Rischio guerra e rischio carenza gas

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Il rischio che la Russia occupi l’Ucraina genera preoccupazioni in tutta Europa a causa delle conseguenze che potrebbero esserci per ciò che riguarda la fornitura di gas.

Interrogativi inquietanti perché l’invasione dell’Ucraina e le probabili sanzioni contro la Russia potrebbero portare, a un totale blocco delle forniture di metano.

Le truppe schierate dalla Russia sono consistenti se solo si considera che sono schierati al confine ucraino cento mila soldati russi. I numeri sono da incubo!

Il 20% dei consumi elettrici europei dipende dal metano, come Il 25% dell’energia primaria. IL problema è generato da “due numeri”: Il 33 % del metano dalla Russia arriva, in Europa transitando attraversa l’Ucraina ed è sempre la Russia, a fornire all’Europa Il 41,1% dei suoi fabbisogni.

 


Aumento del metano vuol dire aumento del prezzo del Kwh anche perché altri fattori stanno incidendo come la chiusura delle centrali nucleari in Germania, la riduzione del 10% della produzione elettrica francese da nucleare e, infine la forte riduzione di produzione da fonte eolica nel Nord Europa, a causa della bassa ventosità.

 


 La chiamano siccità eolica e rappresenta una valutazione di IPCC per Il Mediterraneo e Il Nord Europa. IL secondo fornitore di gas è la Norvegia che, fornisce Il 16,2% del gas europeo.

 


Un’Europa che per Il 57,3% dipende da gas importato. Uno delle infrastrutture fondamentali, per Il trasporto del gas verso l’Europa attraversa l’Ucraina.

 


 Lo scontro Russia/Ucraina dura da diciassette anni e cioè da quando la Russia chiese Il pagamento del debito accumulato dall’equivalente dell’ENI e, accusò lo Stato ucraino di rubare parte del gas diretto in Europa. Nel 2008 ci fu un accordo sul debito da rateizzare e altre contrapposizioni fino, a quando la Russia decise di costruire un altro gasdotto fuori dal territorio ucraino.

 


Nasce così Il progetto Nord Stream 2 che collega la Russia con la Germania. Questa dipendenza porta l’UE, a elaborare sette anni fa la Strategia Europea per la Sicurezza Energetica e a finanziare la realizzazione di gasdotti che, la collegano all’Africa e denominati Green Stream e TransMed e altri corridoi.

 


IL TAP (Trans Adriatic Pipeline) collega la Puglia con l’Azerbaijan. IL gas russo anche non facendo riferimento al gas ucraino arriva attraverso tre metanodotti, in Europa Il Turkstream, Blue Stream e Nord Stream 1.

 


Le prime due condutture attraversano Il Mar Nero ed arrivano in Europa tramite la Turchia, mentre l’ultima è situata nel Mar Baltico. Sui metanodotti si gioca una partita geopolitica non di poco conto. Infatti, gli USA si sono inseriti facendosi garanti di gas naturale liquefatto conosciuto, in sigla come LNG. Gas che è molto più costoso.

 


Gli USA contrastano Il Nord Stream 2 a causa proprio per le esportazioni di LNG verso l’Europa. IL gas servirà sempre più all’Europa, per la scelta della decarbonizzazione e Il ritardo che si registra con l’espansione delle fonti rinnovabili.

 


Sarà sempre tardi per le classi dirigenti comprendere che Il limite introdotto dal budget del carbonio è un limite derivato, da rigorose analisi scientifiche e che più non se ne tiene conto e più saranno le conseguenze e gli effetti del riscaldamento globale che ci avvicina sempre più alla “rottura” climatica.

Erasmo Venosi 

 

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