Ogni anno in Italia ci sono 13 stragi familiari

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È l’Eures a diffondere il tragico dato nel giorno della strage di Licata, dove un 48enne ha ucciso a colpi di pistola il fratello, la cognata e i due nipoti di 15 e e 11 anni prima di togliersi a sua volta la vita 

© Felipe Caparros / Agenfotostock / Agf – I rilievi della scientifica sul luogo di un delitto commesso con un coltello

In Italia nell’arco degli ultimi dieci anni si sono registrate 131 stragi familiari, per un totale di 287 morti: nel 90,1% dei casi (118) gli autori sono stati uomini, nel 9,9% (13) donne. È l’Eures a diffondere il tragico dato nel giorno della strage di Licata, dove un 48enne ha ucciso a colpi di pistola il fratello, la cognata e i due nipoti di 15 e e 11 anni prima di togliersi a sua volta la vita.

Secondo la banca dati dell’Istituto di ricerche economiche e sociali, nella larga maggioranza delle stragi familiari commesse da un uomo la vittima principale è la moglie o l’ex moglie (con 66 vittime dal 2010, pari al 56%), mentre i figli o altri parenti rappresentano le “vittime collaterali” di un evento principalmente diretto contro partner ex partner.

Frequenti anche i genitoricidi, ovvero l’omicidio di entrambi i genitori, con 14 casi negli ultimi 10 anni (11%) e i figlicidi multipli (12 casi, pari al 10,2%), questi ultimi spesso per ‘colpire’ la moglie o l’ex moglie. Molto numerosi gli omicidi multipli che coinvolgono altre figure familiari (fratelli, zii, nonni, nipoti, ecc) che rappresentano complessivamente il 33% degli eventi e il 29,3% delle vittime (84).

Quando invece a uccidere è una donna, la strage familiare colpisce quasi esclusivamente i figli – in 11 casi, pari all’84,6% delle stragi familiari firmate da una donna – mentre nei restanti soli due casi si tratta di genitoricidi. Complessivamente i figli uccisi nelle stragi familiari sono stati nell’ultimo decennio ben 94 (70 dai padri e 24 dalle madri).

I suicidi ‘allargati’

Nel 54,2% dei casi (71 in valori assoluti) gli autori, dopo aver commesso la strage, si sono suicidati (da qui la definizione di “suicidi allargati”), a fronte del restante 45,8% (pari a 60 autori) che non si sono invece tolti la vita. Tale dinamica – sempre secondo l’Eures – avviene piu’ frequentemente quando l’autrice è una donna (delle 13 autrici di stragi familiari ben 8, pari al 61,5%, si sono tolte la vita), a fronte di un più contenuto 53,4% rilevato tra gli autori maschi (con 71 suicidi a fronte di 60 autori ancora in vita).

Un epilogo ricorrente soprattutto quando le vittime sono i figli – o i figli e la moglie/ex moglie – più raro quando a essere uccisi sono i genitori o altre figure familiari.

L’arma del delitto

Nelle stragi familiari, emerge una centralità delle armi da fuoco, che hanno determinato il 42,1% delle vittime (52,9% nei casi di suicidio dell’autore), seguite, con ampio scarto, dalle armi da taglio (29,7% delle vittime): valori meno significativi si osservano per il ricorso alla violenza fisica (7,6%), ad armi improprie (5,2%) e a farmaci o veleni (4,5%). 

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