UK, abolito il canone TV

Dorries (Segr. Cultura) comunica la fine della tassa televisiva nel Regno Unito ma è subito polemica: un nuovo corso per le emittenti pubbliche?

Arte, Cultura & SocietàMondo

Di

Il Regno Unito è pronto a compiere un cambiamento epocale nel suo sistema radiotelevisivo statale. Il Governo nazionale, infatti, ha annunciato una decisione che darà una svolta al finanziamento pubblico delle stazioni emittenti non private. I cittadini britannici, a partire da quest’anno, non saranno più vincolati al pagamento del canone (159 sterline), l’abbonamento obbligatorio che da tempo serviva a finanziare i vari mezzi d’informazione tra cui – in misura prevalente – la BBC.

La Segretaria di Stato alla Cultura, Nadine Dorries, ha recentemente dichiarato che la tassa televisiva verrà congelata per i prossimi due anni, subendo in seguito un leggero aumento. Ma lo scoop più importante è che, entro il 2027, quest’imposta sarà completamente abolita. Ciò rappresenta una svolta nella storia della televisione pubblica britannica, oltre che una mossa per costringere i broadcast a cercare risorse economiche alternative (probabilmente esterne, e quindi si potrebbe aprire un discorso sulle privatizzazioni…).

La BBC e lo scetticismo sul provvedimento

Nonostante alcuni dirigenti di settore (BBC) abbiano criticato questa decisione, definendola “profondamente dannosa per le aziende”, nel Regno Unito l’iniziativa governativa è stata accolta positivamente dalla maggior parte delle famiglie: “liberandosi” dell’onere del canone, infatti, quest’ultime vedranno un risparmio annuale di quasi 200 euro per nucleo abitativo.

Esistono, tuttavia, forti preoccupazioni tra i critici, specie riguardo alla possibile diminuzione qualitativa nella programmazione della BBC e delle altre emittenti statali, storici punti di riferimento per la conoscenza delle notizie e per l’intrattenimento nel Paese. Mentre alcuni vedono questa scelta come una tattica politica del primo ministro Boris Johnson per consolidare il sostegno dei suoi colleghi conservatori, altri considerano l’abolizione del contributo come un’opportunità per ridefinire il ruolo dei media pubblici in un contesto più moderno.

YouTube player

Sua Maestà, il “New Deal” radiotelevisivo

In Europa, generalmente, l’approccio sulle elargizioni (o “rimborsi“) statali alle emittenti pubbliche è variato nel tempo ed è notevolmente diversificato al momento: mentre la RAI italiana mantiene sia un sistema di abbonamento obbligatorio sia la pubblicità, la Spagna, ad esempio, si distingue per aver abbandonato da tempo e il canone e gli spot.

Con la fine del dazio radiotelevisivo, l’industria delle telecomunicazioni nel Regno Unito potrebbe presto affrontare una nuova fase di transizione e innovazione. Sarà interessante vedere come le televisioni pubbliche si adatteranno alla ricerca di nuove fonti di sostentamento e come questa decisione influenzerà l’offerta di palinsesti e contenuti per il pubblico britannico nei prossimi anni. Un’audience che pare prestare sempre molta attenzione (e non soltanto ai consumi…).

YouTube player

Fonte: EuropaToday

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube