Arbitri del proprio destino

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L’Italia può ritornare ad essere arbitro del proprio destino? Si, si  se il governo e i politici tutti avranno il coraggio e la determinazione a liberarci dal cappio di Bruxelles ossia dal cappio franco-tedesco. Bisogna che i nostri politici sappiano trasformare l’annoso problema dell’immigrazione clandestina in un’opportunità per intavolare trattative ed investimenti con i Paesi sub sahariani da cui provengono la maggior parte dei migranti. Va ricordato che questi Paesi sono ricchi di materie prime, lo sanno bene la Francia e la Gran Bretagna  che, nonostante le colonie siano state eliminate da più di mezzo secolo, continuano ad esercitare il loro controllo sui governi deboli o col signoraggio monetario o con accordi forti e organizzazioni intergovernative come il Commonwealth di cui  l’impero britannico rappresenta una sorta di sviluppo su base volontaria. Dal momento che L’UE vede il problema migratorio come un problema tutto italiano mentre è sempre pronta ad intervenire per imporre rigore, per sindacare sui governi italiani, per danneggiare la produzione agro- alimentare e l’economia italiana con leggi e leggine studiate ad ok, è giusto che l’Italia lasciata sola risolva da sola il problema migratorio senza che le Ong, appartenenti ai vari paesi della UE, vi mettano il naso e tanto meno l’UE ha più il diritto ad intervenire con giudizi di condanna sull’operato italiano dal momento che non ha mai sentito questo problema come suo.  Vi è un chiaro tentativo da parte della UE di destabilizzare il governo italiano attraverso il forte incremento dell’immigrazione clandestina: pochi sanno che le Ong e le varie organizzazioni che ruotano intorno ad esse appartengono a miliardari, come il banchiere ebreo-ungherese naturalizzato americano G. Soros ( tra l’altro sostenitore economico di Emma Bonino e delle sue politiche europeiste ed  abortiste), che da sempre ha cercato di destabilizzare l’Italia economicamente e politicamente; ma le Ong appartengono anche a politici della sinistra italiana, alcuni dei quali sono stati coinvolti recentemente in grossi scandali per corruzione, nonché ad organizzazioni di nazionalità spagnola, francese, tedesca, maltese; l’immigrazione clandestina è un grosso affare  portato avanti però sempre ai danni dell’Italia e degli italiani che non sono più padroni in casa propria. E’ chiaro che nel momento in cui il governo Meloni ha chiesto una rimodulazione del MES (il meccanismo europeo di stabilità), visto e sentito dal centrodestra sempre come una trappola per i singoli Stati  a causa del modo in cui è formulato, si è reso necessario per l’UE, a trazione franco- tedesca, mettere in atto quelle azioni proditorie e ricattatrici per fa ragionare il governo Meloni, azioni già annunciate dalla von der Leyen all’indomani dell’elezione del nuovo esecutivo. Ed ecco che l’UE ha messo in atto il suo piano per costringere il governo italiano a firmare e quindi ad accettare il MES così com’è, attraverso l’azione congiunta delle Ong che si sono impegnate attivamente a portare sulle coste italiane, nel più breve tempo possibile, il maggior numero di migranti clandestini per destabilizzare il governo.  Il MES venne applicato alla Grecia nel 2015, la nazione venne trattata dagli alleati europei, ed in particolar modo dalla Germania, come una terra di conquista.  Venne sostituito il governo nazionale con uno straniero ( la troika), vennero bloccati i conti correnti dei cittadini che persero anche la casa, tutto ciò che era dello Stato fu privatizzato e  divenne tedesco o gestito da società straniere; in quell’occasione la BCE, con a capo Draghi, e gli organi di governo europei non  applicarono il principio di solidarietà verso la Grecia, Stato membro della UE, e lasciarono morire per mancanza di medicine circa mille bambini greci e moltissimi cittadini fragili; al contrario questa stessa UE e BCE sono state profondamente solidali verso gli ucraini anche se non appartenevano all’Unione Europea! Va ricordato che l’Italia è uno dei maggiori finanziatori della UE, non l’ultimo degli straccioni che ne elemosina l’aiuto!

Va ricordato inoltre che l’Italia non ha firmato un patto di sangue con la UE e quando l’adesione ad un’organizzazione economica non risponde più ai requisiti iniziali c’è sempre il diritto di recesso, come qualche anno fa fece la Gran Bretagna.

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