno chiesto cosa ne penso dell’ultimo Sanremo.

Per rispondere compiutamente attraverso la mia Opinione, faccio appello all’art. 21 della nostra amata Costituzione che recita:

…“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Sanremo? Eh, già, Sanremo.

Sanremo, è considerato, da sempre, il Tempio della Canzone Italiana … e non solo.

Ma, non è più tale, perché, intorno a quell’evento, sono piovuti dal cielo tanti milioni di euro, così da sconsacrarlo.

Rispondo, deludendo tutti gli amici che mi hanno posto questa domanda.

Subito dopo l’apertura della Kermesse Sanremese, introdotta dal conduttore e dalla sua antica “spalla”, ho cambiato immediatamente stanza e canale.

Mi sono rifiutato di vedere e di sentire i successivi brani cantati dai vari protagonisti e gli interventi degli ospiti, che si sono alternati in quelle serate, anche se, le loro voci, giungevano ugualmente alle mie orecchie, per via degli alti volumi dei televisori dei vari condomini.

Diversamente, ho assistito alla serata conclusiva, che mi ha consentito di valutare quale risultato finale si fosse realizzato, atteso che, il presupposto dal quale era partito il Festival, era stato sintetizzato proprio nell’esordio della Kermesse.

Cosa è mancato a quel Festival?

Probabilmente, la presenza del Papa e, poi, ogni tassello sarebbe andato compiutamente al posto giusto (comunque, nei giorni precedenti, Francesco, è andato da Fazio e, questo, la dice lunga su quell’intervento televisivo, soprattutto da quella trasmissione).

Nel frattempo, così, si è espresso, diversamente, il Vescovo di Sanremo, circa alcune esibizioni programmate per il Festival, che ha sintetizzato in due parole: Blasfemia e Vilipendio.

Secondo la mia esperienza quarantennale nel campo dell’Arte, il Canovaccio dell’Evento è apparso sin dall’inizio, più che scontato.

Troppo ideologizzata, troppo politicizzata quella Manifestazione, troppo di parte al solo fine di far passare il cosiddetto “pensiero unico”, peraltro attraverso mode e modelli estranei alla maggior parte degli italiani.

E, al tempo stesso, hanno utilizzato la loro libertà, per offendere il mondo cristiano, giusto per restare al duro commento del Vescovo di Sanremo.

Per carità, si può essere anche d’accordo nel non credere in Cristo, ma da qui ad offendere la Fede cristiana, soprattutto ridicolizzando i Sacramenti, questo no.

Non lo possiamo consentire.

Per chi ha una cultura Cristiana come me, maturata durante la mia adolescenza, nei sette anni di frequentazione del Convento dei Padri Francescani, non può accettare una eventualità del genere.

Parlino pure delle loro tendenze (a 360 gradi), ma senza offendere la sensibilità Cristiana.

Non ce n’è proprio bisogno.

Non se ne sente il bisogno, soprattutto in questo momento di sofferenza collettiva dove la spiritualità appare assolutamente necessaria.

E, poi, cosa dire di quella “esibizione” sugli effetti collaterali post vaccinali, derisi in spregio alle vittime che hanno “sacrificato” la loro vita in favore del cosiddetto “bene comune” (un collaudato spot dei mesi scorsi, recitava “fallo per te e fallo per gli altri che ti stanno vicino”, diffuso nel corso del dramma sociale legato alla Epidemia).

Conosco alcune persone che hanno perso i loro figli e/o i loro Cari, che hanno pianto di fronte a quella esibizione Sanremese.

Basti pensare che, da sempre, una parte della Società, vorrebbe togliere i Crocefissi dalle aule scolastiche, per non turbare la sensibilità (esigua per il momento) degli alunni di Fede opposta.

E la sensibilità degli Italiani Cristiani (che sono la maggioranza della popolazione) dove la mettiamo?

Sapevate, per esempio che, una parte consistente degli individui che stanno per lasciare questa valle di lacrime, chiede di assumere il Sacramento della Estrema Unzione, dopo aver peccato per una vita?

Bel modo di essere anticristiani.

Come dire al Padreterno “se tu dovessi esistere per davvero, sappi che sulla terra ho giocato ed ho scherzato ingenuamente”.

Senza considerare, poi, che, gli Ospiti (in definitiva quasi sempre gli stessi e sempre con la solita tiritera), si sono coagulati in una grande ammucchiata, tutti quanti appassionatamente (peraltro, solo in apparenza, dal momento che non sono mancati i soliti “veleni”), senza distinzioni, in un rituale che (a parte la platea presente in Teatro, accuratamente ben selezionata), ha ingenerato grande confusione nel pubblico di casa, che non ha percepito, ma ha subito, il messaggio finale della intera Kermesse.

Infine, il riproporre vecchie canzoni, come se, ciò, si fosse reso necessario al fine di “guadare” il fiume che separa una epoca canora dall’altra, è stata una grande genialata che, sicuramente, non ha esaltato le nuove tendenze canore ma, quest’ultime, ne hanno tratto piena legittimazione presso il grande pubblico.

Insomma, una sorta di tributo, necessario per un’altra inoculazione imposta agli italiani (questa volta di tipo ideale).

Tutto quanto sopra rappresentato, al netto delle qualità artistiche e professionali del Conduttore che gli riconosco indiscutibilmente, nel Sacro principio del “dare a Cesare ciò che è di Cesare”.

Così come riconosco la grandezza artistica di alcuni Cantanti storici presenti sul palcoscenico sanremese che, forse, avrebbero fatto meglio a declinare l’invito, proprio per non rischiare di essere depotenziati della loro indiscutibile dimensione personale ed artistica (per fare un parallelismo con le Arti Visive, è come se Caravaggio avesse dovuto confrontarsi con un dilettante di “croste”)

Ma, al pari, non posso riconoscere, né tantomeno identificarmi, nei contenuti espressi nel corso dell’Evento, soprattutto per me che sono equidistante da tutto e da tutti ed “immune” (ed è il caso di dirlo) dalle partigianerie delle opposte fazioni.

Certo, non bisogna “mai arrendersi” a questo modo di intendere la cultura e l’arte.

Ricordiamo sempre che, se da una parte, molti son diventati milionari con Sanremo, dall’altra, c’è il Popolo in grave sofferenza economica, sociale e sanitaria.

Questa, è la mia Opinione, che esprimo liberamente, fermo restando che la mia percezione del festival di Sanremo, non costituisce una verità assoluta, tanto che ogni lettore può condividere e/o rigettare il mio pensiero, in maniera altrettanto libera, senza che ciò possa sfuggire dal normale e civile confronto.

Comunque, tra corsi e ricorsi storici, concludo con una strofa della Poesia di Arnaldo Fusinato, avvocato di Schio, scritta nel 1849, che recita:

“… il Morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera Bianca” … su le tue pagine scolpisci, o Storia, l’altrui nequizie e la sua gloria e grida ai posteri:– Tre volte infame chi vuol Venezia morta di fame ! – Viva Venezia ! L’ira nemica la sua risuscita virtude antica; ma il morbo infuria, ma il pan ci manca … sul ponte sventola bandiera bianca !

Piuttosto, cerchiamo di non ammainare idealmente la nostra Bandiera, simbolo assoluto del “Martirio Cristiano!”.

Buona vita a tutti.

Roberto Chiavarini                                                                                                                                                            Opinionista di Arte e Politica

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