Un anno di Biden alla Casa Bianca tra Putin e crollo del consenso

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La conferenza stampa del Presidente, nel primo anniversario del suo mandato, ha ricevuto critiche sul piano interno e internazionale sia dai media conservatori che dalla stampa liberal. Gli ultimi sondaggi certificano una popolarità ai minimi storici.

Joe Biden

 

AGi – La conferenza di Joe Biden nel primo anniversario della sua presidenza? “Un totale disastro”, per dirla con Fox News e qualcuno potrebbe pensare che sia una lettura di parte, ma le critiche sul piano interno e internazionale, piovono dai media conservatori e dalla stampa liberal.

“Sono convinto che abbiamo fatto meglio del previsto (“overperformed”)”, dichiara il presidente americano nella East Room della Casa Bianca, la sala delle grandi occasioni. Un’affermazione che stride con una popolarità ai minimi storici (solo Donald Trump è andato peggio ad un anno dall’insediamento,) e che l’ultimo sondaggio di Quinnipiac indica al 33%, a fronte di tasso di approvazione, in media, del 42%, mentre in un altro sondaggio di AP/NORC Center for Public Affairs Research, solo il 43% degli americani approva il suo operato come presidente, a fronte di un 56% che lo disapprova.

“Per la prima volta”, rimarca l’Associated Press, “una chiara maggioranza degli americani disapprova la sua gestione della presidenza a fronte di una pandemia che non rallenta e un’inflazione che corre”.

Biden nella conferenza ha difeso l’operato della sua amministrazione, soprattutto per quanto riguarda la pandemia, il caro prezzi, il controverso ritiro dell’Afghanistan e la crisi Ucraina. L’obiettivo era quello di rilanciare la sua immagine appannata, mostrando competenza, determinazione e forza. L’impietoso verdetto è stato unanime: missione fallita.

L’ex numero due di Barack Obama ha inanellato una gaffe dietro l’altra, anche con conseguenze potenzialmente catastrofiche sul piano geopolitico (vedere il dossier Ucraina), tanto che il suo ufficio stampa e il segretario di Stato Antony Blinken sono corsi ai ripari.

Sul fronte interno, anticipando la bruciante sconfitta in Senato sulle norme in difesa del diritto di voto, il presidente (che era stato lapidario nell’accusare il predecessore per l’assalto a Capitol Hill nel giorno della certificazione della sua elezione alla Casa Bianca), ha messo in dubbio la legittimità del voto di metà mandato, guadagnandosi il cartellino rosso da parte non solo di giornali come il New York Times e del Washington Post, ma anche di molti esponenti del suo stesso partito che hanno preso pubblicamente le distanze.

Ma è sull’Ucraina che Biden ha scatenato la crisi peggiore. Il presidente ha detto di aspettarsi un’imminente mossa di Putin, ma ha tracciato una distinzione sulle possibili conseguenze nel caso di “un’incursione minore”.

Che cosa significa? “Dipenderà da quello che Putin farà e da quanto saremo in grado di mantenere unita’ in seno alla Nato”, ha rivelato il comandante in capo, esibendo candidamente la scarsa compattezza dell’Alleanza Atlantica. Kiev si è detta scioccata per quello che giudica “un lasciapassare alla Russia” mentre il Cremlino ha parlato di “dichiarazioni potenzialmente destabilizzanti”.

E’ evidente che la Nato stia riflettendo sui diversi scenari, ma raccontare quello che succede dietro le quinte e’ a dir poco inusuale perche’ riconoscere le divisioni interne al campo occidentale riduce la deterrenza nei confronti dell’avversario. “Joe Biden in difficoltà dopo le sue ambigue frasi sull’Ucraina”, titola il quotidiano francese Le Monde mentre Liberation si sofferma sul discorso a Strasburgo di Emmanuel Macron che delinea “una strategia europea fondata sulla difesa comune“, cioè sulla necessità di una maggiore autonomia rispetto a quello che fanno la Nato e gli Stati Uniti.

Ma a preoccupare Washington sono soprattutto i tedeschi che si rifiutano di approvare l’invio di armi a Kiev e che, al di là delle dichiarazioni di rito, “quando si spengono i riflettori – come osserva Politico – hanno una posizione di netto distanziamento rispetto agli Stati Uniti e alla Nato”. Così Blinken, oggi a Berlino (ieri a Kiev dove ha incontrato Zelensky e domani a Ginevra dove vedrà Lavrov), ha rassicurato sull’unità di intenti con gli alleati, indicando nella diplomazia la strada maestra per risolvere la crisi ucraina.

“Germania e Francia faranno il possibile per la ripresa del “Formato Normandia” per dialogare con Mosca, rimarca la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, durante la conferenza stampa congiunta con il segretario di Stato americano, dopo aver precisato che le armi a Kiev invierebbero un messaggio sbagliato a Mosca. Soluzioni? La diplomazia, naturalmente, forse anche qualche parola (sbagliata) in meno.  

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